Oggi ho finito di vedere The Last Dance su Netflix. La storia dei Chicago Bulls di Michael Jordan, della loro ultima stagione vittoriosa con diversi flashback sul passato.
Quello che mi ha affascinato, soprattutto, è stata la capacità di descrivere in maniera sfaccettata una squadra di campioni. Siamo soliti pensare alle star come a dei monumenti, personaggi che non sbagliano mai. Poi invece vai a vedere meglio e hanno commesso i loro errori, sbagliato l’ultimo tiro, si sono comportati male con i compagni di squadra e, imparando, sono diventati grandi. Continuando a sbagliare, peraltro.
Uno dei motivi per cui mi piacciono le biografie è proprio questo: riducono l’eroe a essere umano e fanno vedere il retroscena, il processo necessario per arrivare, a volte, alla vittoria. A volte peraltro, mica sempre.
Facendo i poetry slam (per chi non lo sapesse, delle sfide tra poeti in cui il vincitore è decretato da una giuria scelta a caso tra il pubblico) e, in generale, esibendomi, ho capito che non sai mai quello che ti può capitare. E che in ogni caso l’importante è aver avuto il coraggio di salire sul palco ed esibirsi. Male che vada, qualcosa avrò imparato e, alla fine dei conti, ci sarà sempre un altro palco sul quale salire il giorno dopo.
Come avrai capito, oggi parliamo di errori e di cosa imparare da questi.
*il riferimento nel titolo ovviamente è al Negroni sbagliato, che nacque da un errore fatto così bene da mantenere lo sbaglio nel nome. Non succede sempre eh, però dimostra che a volte l’errore è salvifico. E al limite ci si può sempre bere su.
3 consigli giusti per sbagliare
Lo so, l’etica del “Fail again, fail better” è ormai abusata, tutti parlano degli errori, che bisogna sbagliare, che se non fai non sbagli e bla bla bla. In realtà sappiamo benissimo che non è così, che l’errore e il fallimento possono essere marchi indelebili e fare la fortuna di centinaia di terapisti. Che, almeno loro, da questo ci guadagnano.
Vediamo 3 consigli per imparare dagli errori e guadagnarci qualcosa anche noi.
1) Errata corrige
Anni fa scrivevo una newsletter tipo questa, e mi ero messo a studiare come migliorare le performance della mail. Tra i suggerimenti che avevo letto, uno di questi era: “Se fate un errore, mandate una mail di errata corrige. Solitamente queste mail hanno tassi di apertura migliori”. Che sembra una scemata, ma invece è vero. Se ti arriva un mail con scritto bello grande [ERRATA CORRIGE] in alto, ti viene la tentazione di andare a vedere cosa hanno sbagliato nella mail precedente che magari non avevi neanche aperto. Un po’ la “Sindrome da incidente stradale”, come quando si formano le code per curiosi in autostrada che rallentano per vedere l’incidente nell’altra corsia. La disgrazia, ammettiamolo, suscita curiosità. Ma anche grande empatia.
Se per un qualsiasi motivo, parlando in pubblico, sbagli qualcosa, ti dimentichi un pezzo o ti impappini, nessun problema. Chiedi scusa e riprendi l’argomento, vedrai che si scatenerà un’empatia gigantesca da parte del pubblico se saprai giocartela bene. Solitamente scatta anche l’applauso.
Occhio però: una volta va bene, due volte ancora ancora, alla terza c’è il forte sospetto che tu non abbia studiato proprio. Quindi è da usare con parsimonia. Però funziona.
2) Dimentica subito, ricorda dopo
Soprattutto le prime volte, capita sempre di sbagliare. Fa parte del normale processo di apprendimento. La cosa fondamentale è dimenticarsi subito dell’errore, per ricordarselo la volta successiva e non farlo più.
Esempio classico: durante la presentazione ti accorgi che hai dimenticato di inserire una slide. Succede, nella fretta. Dimenticati di quella slide, vai avanti senza pensarci più fino a quando torni a casa. Poi inseriscila di nuovo e, se devi spedirla, segnala che hai inserito del materiale nuovo rispetto a quello che hai presentato. Farai anche una bella figura perché aggiungerai qualcosa a quello che già sanno.
3) Non funziona niente
Il proiettore non va, non puoi proiettare le slide, in sala fa troppo freddo e il pubblico è distratto, hanno tagliato 20 minuti del tuo intervento e vorresti sfasciare tutto. Ci siamo passati tutti, prendila come un buon modo per rimescolare tutto e magari ti accorgerai che le slide non servivano, oppure che riesci a intrattenere e interessare il pubblico anche se appare distratto, oppure che avevi messo troppa roba inutile e la presentazione funziona benissimo anche con 20 minuti in meno. Non sto dicendo che “la crisi è un’opportunità” perché questa frase la lascio ai guru scarsi del marketing, sto dicendo che si può imparare anche dalla tragedia. Sperando non succeda mai più, ma in caso rimanendo preparati a ogni evenienza.
Il TED della settimana
Da piccolo avevo un libro di origami, ma sono sempre stato negato. Sono riuscito giusto a fare qualche ranocchia, e guardo con invidia a chi riesce a piegare la carta e farla diventare un’opera d’arte.
Il TED di oggi parla proprio di origami, ma non dei soliti cigni, ranocchie e scatolette. Qui si parla di origami generati dal computer, delle formule matematiche applicabili e di come gli origami siano andati nello spazio.
Ah, se non capisci nulla di matematica non ti preoccupare, è comprensibile anche a chi non ne mastica niente di formule e teoremi. Come me, ad esempio.
La matematica dell’origami
Aggeggi inutili e dove trovarli
Girando su un noto sito di ecommerce, ho trovato una roba che si chiama “Car desk”. Mi sono detto: “Ohibò, che comodità, un tavolino da automobile!”. L’unico problema è che non credo sia molto consono al Codice della strada lavorare mentre la macchina è in movimento.
Dicono che possa essere utilizzato anche come tavolino per mangiare. Anche questo molto comodo, ma solo se sei l’Ispettore Smith che deve fare un appostamento per incastrare qualche malvivente. Comunque se te lo stai chiedendo sì, esiste davvero e lo puoi trovare qua.
Lo status Facebook della settimana
E anche per questa settimana è tutto. Se hai voglia, fammi sapere cosa ne pensi di queste newsletter, mi sarebbe molto utile per capire gli errori che faccio!
Se vuoi girarla a qualcuno a cui pensi interessi l’argomento, fallo pure. Anzi, è altamente consigliato.
Abbracci e saluti come se piovesse
Ciccio
La newsletter di questa settimana è stata composta ascoltando questo live dei Garbage. Ne approfitto per dire alla cantante Shirley Manson che la amo come fosse ancora il 1996 e che se volesse incontrarmi mi rendo disponibile.
Io ho adorato lo status facebook della settimana. Tra l'altro una volta risposi ad un annuncio strano con una risposta ancora più strana. L'annuncio diceva: "Cercasi stagista da coccolare". Io risposi " Sono un po' troppo grande per essere uno stagista ma mi piacciono le coccole". Presa! e storia di una grande amore professionale. Mai dire mai.