Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che parla di public speaking, business writing, poetry slam e ogni tanto è uno sfogo del titolare ma che ci vuoi fare, ognuno si assume le proprie responsabilità. Se è la prima volta che sei qui e vuoi iscriverti, voilà le pulsanton, come dicono a Marsiglia.
Io, lo ammetto, non sono un grande amante dei podcast. Alcuni li ascolto molto volentieri, ma in generale non sono il mio intrattenimento preferito.
Ci sono però alcune voci che mi piacciono moltissimo e alcuni argomenti che apprezzo. Ad esempio ultimamente sto ascoltando dei podcast di true crime, quelli che parlano di delitti, indagini, crimini vari. Rilassante, vero? Non vorrei ti facessi un’idea sbagliata di me, comunque. Anche se saluto sempre.
Il mio preferito è sicuramente Indagini del Post, che ti consiglio. E poi mi piacciono molto quelli di Carlo Lucarelli, e non credo di doverti spiegare chi sia, Lucarelli.
Poi ho provato a cercarne altri, e mi sono imbattuto in uno che sembrava interessante dal titolo. Comincio ad ascoltarlo e Dio mio, la noia. Dopo cinque minuti l’ho spento perché mi stava facendo innervosire. Forse il conduttore leggeva male? No, al contrario, leggeva benissimo. Tutte le e aperte e chiuse erano aperte e chiuse nella maniera corretta. Ed è questo il punto, mi stavo annoiando da morire. Zero ritmo, zero personalità, zero pathos anche se tutto era fatto bene. La vita è troppo breve per sforzarsi ad ascoltare qualcosa di noioso.
Un po’ come quando senti qualcuno che canta al pianobar, e pensi che dovrebbe fare successo perché ha una bellissima voce e canta tecnicamente molto bene. Alla terza canzone, però, smetti di ascoltare perché ti stai annoiando. Quanta gente c’è, che tecnicamente canta bene? E quanta invece riesce a sfondare?
A X Factor, per fare un esempio, non è che cercano il miglior o la migliore cantante: cercano chi ha qualcosa in più e a volte neanche quello basta.
(Che poi, anche lì: quanta gente ricordi che è uscita da X Factor e ha sfondato? Saranno 4 o 5 al massimo, andando a memoria).
Ecco dove sta l’inghippo: saper cantare bene aiuta ma non basta, e penso che si possa applicare a tutto questa categorizzazione. Ci sono cuochi tecnicamente ineccepibili che però ti stufano mortalmente, attori che hanno studiato per anni che però ti fanno passare la voglia, scrittori virtuosi che però dai, mollami.
Io ogni tanto mi chiedo: Ma ho qualcosa in più delle altre persone? E, se sì, che cosa? Forse mi dovrei concentrare di più su questo, invece di stare a lamentarmi perché c’è altra gente più brava di me.
Avrò anche io l’X Factor? Boh, chi lo sa.
Il TED Talk della settimana
Lo dico subito: questo TED Talk non ha i sottotitoli in italiano. SACRILEGIO, Ciccio Rigoli vuole farci sentire le robe noiose in inglese! Pensa che siamo tuttз imparatз come lui!
A parte che non è che io sia questo drago in inglese, fidati che puoi godertelo tranquillamente anche senza conoscere la lingua dellз sudditз del Re Carlo III. Semplicemente perché lo speaker è un beatboxer, uno di quelli che fa TUM TUM, CHA CHA, CICABUM CICABUM con la bocca. Solo che lui fa delle robe che io, davvero, sono allibito. Pensi ci sia il trucco e invece no, è lui che è un mostro.
Un TED Talk divertente che ti lascia con la bocca spalancata e la voglia di metterti a fare TUM TUM CHA CHA pure tu.
Ah, una cosa: basta guardare i primi tre minuti e sei a posto per tutta la giornata.
Il Santo del giorno
Ritorna la rubrica che ti consiglia a quale Santo o Santa votarti, per non ricorrere sempre ai soliti noti che saranno oberati di lavoro.
Oggi si celebra Santa Elisabetta d’Ungheria. Non la solita monaca, oppure qualche mistica medievale. Qua si parla di una Principessa, che all’età di 4 anni era già promessa sposa al Principe Ludovico. Bisogna dire che ai tempi non è che stessero tanto a preoccuparsi di invitare la gente a uscire, conoscersi meglio, bere una cosa assieme, innamorarsi, fare progetti e tutto il resto. A 4 anni eri già sistemata, con un notevole risparmio di tempo.
Era buona e caritatevole, la Santa Elisabetta, ma c’è un episodio della sua vita che non è che mi sia proprio chiarissimo. Nella sua opera di assistenza ai poveri, incontra un ragazzo lebbroso e decide di portarlo a casa a riposare nel letto coniugale. E fin qui, ci può stare.
Solo che quando il marito Ludovico torna a casa, si arrabbia e va a vedere chi ci sia nel letto. Alzate le coperte, al posto del ragazzo lebbroso trova un crocifisso.
D’impatto, certo. Un gran bel miracolo, ovviamente. Ma sto ragazzo lebbroso, passato il miracolo, che fine avrà fatto? Non è dato saperlo.
(Santa Elisabetta, protettrice di chi vende i bomboloni sulla spiaggia)
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Come la spia rossa che
si accende sul cruscotto
e segnala al conducente,
che la benzina è alla fine,
così, anche il sentimento
che nutrivo per te
è ormai in riserva.(Semiotica - Valentino Zeichen)
E abbiamo finito anche per questa settimana di primi freddi, in cui finalmente ho rimesso un cappotto bellissimo che era lì ad aspettarmi con tanta gioia come se fosse stato abbandonato e quindi ritrovato. Scodinzolava, quasi, per quanto possa scodinzolare un cappotto.
Ci risentiamo la prossima settimana.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
La biografia del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, business writing e poetry slam.
Collaboro con alcune aziende per elaborare strategie di comunicazione e scrivere testi che funzionano, piacevoli da leggere.
Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Organizzo poetry slam e insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni abbiamo un’agenzia che si chiama Slam Factory. La nostra trasmissione “Poetry Slam!” la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho scritto 5 libri, l’ultimo è un manuale sul poetry slam.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter trovi delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo. Se non ti dovesse piacere il linguaggio inclusivo, mi farei qualche domanda, francamente.