Ieri avevo due ore libere, quelle ore tra le 2 e le 4 del pomeriggio in cui non riesco a fare quasi niente perché il mio bioritmo cala clamorosamente, e ho fondato una rivista. Al momento ho solo il titolo e so che tratterà di toreri, poesie e contenitori. Sarà che inquell’orario in cui cala il bioritmo mi vengono le peggiori e le migliori idee, ma te ne parlerò.
Oggi ritorna “TED’s Anatomy”, la rubrica molto poco periodica in cui guardiamo un TED Talk, lo analizziamo e vediamo come e perché funziona se funziona e come e perché non funziona se non. Tautologico ma rende l’idea.
Ho visto un TED Talk che se dovessi analizzarlo in maniera scientifica, seguendo le regole del public speaking, utilizzando gli strumenti che conosco, direi che è tutto sbagliato. Eppure è perfetto, funziona e, anzi, è tra i TED talk più visti della storia. E parla di org@smo.
(lo scrivo alla maniera di quelli che vogliono ingannare l’algoritmo e quindi scrivono org@smo e non “orgasmo” in modo che l’algoritmo non capisca e non li banni dalla piattaforma. Certo, in un mondo in cui l’intelligenza artificiale capisce le domande fatte in maniera naturale e risponde in maniera coerente, l’algoritmo non distingue un org@smo da un orgasmo. Certo, come no, sicurissimo.)
Insomma, dieci cose che non sapevi sull’orgasmo. E al contrario dei post “10 cose che nessuno ti dice” e poi sono delle putt4n4te conosciutissime (oggi sì, voglio proprio andare nella cartella spam per turpiloquio nascosto male) qui ci sono veramente 10 cose che probabilmente non sai. Ma non è quello il punto.
Partiamo dal talk, lo metto qua se vuoi vederlo prima, ma poi lo linko di nuovo in fondo. Farò in modo che sia comprensibile anche senza averlo visto ma ti assicuro che almeno la voglia ti verrà. E sì, il doppiosenso su voglia era voluto. E anche il gioco di parole voglia/voluto però ora basta sennò veramente non ne usciamo più.
Ecco il talk.
Cosa c’è che non va, allora?
Tutti i corsi di public speaking ti diranno: occhio a dove metti le braccia, occhio a come ti muovi, se ti muovi troppo comunichi tensione. Oh, lei mette il famoso “braccio ad anfora” che io utilizzo esattamente come esempio dei “gesti parassiti”, quei gesti fastidiosi da vedere all’esterno e che facciamo senza accorgercene come ad esempio grattarsi la barba, molto comune negli uomini.
E poi si muove senza senso sul palco, va avanti e indietro, guarda lo schermo (e io lo dico sempre: “Non guardate lo schermo alle vostre spalle”). Un disastro, tecnicamente parlando.
E poi i tempi comici sono giusti una volta su due, lo senti proprio che in alcuni punti dovrebbe esserci una risata ma non c’è, e se solo avesse portato meglio la battuta e gestito meglio la pausa…
E la vergogna, che io capisco benissimo che si parli di orgasmi però sei una studiosa, suvvia, fai bene il tuo mestiere, sii professionale, non ridere da sola, non comunicare l’ansia. Insomma, ci sarebbero tutti gli ingredienti per il disastro.
E invece sono stati tra i 17 minuti meglio spesi della mia vita.
Che bel talk imperfetto
Certo, parlare di sesso sicuramente aiuta. Ma come possiamo parlarne? In maniera sboccata, oppure in maniera stupida, oppure semplicemente in maniera naturale, facendo vedere quanto sia divertentissimo e ridicolo al tempo stesso. Quanto sia stato studiato in maniera approfondita ma cercando di mantenere un tono distaccato e che per questo oggi fa ancora più ridere.
Mary Roach è meravigliosamente se stessa. Certo, avrebbe potuto essere più divertente in alcuni punti, ma avrebbe finito per essere troppo dedita soltanto alla risata facendolo diventare un pezzo di stand up comedy e non un talk che vuole insegnare qualcosa. Ci fa ridere raccontando quello che a lei fa ridere, e non si vergogna a far vedere il video del Governo danese in cui si spiega come gli allevatori devono stimolare piacevolmente le scrofe per farle essere più produttive.
Giuro, non pensavo che potesse esistere, ma è uno di quei video che ti fa venire voglia di dire alle persone che conosci “Nooooo, ti devo assolutamente far vedere questo video!”.
Certo, magari non ne parlerei al pranzo di Natale con i parenti, poi vedi tu.
