Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è nonproprio, la newsletter sul public speaking che oggi parte che sembra sia una specie di roba alla Marco Montemagno ma poi no, fidati, non lo è. Anche perché Montemagno chiede 5.000 euro per un’ora di consulenza a distanza, e io con 5.000 euro posso arrivare ad almeno 50 ore di consulenza. Forse anche 100, se le birre le porti tu.
Ci sono due cose che sopporto pochissimo: quando non ci si prova nemmeno, e quando invece si esagera a dimostrarsi i migliori. A meno che tu non sia Ibrahimovic, ovviamente.
Oggi vorrei concentrarmi sulla prima parte, anche perché con il volersi mostrare i migliori a tutti i costi ci hanno abbondantemente rotto le scatole stuoli di finti influencer che intorbidano Instagram “come una scodella di bagna cauda” (cit.).
Molte volte si crede che basti fare il minimo e restare sotto traccia, non farsi notare troppo, dire il meno possibile, e non fare errori per andare bene. Certo, se vuoi che nessuno si ricordi di te, questo è il metodo migliore. Se vuoi avere il dono dell’invisibilità, magari ci arrivi pure. Non dico che devi essere sempre “al top”, come dicono quelli a cui sembra che vada tutto sempre benissimo, ma almeno impegnati, maledizione!
Vediamo 3 suggerimenti per fare del proprio meglio quando si deve affrontare una presentazione in pubblico. Sono facili, fidati, e potrebbero servirti.
Una vita da mediano?
Io non sono mai stato un centravanti. Nella vita credo di aver segnato 2 gol in tutto, e anzi, sono stato praticamente sempre in porta. Allo stesso modo suono il basso, non esattamente lo strumento di punta nelle band. Quindi diciamo che non sono esattamente quello che spicca di più in campo oppure quando si suona. Eppure ciò non vuol dire che bisogna stare nascosti e non farsi sentire.
Oggi faccio come quelli fighi, e ti presento “Le 3 P del successo”. (Madonna, mi vergogno di me stesso per questa definizione. Scusami, davvero).
Provare, provare, provare
Quando si parla dei grandi campioni, spesso si sottolinea la loro abnegazione. Hanno un talento smisurato, eppure si allenano senza sosta e più duramente degli altri. C’è una storia su Kobe Bryant per cui un suo compagno di squadra provava ad arrivare prima di lui in palestra e non ci riusciva mai, neanche arrivando 4 ore prima dell’allenamento.
Cosa voglio dire con questo? Che uno dei metodi migliori per sentirsi a posto e sapere che si è fatto tutto il possibile è provare. Verificare che tutto funzioni, allenarsi davanti allo specchio, chiedere a qualcuno di osservarci quando ripetiamo, riprenderci e rivedere. In questo modo, anche se andrà male, sapremo di aver fatto tutto il possibile. Poi, come succedeva a Kobe Bryant, nonostante tutto l’allenamento, può sempre capitare di perdere la partita. Succede, non ne facciamo un dramma.
Pensa al meglio
Quando si fa tutto il possibile, può capitare di vincere. Quando ci si tiene bassi come aspettative, può capitare di non perdere, ma di sicuro non si vince. Mai.
In un libro che si intitola Top dog: the science of winning and losing viene mostrata una ricerca in cui si fa vedere che, dovendo segnare un punto, se si tira per non perdere, il giocatore segna il 62% delle volte. Se invece si tira per segnare il punto della vittoria, il giocatore segna il 92% delle volte. Cosa vuol dire? Che se proviamo a vincere invece che puntare a non perdere, abbiamo più possibilità. Perché non provarci allora? Lo dice la scienza!
Pensa al peggio
Certo, può capitare che tutto vada male. Ma anche andasse male, cosa potrebbe accadere di così terribile? Finirebbe tutto, arriverebbe l’Apocalisse, crollerebbero le Mura di Gerico? E ci sarà sempre un’altra occasione per recuperare. Di sicuro, se hai fatto del tuo meglio, le possibilità che tutto crolli si abbassano.
Il TED Talk della settimana
Diamo sempre per scontato molte cose. I colori, ad esempio. Eppure bisognerebbe pensare che i colori per come li vediamo noi non esistono, ma sono soltanto il modo in cui il nostro occhio reagisce agli impulsi visivi. Pensa a chi soffre di daltonismo, non vede i colori come gli altri. Pensa poi, estremizzando, a cosa potrebbe essere vedere solo in bianco e nero, o, meglio, in scala di grigi. Questo è quello che succede a Neil Harbisson, artista che a causa di una rara malattia non vede i colori. Allo stesso tempo, è anche considerato il primo cyborg al mondo perché riesce a vedere i colori tramite impulsi sonori. Come vede il mondo lo spiega lui stesso in questo TED Talk in cui fa anche sentire al pubblico qual è il suono del rosso oppure del giallo. Un bel modo per capire come non bisogna arrendersi e bisogna accettare anche la possibilità che il cambiamento tecnologico ci aiuti più di quanto ci faccia male.
I listen to color
Il Santo del giorno
Oggi festeggiamo San Gaspare del Bufalo, che è anche abbastanza recente come Santo visto che visse tra il Diciottesimo e il Diciannovesimo secolo e si ribellò a Napoleone rifiutando di prestare fedeltà all’imperatore. Cioè, era uno forte però aveva un segreto: il suo nome completo era Gaspare Melchiorre Baldassarre, perché era nato il giorno dell’Epifania. Giustamente i genitori hanno pensato di chiamarlo come i 3 Re Magi. Non uno, tutti e 3 li hanno scelti. A questo punto potevano chiamarlo pure Gaspare Melchiorre Baldassarre Oro Incenso e Mirra.
Questo ne fa il santo protettore di quelli che hanno dei nomi composti ridicoli e anche il protettore di quelli che si chiamano nello stesso modo del santo del giorno in modo da risparmiare facendo un regalo solo per compleanno e onomastico. E pure per la Befana. Massima solidarietà per chi è natə il giorno della Befana o peggio ancora a Natale. Vi sono vicino, so che è una condizione brutta.
(San Gaspare nella sua famosa espressione “Ma grazie, non dovevi.”)
Sport inutili e dove trovarli
Oggi parliamo di uno sport che in realtà è pure divertente. Si tratta della Cardboard Tube Fighting League, ovvero una gara di mazzate con i tubi di cartone. Quelli del domopack, hai presente? Ecco, c’è gente che si organizza e si incontra e vince chi riesce a rimanere con il tubo integro fino alla fine.
Appena finisce questo obbligo del distanziamento sociale organizzo il campionato italiano al Parco Sempione, comincia a mettere da parte i tubi. Un consiglio: non usare quelli della carta igienica perché mi sa che sono troppo corti.
E pure questa settimana l’abbiamo portata a casa. Ci risentiamo settimana prossima.
Se ti va, puoi condividere la newsletter con qualcunə a cui potrebbero interessare dei suggerimenti sul public speaking. O anche su San Gaspare, non si sa mai cosa può piacere alle persone.
Un abbraccio nonostante il coprifuoco
Ciccio
Questa newsletter è stata scritta ascoltando questo concerto di Ivan Graziani, uno dei cantautori italiani più sottovalutati. E invece era un genio, sia come cantante sia come chitarrista. Io personalmente adesso sto in fissa con “Monna Lisa”, la ascolterò tipo 15 volte al giorno.