Poi un giorno ti racconto di quella volta in cui un’azienda mi chiamò a fare 4 lezioni di public speaking, e solo dopo aver firmato il contratto e accettato il preventivo ho scoperto che non stavano in Via La Spezia a Milano come avevo capito al telefono, ma a La Spezia città. Che mi piace anche, come città, però ecco, mai una cosa comoda, nella vita.
Vado subito al dunque: questa settimana ti chiedo un favore. Così, brutale, secco, senza por tempo in mezzo.
Un favore facile, che ci metti due minuti al massimo, ma che per me sarebbe molto utile: ti andrebbe di rispondere a un sondaggio?
Sono 10 domande, quasi tutte a risposta multipla tranne la prima e l’ultima, e mi servono per capire meglio come muovermi l’anno prossimo. Sono domande su cosa ti piacerebbe avere da un corso di public speaking, se preferiresti che fosse in presenza oppure online, di cosa vorresti che parlasse, insomma, alcune informazioni che per me sarebbero molto utili.
Le risposte sono anonime, quindi non ti tartasserò di offerte, mail per pregarti, informazioni e tutto il corollario. Si tratta proprio di un favore personale. Certo, se poi ti andasse di fare un corso di public speaking o di ricevere una consulenza, tanto meglio!
Ti ringrazio già in anticipo, so che posso contare su di te.
Il TED Talk della settimana
Il TED Talk di questa settimana è strano perché lo speaker ha uno sca**o incredibile. Sembra che non abbia voglia ma in realtà è tipo quel professore simpatico che avevi al liceo ma che non rispecchiava esattamente il cliché del professore.
Comunque, il motivo per cui l’ho scelto è uno: parla di dinosauri e avevo voglia di vedere un TED Talk sui dinosauri. Oltre a questo, risponde a una domanda a cui magari non hai mai pensato ma ci puoi pensare adesso: che fine hanno fatto i dinosauri giovani? I baby dinosauri? Perché si trovano solo resti di dinosauri adulti?
La risposta la trovi qui, ed è così semplice che ci si chiede perché gli scienziati non ci abbiano pensato prima. Era proprio davanti agli occhi.
Errata ironia
Nella scorsa newsletter ironizzavo sul fatto che su Instagram si cerca di fregare l’algoritmo scrivendo tipo “s3ss0”, “C4zzo”, insomma si mascherano le parole proibite che potrebbero non piacere all’algoritmo, e dicevo che oggi abbiamo intelligenze artificiali che parlano in linguaggio naturale e quindi figurati se non riuscivano a smascherare questi trucchi.
Il mio amico Filippo Lubrano, poeta, scrittore, esperto per l’internazionalizzazione nei mercati asiatici di startup e aziende, ingegnere ed esperto di intelligenze artificiali mi ha fatto notare privatamente che invece è vero, “l’Algospeak (cioè quella roba di mettere 4 al posto delle A e 1 al posto delle i) è utile davvero, perché le IA non sono così intelligenti come sembrano, e i filtri dello shadowban, specie sull’italiano, sono spesso facilmente raggirabili”.
Quindi ho fatto della facile ironia senza fondamenti, e ringrazio Filippo che mi ha insegnato una roba nuova.
Anche per sdebitarmi con lui, consiglio il suo ultimo libro Antropologia per intelligenze artificiali, in cui analizza le IA da un punto di vista, per l’appunto, antropologico e prova a dare delle risposte a questioni etiche e non solo sull’utilizzo delle intelligenze artificiali.
Sì, ma nessuno te l’ha chiesto
La rubrica di consigli non richiesti ma che ti può sempre servire, vai a sapere.
Questa settimana consiglio un disco. Una roba strana di qualche anno fa, ovvero i Radiohead suonati con l’ukulele da Amanda Palmer (tra l’altro autrice di uno dei TED Talk più famosi e belli della storia): Amanda Palmer Performs the Magical Hit of Radiohead on her Magical Ukulele.
Perché te lo consiglio? Perché se anche a te piacciono le cover fatte bene ma senza pretenziosità, questo è un gran bel disco. Poi prende i Radiohead, una band comunque complessa, e la riduce all’osso con quelle quattro cordine dell’ukulele. E le canzoni rimangono sempre incredibilmente belle.
Se ti interessa saperlo, la mia preferita è Idioteque.
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Ho creduto
di essere facilmente riconoscibile
dal mio leggiadro anulare
(ora tutto ingobbito)
e dal cane piumato
che mi accompagna.
Ho creduto di poter essere
una nappina appesa al Suo abat-jour,
Donna Decrepitudine.
La sabbia rosicchia la mia sagoma.
Scompaio,
divengo con lei una cosa sola.(C’è modo e modo di sparire - Nina Cassian)
La strana newsletter di questa settimana finisce qui. Se non hai risposto ancora al sondaggio sul public speaking, sei in tempo per farlo. Avrai la mia stima imperitura.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
PS: la prossima settimana ci sarà il Black Friday. Visto che mi piace essere anticonformista come tutti, lo faccio anche io. Preparati.
“Nessuno ci toglierà i balli che abbiamo ballato”
(proverbio argentino)
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking e poetry slam.
Faccio corsi per parlare in pubblico sia dal vivo sia online, e anche consulenze singole.
Organizzo poetry slam e insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni abbiamo un’agenzia che si chiama Slam Factory. La nostra trasmissione “Poetry Slam!” la trovi su Prime Video.
Ho scritto 5 libri e un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione e mezzo di visualizzazioni quasi a mia insaputa.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.