Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter che si occupa di parole, public speaking e poetry slam. E che non si annoia mai, come se non sbaglio diceva una volta quella radio dei Very Normal People, o forse mi confondo.
Se sei qui per la prima volta, magari vuoi pure iscriverti. O dici che è prematuro?
Mio nipote adesso ha 18 anni, e quando era più piccolo se gli chiedevi cosa avrebbe voluto fare da grande ti avrebbe risposto: “Lo YouTuber”. Non credo che oggi darebbe la stessa risposta, sia perché è cresciuto, sia perché fare lo YouTuber è abbastanza superato. Chi ha bisogno di YouTube, quando ha TikTok?
(che poi, che brutto nome che è TikTok. Ma magari sono solo io che sono diventato anziano e a breve andrò a guardare i cantieri e a dire che non si fa così, a tirare su i muri).
Allo stesso modo pensavo a chi ha imparato tutti i segreti di Facebook, e poi ha dovuto però imparare quelli di Instagram perché il pubblico si è spostato lì. E magari prima aveva approfondito Google Plus (te lo ricordi, Google Plus?). Ora ha imparato TikTok, e dio solo sa cosa dovrà imparare domani. Un social network che funziona con la forza della mente? Un social senza parole? Una roba che non sarà un social ma saremo tutti lì a fare non si sa bene cosa?
Qualche tempo fa mi ero iscritto alla versione a pagamento di Medium. L’avevo fatto con gioia, pensando “Chissà quante belle cose potrò imparare!”
(Medium è una piattaforma abbastanza professionale di blog. Era interessante, una volta)
Ho cancellato l’iscrizione quando hanno cominciato ad arrivarmi soltanto notifiche di post del tipo “Ho fatto 18.000 dollari al mese scrivendo su Medium”, “Ora ti spiego come diventare ricco scrivendo tutti i giorni”, “Guarda quanti soldi ho fatto con due post in croce”, “Che cosa fai ancora lì, sfigato, perché non scrivi pure tu su Medium e fai i dollaroni?” e altre robe così. In pratica, Medium era diventato una specie di cloaca. Come Twitter, ma con molte parole in più.
Questa settimana ho letto una newsletter interessante, si chiama Scrolling infinito, e l’ultimo numero parla del paradosso dell’editoria, per cui se prima erano le persone con talento a proporsi agli editori, adesso sono gli editori che vanno appresso alle persone con talento. Avevo già visto la stessa cosa quando lavoravo in editoria e le case editrici avevano cominciato a pubblicare prima libri di blogger, poi erano passate a mettere sotto contratto direttamente chi pubblicava in self publishing e aveva un buon riscontro di vendite.
Come si collegano tutte queste idee sparse? Si collegano perché ho pensato che ho visto tanta gente che partiva con in testa soltanto l’idea di fare i soldi, facendo il percorso: “Prima cerco una casa editrice e poi faccio successo” oppure “Adesso mi metto a fare video su YouTube e faccio un sacco di soldi con le visualizzazioni di qualsiasi cosa”, e invece adesso il sistema sta diventando diverso, quasi il contrario. Un po’ un ritorno all’antico, se vogliamo.
Si scrive/compone/canta prima per il gusto di farlo, di far vedere alle altre persone che si ha qualcosa da dire, e poi casomai arrivano il successo o, in alcuni casi, i soldi. E se i soldi diventano una conseguenza e non il motore di ciò che si fa, penso che ne abbiamo soltanto da guadagnare.
Ci sono infiniti strumenti da utilizzare e chissà quanti altri ne arriveranno in futuro, ma quello che è importante è che ci sia gente che ha qualcosa da dire, altrimenti è solo rumore che non serve a niente.
Poi continuerà a esserci sempre chi ti dirà che puoi fare i soldi con le visualizzazioni, guru che ti insegneranno un metodo sicuro per fare 4.000 euro al giorno soltanto scrivendo robaccia su Internet (certo, come no) oppure aprendo un ecommerce di non si sa che cosa, ma ammettiamolo, quando ci capitano queste sponsorizzate su Instagram di questi sedicenti esperti, ma quanto sono cringe*?
*cringe l’ho scritto solo per usare un linguaggio contemporaneo e far vedere che non sono poi così anziano. O almeno spero.
