Ed eccoci qua, in quella fase dell’anno in cui ancora dobbiamo togliere gli addobbi di Natale (o quantomeno io devo farlo) e in cui sbagliamo sempre la data da scrivere perché mettiamo ancora 2024 e poi dobbiamo cancellare e riscrivere. Dai, possiamo farcela.
“Quest’anno me lo sento, sarà il mio anno. Ho già un piano: mi iscrivo in palestra, fatturo come una piccola media impresa dell’acciaio della bergamasca, mangio sano, smetto di bere, smetto di fumare, chiamo più spesso la mia famiglia, faccio volontariato, sto meno tempo su Instagram, non mi arrabbio, e poi questo, e poi questo, e poi questo”.
Tutti gli anni, tutti i maledetti anni. Non so se ti ci ritrovi, ma io ho fatto quasi sempre questa roba qua: elenchi di buoni propositi. Una sequela di roba che avrei fatto sicuramente. Ovvio che poi arrivo a Dicembre e mi sento, come dire, frustrato. Disilluso di me stesso. Che brutta roba, la disillusione.
Una cosa che ho realizzato è che diventa fin troppo facile fare i buoni propositi a Gennaio. Ogni essere umano fa i buoni propositi a Gennaio, e forse un po’ anche a Settembre. Ma a che serve?
Se tutte le persone che fanno l’abbonamento annuale in palestra a Gennaio venissero davvero in palestra tutto l’anno, non avremmo mai spazio per accoglierle tutte (cit. di un personal trainer)
Fare buoni propositi a Gennaio è facile, chi è professionista sa che i buoni propositi li devi fare a Marzo, Aprile, Ottobre, tutti i mesi tranne Gennaio e Settembre. Tipo le cozze, che non le devi mai mangiare nei mesi senza la R. Certo, noi non siamo cozze e non dobbiamo fare i conti con questo, però se sei professionista a Gennaio i buoni propositi non li fai.
Ma sono forse io professionista?
Beh, sì, nel lavoro che faccio sono un professionista, ma nella vita diciamo che sono un dilettante che si applica. Anche perché diffido sempre dei professionisti della vita, quelli che te la vogliono spiegare e sanno come funziona. E spero anche tu faccia lo stesso.
Quindi sono animato dal dibattito interno tra fare buoni propositi oppure tenere un profilo basso e non augurarmi niente, prendendo le cose come vanno. Visto che si muore tutti democristiani (cit.), ho deciso per il compromesso.
Buoni propositi sì, ma con costrutto. Tipo, quella roba della palestra, dell’abbonamento annuale, già troppi soldi buttati negli anni scorsi. Basta finanziare le palestre per poi non andarci. Oppure quella roba del fatturare come una piccola media impresa della bergamasca, ecco, sembro forse io una piccola media impresa? E soprattutto, sembro forse io bergamasco?
(con tutto il rispetto per chi abita in quella splendida e operosa città, ho molti amici bergamaschi e molte amiche bergamasche. Giusto per sottolineare la mia democristianità)
E allora, che fare?
Ho fatto una cosa molto da millennial*, cioè ho scelto una parola guida per quest’anno. E la parola guida è:
(rullo di tamburi, fuochi d’artificio, grande momento di suspence)
CONCRETO.
“Capirai che parolona”, potresti pensare. Però non è che come parola dovevo trovare, chessò, “Formula miracolosa che fa dimagrire senza sforzo”. Sarebbe stato giusto un filo supponente.
Io pecco sempre molto di concretezza. Mi perdo, faccio giri immensi e poi non ritorno, lascio le cose a mollo, penso a grandi cose e poi non le finisco. Quindi quest’anno proverò a essere più concreto. Che poi ha pure un bel suono, come parola. E in inglese “Concrete” è il calcestruzzo, che anche quello ha un bel suono e in più ci edifichi i palazzi.
Insomma, i miei buoni motivi per averla scelta ce li ho. Vedremo quanto sarò veramente concreto, poi, quest’anno.
Tu l’hai scelta la tua parola dell’anno? E qual è?
