Oggi sono rimasto a casa. Capirai che novità. Solo che oggi (mentre scrivo intendo) tecnicamente sarebbe Pasquetta e di solito si va a fare una grigliata, ci si incontra, si sta insieme. Quest’anno niente. Nulla di male se non fosse che, da quando mi ricordo io, ogni anno a Pasquetta a un certo punto ha piovuto o quantomeno teso verso il brutto. Quest’anno invece sole splendido e tempo da picnic. E giustamente, siamo rimasti a casa. Per protesta, ho fatto una delle poche cose che mi procura una gioia immensa: friggere. Io quando friggo trovo una pace interiore che neanche ore e ore di yoga. Forse dovrei lanciare una nuova disciplina, tipo lo yoga pastellato e fritto. Ti rimetti in pace con te stesso, anche se alla fine puzzi un po’. Ma ne vale la pena, ecco.
Ma bando alle fritture e andiamo con il consiglio di public speaking della settimana.
Silenzio, per favore
Nella prima newsletter avevo detto che bisogna rispettare i tempi e che è fondamentale essere incisivi nel tempo che abbiamo a nostra disposizione. Oggi vado ancora oltre: parlo del silenzio. Stare zitti mentre si parla in pubblico, pensa che roba.
Il silenzio è sottovalutato, eppure è fondamentale. Fa respirare, sottolinea le battute, dà i tempi. Invece spesso quando saliamo sul palco quello che facciamo è dire tutto ma proprio tutto quello che dobbiamo assolutamente dire nel tempo a nostra disposizione, magari accelerando. Niente di più sbagliato. Facciamo la figura di quello che alla fine della pubblicità dei medicinali dice “Unpresidiomedicochirurgicotenerelontanodallaportatadeibambiniincasodiproblemiconsultareil medico…”. Hai mai fatto caso a quello che dice? Non credo.
Quindi, suggerimento per questa settimana: prendi delle pause. Che in questo periodo di blocco totale se c’è una cosa che abbiamo imparato è prendere una pausa, facciamo fruttare questo insegnamento.
Fai respirare le parole che dici, sottolinea i concetti importanti, dai tregua al pubblico. Se ci pensi, nella comicità spesso non è la battuta stessa a far ridere, ma la pausa che fa subito dopo chi la dice. Si tratta di un segnale, dà tempo al cervello di elaborare il concetto, e consente di ridere. Ecco, anche se non devi far ridere, dai al cervello degli spettatori il tempo di elaborare quello che hai detto. Ti ringrazieranno tutti, sinapsi incluse.
Il TED della settimana
Il TED Talk di questa settimana racchiude quello che ho detto sopra. Parla di silenzio, dura pochi minuti (appena 4), e riesce a essere molto incisivo. Senza contare che a tenerlo è un poeta americano, e per uno come me che si occupa di poetry slam e public speaking, un TED tenuto da un poeta è praticamente un compendio di quello che faccio. Che poi erano anni che volevo dire “Compendio” e non sapevo mai quando dirlo, finalmente mi si è presentata l’occasione. Che bellezza.
The danger of silence
Startup inutili e dove trovarle
Oggi, invece di occuparmi di sport inutili, ho deciso di volgere lo sguardo alle startup assurde. La prima che mi viene in mente è una delle mie preferite. Hanno raccolto oltre 50.000 dollari con una campagna di crowdfunding, si sono fatti conoscere in tutto il mondo e hanno avuto un’idea che se me la inventassi adesso solo per farti ridere mi prenderesti per scemo, probabilmente. E invece è vera.
In pratica hanno inventato una spazzola per gatti. E fin qui, niente di strano. Solo che la loro spazzola va tenuta in bocca come fosse una lingua, e in questo modo i padroni possono leccare il proprio gatto. Non sto scherzando. Si chiama Licki Brush ed è una spazzola leccagatti. E hanno raccolto, ribadisco, oltre 50.000 dollari.
La prossima volta in cui penserai di avere avuto una idea stupida, ricordati di quelli che hanno raccolto un sacco di soldi con una spazzola per leccare i gatti. Se poi la vuoi comprare, costa 25 dollari sul loro sito.
Qui trovi il video di lancio della campagna di crowdfunding: Licki Brush
Lo status di Facebook della settimana
Per questa settimana è tutto. Se ti va, giovedì alle 18 sono in diretta sulla pagina Facebook di tibevo.it con il mio amico sommelier Matteo Galiano a consigliare 3 libri e ad abbinarci 3 vini da berci su. La prima volta è andata bene, speriamo questa volta vada ancora meglio! Ci trovi qui: I sommelier dei libri - Seconda puntata
Ci sentiamo settimana prossima, buona Fase 2!
Abbracci a distanza di effetto droplet
Ciccio