Comunque, la questione è semplice: oltre all’utilizzare uno schema che funziona, ovvero quello delle 10 che forse non sai, la speaker trasmette una grandissima gioia e passione per quello che ha studiato e continua a studiare, e questo va oltre ogni spiegazione tecnica che posso e possiamo dare.
Se ti appassiona quello che fai, e non te ne vergogni, riesci anche a spiegarlo bene.
Hai voglia a studiare i movimenti, le pause, le slide. Se un discorso rimane tecnicamente perfetto ma poco appassionato, tuttalpiù può essere carino, e a me il carino non è mai piaciuto.
Se non l’hai visto prima il talk, puoi guardarlo ora. O riguardarlo come mi sa che farò io quando riceverò la newsletter.
10 cose che non sai sull’orgasmo
Sì, ma nessuno te l’ha chiesto
La rubrica che ti consiglia cose da leggere, guardare, ascoltare anche se a te non interessa. Io lo faccio ugualmente.
Cosa sto guardando
Mi era molto piaciuto The Last Dance su Netflix, il documentario sui Chicago Bulls di Michael Jordan. Ora, non credo di dover fare come fanno su Il Post che spiegano tutto anche in maniera eccessiva dicendo ad esempio “La famosa squadra di basket e il più famoso giocatore di basket di tutti i tempi”. Insomma, sappiamo di chi stiamo parlando.
Molto meno conosciuta la serie che trovi su RaiPlay (sempre sia lodata, RaiPlay) e che parla della Juve Caserta, squadra di basket oggi decaduta e fallita varie volte ma che negli anni Ottanta fu una vera e propria rivoluzione arrivando a vincere uno scudetto. Anche se non capisci nulla di basket, potresti appassionarti anche se il titolo francamente non mi fa impazzire: si chiama Scugnizzi per sempre.
Cosa sto ascoltando
Domitilla Ferrari viene nominata abbastanza spesso in questa newsletter, non solo perché è mia amica ma soprattutto perché è brava. Ha scritto e condotto un podcast che si chiama Ti faremo sapere, che parla del mondo del lavoro e, ci scommetto, ti farà venire voglia di rimettere mano al curriculum.
Imperdibile la puntata con il Preside calabrese di un importante liceo milanese e che, a dispetto dei molti anni passati a Milano, sembra sia andato via da Catanzaro Lido l’altro ieri. Calabria Pride dentro questo cuore di sbarbo.
Cosa sto leggendo
Non so tu, ma io ho una fissazione per Sandro Pertini. In questi giorni sto leggendo Il combattente. Come si diventa Sandro Pertini di Giancarlo De Cataldo e mi sta piacendo anche perché è una biografia atipica.
Aggiungo una cosa: l’ho preso in biblioteca. Ogni volta che vado in biblioteca rimango stupito dal poter leggere gratis un sacco di libri. Dovremmo sempre averla, la tessera della biblioteca.
Venerdì sto a Torino, ci vieni?
Venerdì 10 alle 21 porto il mio spettacolo Senti e trema alla Luna’s Torta di San Salvario, mio luogo del cuore e se ci vieni diventerà anche il tuo di sicuro.
Ci vediamo là? Ingresso libero, matte risate.
Aggiungo che probabilmente poi con gli spettacoli miei se ne parla l’anno prossimo, quindi vedi tu cosa fare.
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Le pesche vellutate e le susine
nel cesto centrotavola e metà
melone svelano la vanità
dell’esistenza e il senso della fine.L’aria stantia della cucina è torbida
e quanto più passano le ore fosca.
Spigolosissimo un ronzio di mosca
si insinua. Come intorno al nucleo orbitaspostandosi e spaziando un elettrone
un’altra è intrappolata in un bicchiere,
mentre la prima atterra sul melone.Le pesche gialle sembrano più rosse
e le violacee susine nere.
Non c’è un teschio, ma è come se ci fosse.(Natura morta con pesche e susine - Alfonso Maria Petrosino)
Per questa settimana è tutto, forse ho scritto pure un po’ troppo, che ne dici?
Ci risentiamo la prossima settimana, ti dovrò chiedere un favore probabilmente. Una roba facile eh, senza sbattimenti.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
“Nessuno ci toglierà i balli che abbiamo ballato”
(proverbio argentino)
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking e poetry slam.
Faccio corsi per parlare in pubblico sia dal vivo sia online, e anche consulenze singole.
Organizzo poetry slam e insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni abbiamo un’agenzia che si chiama Slam Factory. La nostra trasmissione “Poetry Slam!” la trovi su Prime Video.
Ho scritto 5 libri e un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione e mezzo di visualizzazioni quasi a mia insaputa.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.