*che poi io veramente sono millennial, quindi non è che abbia fatto chissà che cosa di stranissimo
Parlare a modo
Oggi non ti consiglio un talk, ma addirittura uno spettacolo. Anzi, addirittura un intero attore, scrittore, autore, fomentatore e molte altre cose che davvero non saprei da dove iniziare.
Oggi parliamo di : Alessandro Bergonzoni.
Qui di solito accadono due cose: da una parte chi dice “Ah, un genio!” e dall’altra parte chi non lo conosce e quindi non dice nulla. Ma solo perché non lo conosce.
Bergonzoni è una specie di funambolo della parola, dice una quantità di battute e giochi di parole che nel momento in cui tu ne hai capita una lui ne ha già fatte altre 3. E fa esplodere il vocabolario, le connessioni, la sintassi. Una roba che mi ha sempre fatto impazzire fin dalla prima volta in cui l’ho visto in un programma della tv dei ragazzi e mi ricordo che diceva “Ero lì che mangiavo il mio gelato al tonno” e per me quello è una specie di ricordo base, mi aveva fatto capire che le parole potevi usarle come volevi e quindi eccomi qui, se faccio spettacoli e insegno anche a parlare in pubblico è pure colpa sua.
Ho avuto pure la fortuna di intervistarlo, ma purtroppo non esistono più prove video. Peccato, perché per me era come aver fatto due tiri a canestro con Michael Jordan o aver palleggiato con Agassi, per dire la devozione che ho nei suoi confronti.
Gli spettacoli li trovi su Youtube, qui ti metto Predisporsi al micidiale che solo il titolo, che roba splendida.
Fateci caso
Ogni tanto mi capita di fare caso a piccole cose che però nascondono molto di più dietro. Le basi del sessismo, della comunicazione scorretta, i piccoli segnali che bene o male a volte notiamo ma più spesso no. Fateci caso.
A me piace molto 4 ristoranti. Qualche sera fa ne ho visto due puntate di fila, nella prima c’erano 4 pizzaioli maschi, nella seconda 4 ristoratrici femmine. Nella seconda puntata la voce fuori campo ha detto “Il quartetto tutto al femminile”, nella prima puntata non aveva mai detto “il quartetto tutto al maschile”.
Fateci caso.
Qualche link che può sempre servire
A cosa serve l’Intelligenza artificiale nel public speaking? E quali piattaforme utilizzare? Can AI help with public speaking? A review of AI platforms
Crearsi le proprie musicassette nel 2025, con copertina e tutto: Making Mixtapes
Il podcast che mi fa ridere di più in questo periodo: Il Fatto delle Sabine
Buoni propositi: parlare meglio in pubblico
Tra i tuoi buoni propositi c’è anche quello di imparare a parlare meglio in pubblico? Perfetto, ho il corso che fa per te.
Si chiama Public Poetry Speaking e, partendo dal poetry slam e dalla stand up comedy, insegna a parlare davanti ad altre persone, organizzare un discorso interessante ed effficace, e anche a gestire la paura e l’imbarazzo.
Il corso sarà a Milano il 15 Febbraio dalle 10 alle 18, i posti sono limitati.
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Perché questo in fondo siamo,
lanciamo gli animali nello spazio,
puntiamo grattacieli di altezza
siderale contro il firmamento,
diamo ali a macchine a motore.
Ma ai cani facciamo tenerezza,
correndo ci riportano l’amore
se piangiamo ci leccano le mani.(Andrea Bajani)
Bene, ci risentiamo settimana prossima. Se non è troppo tardi, direi buon anno nuovo!
Tante care cose e abbi cura di te
A me i buoni propositi mettono ansia, tantissimo. Vanno un sacco di moda pure tipo gli workshop "design your year", e a me viene sempre da sedere questi genti e chiedergli se vogliono parlare di impermanenza.
Cioè capisco l'esercizio, per carità, ma poi di fatto la vita fa anche sempre un po' quel cazz che vuole, nel bene e nel male
A proposito del “fateci caso” e di Quattro Ristoranti: ricordo che in una puntata Borghese, per definire dei pici cacio e pepe fatti con un pecorino particolarmente intenso, ha usato il termine “un piatto molto maschio”.