Il 4 Novembre faccio un corso di Public Speaking a Milano. Costa €50, dura 8 ore e decidi solo dopo averlo frequentato se saldare la restante quota di €150. Trovi tutte le informazioni nella scorsa newsletter, intanto se vuoi puoi bloccare il tuo posto.
In questa newsletter annuncio anche un altro corso in un’altra città, ma prima qualcosa di completamente diverso (cit.).
Nel film Ritorno al futuro - Parte II il futuro più lontano immaginato è trent’anni dopo il primo episodio. Il primo film si svolge nel 1985, la seconda parte si svolge nel lontanissimo (per loro) 2015. Cioè otto anni fa. A guardarlo oggi fa quasi impressione.
Siamo così abituati a immaginare il futuro come un mondo fantastico e meraviglioso oppure pazzesco e terribile che non ci viene neanche in mente che potrebbe essere tremendamente simile ad adesso. Le macchine volanti potrebbero non esistere mai, l’inquinamento potrebbe non essere così accentuato, gli alieni potrebbero non essere arrivati.
(Per un attimo ho pensato che avrei dovuto scrivere alienə, ma mi sarebbe sembrato un pochino esagerato. Chissà di che sesso saranno, gli extraterrestri.)
Ieri mi è venuto da pensare anche al passato. Ma neanche al passato lontano, o a chissà quale epoca remota, mi è venuto da pensare al 2009. Sembra ieri, e invece sono passati già 14 anni. Come passa il tempo quando ci si diverte, eh?
Mi è venuto da pensarci perché ho visto che in un convegno hanno organizzato un pecha kucha. Se sai già cos’è, complimenti! Probabilmente hai vissuto gli anni ruggenti dell’Internet di fine anni Zero. Per chi non lo sapesse (che immagino sia la maggioranza di chi mi legge), una brevissima spiegazione.
Cos’è sto pecha kucha
Si tratta di un format di public speaking importato dal Giappone, e ha due semplici regole: bisogna fare una presentazione di 20 slide, ognuna delle quali va avanti automaticamente ogni 20 secondi. Quelli fighi direbbero “ha un formato 20x20”, ma io non lo farò.
Perché mi è sembrato strano vederlo? Perché aveva avuto un momento di gloria anni fa, ma non ne vedevo uno dal 2009, appunto. Era stata un’innovazione dimenticata, come i Barcamp (che erano dei convegni informali e aperti a tuttə) oppure MySpace. Te lo ricordi, MySpace?
Ho pensato ad alcune delle innovazioni che sembrava dovessero cambiare il mondo, soprattutto in ambito tecnologico, e poi sono finite così, dimenticate come quelle canzoni che quando le risentiamo dopo anni diciamo: “Noooooo, ma ti ricordi questa?”. (A meno che non ritornino, tipo Freed from desire che sembra l’abbiano scritta oggi, per quante volte la sento in giro).
Roba come i Minidisc, Friendfeed, Google+, i Barcamp, MySpace, Winamp, gli ebook animati, Skype, Clubhouse (sembra passata una vita da Clubhouse), i cd di installazione di internet... E ho pensato che, guardando bene, ci saranno altre cose che tra 15 anni saranno finite nel dimenticatoio anche se ora ci sembrano imprescindibili: Facebook, i Bitcoin, Instagram, gli abbonamenti a internet e chissà cos’altro.
In definitiva, il futuro potrebbe essere un’epoca senza molte cose, invece che con molte cose in più.
Quanti studi abbiamo fatto su ogni nuova stronzata che doveva essere rivoluzionaria? E quanti libri sono stati scritti, quanti corsi sono stati fatti, quanta roba è stata spacciata per imprescindibile e poi ciao, è finita come la fidanzata dei tuoi vent’anni da cui pensavi non ti saresti staccato mai e adesso non ti ricordi manco come si chiamava?
Dopo questi pensieri antinostalgici, mi sono chiesto: “Cos’è che bisognerebbe studiare, se tutto poi scompare?”. E ammetto che non lo so.
Sono solo contento di non essermi mai specializzato in qualcosa di troppo tecnico, e di non aver studiato in maniera approfondita niente che poi sia scomparso rapidamente. Del resto, ho fatto il classico, dove la cosa più recente che si studia è il latino del Tardo impero.
L’unica cosa che so è che guardare al futuro come un pericolo mi sembra una stronzata. Tipo ora che vedo pensieri catastrofici sull’intelligenza artificiale, che ci sconfiggerà tutti e ci lascerà senza lavoro e senza niente da fare. Può darsi, eh, però può darsi anche che no. Del resto, se siamo sopravvissuti alla scomparsa di MySpace, forse potremo sopravvivere anche alla scomparsa del lavoro.
Il (non) TED Talk della settimana
Questa settimana niente TED Talk (tra l’altro mi viene voglia di parlare di quanto i TED Talk siano ormai abusati, ma facciamo che me ne occupo prossimamente in maniera estesa), ma la segnalazione di un film (se si può chiamare così) che ho visto al cinema e che adesso è disponibile gratuitamente su YouTube.
Si tratta di Domino 23. Gli ultimi non saranno i primi del Terzo Segreto di Satira. Immagino tu li conosca, sono un collettivo satirico di videomaker e autori che negli anni ha tirato fuori dei video geniali in cui fa, appunto, satira sulla politica e sulla società italiana.
(In uno di questi ci sono anche io ma vabbé, si è trattato di un momento.).
Domino 23 è una serie di sketch che fa ironia su quello che siamo diventati. Fa molto ridere, ma secondo me la reazione più comune sarà “Oh mio dio, ma siamo davvero così?”. Da vedere, per capire qualcosa di più.
Ho già detto che faccio un corso di public speaking a Milano? Ne faccio anche un altro a Torino!
Ci sono ancora dei posti disponibili per il corso del 4 Novembre a Milano, dalle 10 alle 19. Prenotarti non costa nulla, basta farmelo sapere.
Oltre al corso di Milano si aggiunge una nuova data, questa volta a Torino, il 10 Novembre.
Sarà un po’ speciale e costerà €50 in tutto, visto che è la prima volta nella città sabauda. Durerà 4 ore e sarà dalle 15 alle 19.
Anche in questo caso, puoi già prenotarti oppure chiedermi più informazioni.
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Oh essere anche noi la luna di qualcuno!
Noi che guardiamo, essere guardati
luccicare. Sembrare – da lontano –
la candida luna che non siamo.(Guardando la luna - Vivian Lamarque)
Questa newsletter piena di troppe parentesi finisce qua. Ci sentiamo la prossima settimana.
Se intanto ti vengono in mente delle cose che dovevano essere il futuro e poi si sono rivelate solo di passaggio (tipo MySpace), sono pronto ad ascoltarti! Ovviamente anche se ti va di condividerla, mi fa solo piacere.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
“Nessuno ci toglierà i balli che abbiamo ballato”
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking e poetry slam.
Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo sia online, e anche consulenze singole.
Ho scritto cinque spettacoli che avrò portato in scena ormai centinaia di volte.
Organizzo poetry slam e insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni abbiamo un’agenzia che si chiama Slam Factory. La nostra trasmissione “Poetry Slam!” la trovi su Prime Video.
Ho scritto 5 libri e un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione e mezzo di visualizzazioni quasi a mia insaputa.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.