Il TED Talk della settimana
Sai quanto tempo ci vuole per percorrere i 180 km tra Cuba e la Florida a nuoto? 53 ore. E c’è solo una persona che l’abbia mai fatto al mondo: Diana Nyad.
Questo talk, lo dico subito, è stupendo. Lo so, lo dico spesso ma questo è veramente una bomba. La storia di una donna che ha provato per 5 volte a percorrere quella distanza in uno dei mari più pericolosi del mondo, tra squali e cubomeduse (sì, si chiamano cubomeduse), ha fallito per 4 volte e alla quinta ce l’ha fatta.
Un talk fatto bene anche tecnicamente: inizia seguendo la regola dello “show, don’t tell”, ha delle parti commoventi e delle parti che fanno molto ridere, racconta una storia con un grande messaggio. Da mettere tra i preferiti, insomma.
Ah, stavo dimenticando una cosa: quando ha compiuto l’impresa aveva sessant’anni. Così magari ce lo ricordiamo quando diciamo “Eh, ma ormai non ho più l’età per [INSERIRE COSA A CASO CHE NON VOGLIAMO FARE]”.
Iscrizione richiesta: speciale podcast
Io ho una grande passione per le storie di sport, come avrai visto anche dal TED Talk qui sopra. E questa settimana ti consiglio un podcast che mi appassiona parecchio, ovvero Rimbalzi.
Un podcast del giornalista sportivo Angelo Carotenuto, che ha anche una newsletter che si chiama Lo Slalom (che però è a pagamento), in cui si raccontano storie di sport, di sportivi e sportive, al massimo in venti minuti. Storie di calcio, ciclismo, ippica, di persone che hanno vinto e perso, l’epica delle avventure, delle vittorie e delle sconfitte.
Io personalmente ammetto di ascoltarlo spesso mentre lavo i piatti. Ma va bene in tutti i momenti della giornata.
Le mie puntate preferite fino ad ora sono quelle su Fabien Barthez, il portiere della Francia ai Mondiali del 2006, sulla sciatrice Sofia Goggia e su Varenne, il cavallo che ha vinto tutto. Sembra pazzesco, ma sulla puntata di Varenne mi sono commosso. Incredibile, vero?
Dove ti trovo in questi giorni?
Un breve riepilogo delle mie prossime serate, in caso volessi venirle a vedere. A me farebbe solo piacere, e scusa la rima.
Giovedì 13 Aprile: Poetry slam a Parma, a ColonneVentotto (in Borgo delle Colonne 28, per l’appunto);
Venerdì 14 Aprile: Poetry Slam all’ARCI Bellezza a Milano (in Via Bellezza. Eh sì, solo posti che si chiamano come la via dove stanno);
Martedì 18 Aprile: Stand up comedy all’Exalge a Milano (in Via Ferrucci 5. Stavolta la via è diversa dal nome del locale).
PS: sto scrivendo uno spettacolo nuovo. Debutta il 4 Maggio a Milanoe si chiama “Senti e trema: poetry slam, stand up comedy e twerking”. Ma te ne parlerò meglio in futuro.
Una poesia breve per chi ha poco tempo
rientrare
a notte
al tetto
illuminare
spegnere vedere
la notte vedere
incollato al vetro
il viso(Senza titolo - Samuel Beckett)
Quanta roba questa settimana, veramente tanta roba. Spero ti sia piaciuta, se ti va fammelo sapere. Se poi vuoi anche condividere la newsletter, per far sapere quanto ti è piaciuta, mi fai solo contento.
Ci risentiamo giovedì prossimo, intanto.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
PS: in caso avessi bisogno di una consulenza sul public speaking, o volessi portarlo nella tua azienda, ti ricordo en passant che tengo delle consulenze personalizzate. Non si sa mai, magari ti serve.
“Nessuno ci toglierà i balli che abbiamo ballato”
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di comunicazione, customer care e poetry slam. Ho un progetto che si chiama “Complimenti”, unisce queste tre cose e aiuta le aziende a migliorare.
Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Organizzo poetry slam e insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni abbiamo un’agenzia che si chiama Slam Factory. La nostra trasmissione “Poetry Slam!” la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho scritto 5 libri e un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.