Qualche giorno fa in una chat ho scritto due volte “Devo ammetterlo” in due messaggi consecutivi. Mi hanno fatto notare che ammetto molte cose. Lo faccio spesso, devo ammetterlo.
La scorsa settimana ho parlato di quanto sia facile fare i fuochi d’artificio senza però lasciare nulla di particolare a chi ci ascolta. Oggi mi sembra corretto parlare del contrario, ovvero di quando si è così banali che le informazioni non arrivano neanche, restano in superficie e puf, dopo dieci secondi (quando va bene) non esistono più.
Ci sono alcuni canoni che funzionano, ma denotano una pigrizia che rasenta quasi l’accidia. Funzionano i balletti? E facciamo i balletti. Funzionano i meme? E facciamo i meme. Funziona l’instant marketing? E facciamo l’instant marketing.
Non dobbiamo sforzarci più di tanto, il cliente è felice, non dobbiamo perdere tempo a spiegare l’idea, e alè, ecco fatto.
Che palle.
C’è però un fastidioso controcanto a questa banalità della noia: processare tutti i contenuti sta diventando impossibile. Diventa faticoso, diventa stancante e a un certo punto vogliamo andarcene tutte a staccare ritirandoci in una casa sull’Appennino a parlare di canali di irrigazione e di quanto era bello una volta*.
Pensaci: quanti contenuti interessanti vedi ogni giorno? Pochissimi. Ma andando ancora più a fondo, di questi contenuti quanti ci provano almeno a essere leggermente più interessanti degli altri? Prova a fare questo esercizio la prossima volta che stai su Instagram o Tik Tok (o su Facebook, prometto che non ti giudicherò). Soffermati su un contenuto e pensa: “C’è qualcosa che non ho già visto?”. Certo, probabilmente ti si incasinerà l’algoritmo, ma penso che potrebbe essere un buon esercizio ogni tanto fare qualcosa senza senso per mandare in crisi l’algoritmo di profilazione.
(tipo il mio Spotify che ormai ha deciso di propormi sempre le stesse canzoni perché evidentemente ha gettato la spugna e non ci sta capendo niente dei miei gusti musicali. Algoritmo di Spotify, I feel you).
Quante focacce dovremo ancora vedere prima che ci passi la voglia? Quante volte bisognerà ancora passare il coltello sulla crosta croccante per farci sentire quanto è crunchy?**
Non dico che si possano tirare fuori idee geniali ogni volta, però almeno provarci, porca miseria. Facciamo uno sforzo. Sennò sembra di vedere sempre lo stesso contenuto replicato all’infinito e poi cosa ti resta?
Resta pur vero che non è una questione soltanto contemporanea, sia chiaro. Mi fa sempre ridere ad esempio la dichiarazione dei Police che dicevano di fare punk solo perché altrimenti non li avrebbero fatti suonare da nessuna parte, perché nell’Inghilterra di fine Settanta/ inizio Ottanta dovevano fare tutti punk.
Oggi ci sono arrivati soltanto i capolavori dell’arte rinascimentale, ma quanti pittori molto più scarsi di Raffaello, Michelangelo o Leonardo dipingevano come gli veniva richiesto solo perché dovevano campare? O ancora, quanti dischi e quante canzoni sono andate perse perché erano copie di copie di copie e non avevano nessuna velleità di rimanere nel tempo?
Resta il fatto che se una volta bisognava processare poche informazioni, oggi la quantità di contenuti è così tanta che stare dietro a tutto diventa non solo impossibile, ma proprio faticoso. E se bisogna fare fatica, che almeno ne valga la pena, dico io.
*il fatto di andarsene sull’Appennino è una quasi citazione di piastrellesexy, uno dei migliori account Instagram di sempre.
** Questa del crunch invece è di Federico Basso, pure lui da seguire perché fa riderissimo
Sullo stesso argomento
Parlare a modo
Qualche mese fa c’è stato il dibattito tra Donald Trump e Joe Biden (te lo ricordi, Joe Biden?). Ma non voglio parlarti di loro.
Ti mostro invece quello che è successo subito dopo, ovvero il monologo di Jon Stewart, che è un genio della comicità. Praticamente in tempo reale ha creato un pezzo sul dibattito, e quello che mi ha fatto impazzire è che per buona parte del pezzo fa solo delle pause. Non deve aggiungere nulla, e fa già ridere così. Come usa il montaggio degli interventi, le facce, basta quello.
Un’ottima lezione sul minimalismo comico.
UPDATE: ho visto nel frattempo anche quello dopo il confronto tra Trump e Harris. Bomba pure quello
(il pezzo è in inglese ovviamente e ha i sottotitoli in inglese, ma credo si capisca molto bene anche senza essere madrelingua)
Cose che ho comprato ultimamente
Ho comprato un basso usato a un prezzo stracciatissimo, e una mia amica mi ha detto: “Ma hai già degli altri bassi!”. Che è la cosa più sbagliata da dire a chi suona uno strumento e ne vorrebbe comprare un altro.
Ho risposto: “Tu quante scarpe hai? E quante borse? Te ne basterebbe avere un paio solo, o una borsa soltanto!”.
Ah, è già passato qualche giorno ma il 12 Ottobre è stata la Giornata mondiale in cui abbracciare un bassista. Sono ancora disponibile per essere abbracciato, anche se in ritardo.
Dove mi trovi questa settimana
Sabato 26 alle 21 sono all’Ultimo metrò di via Marco Aurelio 2, Milano, per la seconda serata di “L’Ultimo metrò poetry slam”;
Mercoledì 30 alle 21 all’Ostello Bello Milano Duomo per il “Barbie Poetry Slam”
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Adesso studio nelle commerciali
ma da grande farò lo spazzino
all’aperto, perché ci voglio bene, a Milano
e le strade voglio pulire
e mi piacciono tanto le tute
e darò una mano all’agente
se una coppia calpesta il giardino
e picchierò i bambini che saltano
perché mi ricordo mio nonno
che non voleva vedermi giocare
contento: «i bambini devono piangere
gli uomini lavorare».(Due temi svolti I - Elio Pagliarani)
Ci sentiamo la prossima settimana, sai dove trovarmi in caso ti dovesse servire.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
PS: la prossima settimana dovrei lanciare dei corsi, spero possano interessarti.
La cassettina della settimana
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di strategie di comunicazione, public speaking e poetry slam.
Sono soprattutto su Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
Nota di servizio: la newsletter, quando necessario, utilizza il femminile sovraesteso. In caso ti riconoscessi nel genere maschile e dicessi “Eh, ma è ben strano, eh”, ecco, è esattamente quello che accade con il maschile sovraesteso ma pensiamo sia normale.
Wow, che tempi comici incredibili che ha Jon Stewart! Grazie per il video e per questa e la scorsa puntata sul valore delle cose da dire.