4 Commenti

Miii, quante porte che mi hai aperto, con questa newsletter. Cerco di andare per ordine.

Quando ero alle medie ci portarono a vedere l'Anfitrione di Plauto, con una forte caratterizzazione napoletana: morimmo dalle risate, ma la trama quella era. È come dici tu: l'adattamento al gusto moderno e l'interpretazione fanno grossa parta del gioco. Poi vabbè, l'umorismo di Shakespeare salta fuori dai suoi testi anche nelle sue tragedie e il sorriso te lo strappa anche solo leggendo. Ma in scena è diverso. Fu lo stesso Luttazzi ad aprire uno dei suoi libri con la frase: tre volte meno divertente che a teatro.

Luttazzi - pace all'anima sua - lo cito anche perché era un grande studioso di comicità, come se fosse la scienza di cui parlava Stanis. Ti faccio anche un altro esempio, Jimmy Fallon: lui ha passato tutta la sua giovinezza a studiare e prendere appunti sugli sketch del Saturday Night Live per capirli fino in fondo, prima di essere assunto nella squadra. Secondo me, quanto ti ci immergi per così tanto tempo, alla fine per osmosi le apprendi le cose. Questo spiega anche il tuo caso, nonostante tu ritieni di essere privo di ironia (vabbè, poi in molti casi c'entra anche il talento).

Anche io sono perplesso di fronte a successi come quelli di Ugolize e Sio, ma non di certo sorpreso. Per quanto riguarda Ugolize - che vedo che ti ha già risposto - la risposta è semplice: per noi sono battute vecchie, per le nuove generazioni sono inedite. E il format le ripropone comunque in maniera innovativa. Ce lo insegna Hacking Creativity che alla fine le idee originali sono pura utopia: la creatività sta nel creare qualcosa di nuovo unendo assieme cose già esistenti.

La stessa comicità di Sio è figlia di un periodo in cui andava molto la comicità random, quella dei primi anni duemila, caratterizzata su tutti da I Griffin, e poi copiata in mille altre serie... E infatti, almeno a me personalmente, dopo un po' ha stancato: i Griffin non mi hanno fatto più ridere (la loro comicità venne criticata fortemente anche in una puntata di South Park... quello sì, geniale). E anche Sio dopo un po', a vedergli fare sempre le stesse cose senza senso, mi ha scocciato ed è sparito dal mio radar. Molto meglio - e più difficile - la commedia situazionale, in cui devi caratterizzare forti personaggi e farli agire su una piccola trama. Che, se ci pensi, è quello che fanno anche gli stand up comedian, che ti dipingono una scena prima di far muovere i suoi protagonisti immaginari all'interno (che siano se stessi o altri).

Credo di aver detto tutto. Ah, solo un'ultima cosa: non scusarti per le comunicazioni di servizio. È la tua newsletter, ci fai quello che vuoi, e se non parli qua delle tue cose, dove dovresti? Anzi, meno male che lo fai dopo averci agganciato con un contenuto interessante: ce ne sono alcune in cui mi devo sorbire il resoconto delle ultime vicende di chi scrive, prima di arrivare alla ciccia. XD

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Ciao Ciccio, mi è stato inviato il pezzetto in cui analizzi la comicità e le battute, sono il fondatore di Ugolize :)

In generale sono d'accordo con te, quello che è fondamentale sottolineare però è che le battute in questione sono pubblicate come vignette social sotto forma di contenuto "mordi e fuggi", non hanno la pretesa di essere uno spettacolo comico né tantomeno di essere innovative e rivoluzionarie. Il piano editoriale di Ugolize è di circa 14 contenuti a settimana, da oltre 8 anni, e puoi bene immaginare che oltre a contenuti nuovi sia necessario includere anche cose già viste, reinterpretate però con i nostri personaggi.

E dal mio punto di vista è proprio quello che fa la differenza, cioè che le rifacciamo "a modo nostro", con l'espressività dei nostri omini e con la nostra chiave comunicativa. Potrà sembrare poco, ma nella mole di contenuti che facciamo si amalgamano bene con la comunque alta frequenza di inediti.

Per concludere è fondamentale capire cosa cercano le persone: quando guardano un nostro contenuto cercano un momento di leggerezza, non la risata a crepapelle (se poi la trovano, meglio). Quindi, capito questo punto, si può comprendere perché anche battute già sentite possano comunque far sorridere l'utente medio e gli facciano lasciare il like.

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Ciao Mattia, intanto mi fa piacere poterne parlare con te :)

Spero non sia sembrato un attacco alla tua pagina (che tra l'altro seguo molto volentieri), e infatti ci ho tenuto a dirlo che dovendo creare tanti contenuti a volte è necessario usare il repertorio.

Forse non l'ho specificato bene, quello che mi chiedo io è da una parte come mai funzonino ancora batture che dovrebbero essere invecchiate, dall'altra se vale la pena creare contenuti nuovi e non utilizzare roba già vista.

Ammetto che il cambiare punto di vista e modalità può essere interessante. Ci penserò.

Ribadisco, non è un attacco a Ugolize, anzi.

Grazie per il commento!

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Non è sembrato un attacco, ma anche se lo fosse stato ci sta, ognuno vive i social in maniera diversa e apprezza dei contenuti invece di altri.

In qualsiasi caso dal mio punto di vista, almeno nella comunicazione digitale, è giusto (e fisiologico) alternare i contenuti, spaziando da cose vecchie (magari riaggiornate) a inediti.

E per rispondere alla tua domanda, le battute vecchia spesso funzionano perché ogni giorno si vedono talmente tanti contenuti che, a distanza di mesi, un utente medio è disattento e non si ricorda nemmeno più di aver visto quel contenuto :)

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