Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è nonproprio, la newsletter settimanale che solitamente esce il mercoledì a orario variabile ma abbastanza in tempo. Se è la prima volta che la leggi, ti ringrazio per avermi scelto e spero non te ne pentirai. Se l’hai già letta altre volte, ti ringrazio per la tua fiducia. Se non l’hai mai letta né la stai leggendo in questo momento né hai intenzione di farlo in futuro, mi chiedo con chi io stia parlando.
Mio nonno Saverio era un esperto di brindisi. Era rinomato nel paese perché quando c’era lui alle feste, ai matrimoni, alle cene, potevi stare sicurə che a un certo punto si sarebbe alzato e avrebbe cominciato, bicchiere in mano, a dedicare un brindisi a tuttə. Diciamo che brinda adesso, brinda dopo, dopo un po’ la voce si impastava leggermente ma avrebbe continuato imperterrito fino alla fine dei commensali.
Io credo di aver preso questa abilità da lui. Una volta a una cena aziendale ho improvvisato brindisi per tutti i presenti, e uno disse al mio capo: “Ma perché non lo licenzi?”. Il mio capo di allora rispose: “In realtà lo tengo solo per questo”.
Mi sono sempre piaciuti i brindisi. Sono momenti informali ma di grande attenzione, e tutti ci tengono a fare bella figura con gli ospiti. E dai brindisi possiamo imparare parecchie cose anche sul parlare in pubblico, visto che di sicuro non si possono fare da soli.
Quindi, anche se i cenoni sono vietati, se non ci possiamo vedere da vicino, se in generale sembra che le altre persone siano da evitare come la peste, alleniamoci per quando potremo tornare ad abbracciarci, a mangiare insieme, a battere i bicchieri uno contro l’altro. Non vedo l’ora. Io mi sto preparando, è questa la novità (cit.)
Le regole del brindisi
Ci sono quellə che non si alzerebbero mai dal tavolo per declamare un brindisi. Però quando si è in un piccolo gruppo spesso si è quasi obbligati a farlo, e prima o poi tocca a tutti. Che poi è la stessa cosa che avviene in qualsiasi gruppo di lavoro, alla fine bisognerà pur dire qualcosa. Ecco allora 3 regole per fare un ottimo brindisi, o un ottimo intervento. Magari sul lavoro l’intervento in rima è sconsigliato, ma non si può mai dire.
1) KISS
Gli Americani usano spesso questa formula del KISS. Che non vuol dire limonare chi partecipa a una cena o a una riunione, anche se potrebbe essere più piacevole. Vuol dire Keep It Short and Simple. Ovvero sii breve e concisə.
Non dare retta a tutte le voci che hai nella testa, a tutte le idee che ti frullano, ai percorsi laterali che il tuo cervello proverà a percorrere. Scegli un argomento e tieniti centratə su quello. Vuoi fare un brindisi a Letizia che ha cucinato? Ecco, dimenticati che magari Letizia sa fare anche la maglia. Fai il brindisi sulla cucina. E non dilungarti. E non perderti dietro i particolari.
Che poi sarebbe una regola d’oro in ogni riunione. Se tuttə fossero concentratə su quello che davvero devono dire, senza badare alle supercazzole, quegli interminabili e inconcludenti meeting durerebbero sicuramente meno.
2) La poesia
Il mio metodo di public speaking si chiama Public Poetry Speaking, perché usa anche delle tecniche poetiche. Una tecnica tra le più conosciute è la rima. Ci consente di dare musicalità alla frase, ci rende facile memorizzarla, e dà sempre un tocco in più.
Occhio però a non incastrarti e a usare rime facili. Se chiudi una frase con “yogurt”, andare avanti la vedo difficile.
Non ti suggerisco di parlare in rima durante una riunione, ma magari citare una frase poetica o di una canzone potrebbe aiutarti a far memorizzare meglio le tue parole.
3) Tieni gli occhi fissi sul pubblico
Solitamente chi fa un brindisi ha un andamento ondeggiante con il bicchiere levato che punta a coinvolgere tutta la sala, e il brindisi di solito si conclude puntando il bicchiere verso la persona destinataria. Ecco, impara ad abbracciare tutti con gli occhi, e a non far sentire nessunə esclusə. Sarà molto più semplice comunicare.
Spero ti siano utili questi consigli per le prossime riunioni o per quando, speriamo presto, torneremo a fare cene e a bere con amicə e parenti. Intanto, Prosit!
Il TED Talk della settimana
Una volta il mondo della musica era facile. Incidevi un disco, lo vendevi, ti pagavano.
Poi è arrivato lo streaming, i compensi sono calati e i musicisti hanno dovuto trovare altre vie per sostenersi. Uno di questi è Jack Conte, che quando ha visto calare i compensi dei dischi ha cominciato con YouTube, poi anche YouTube è calato e allora ha creato Patreon, un servizio in cui sono i fan a sostenere direttamente l’artista.
Ne parla in questo TED, e io ammiro moltissimo la sua gioia e il suo entusiasmo quando ne parla. Potrai notare che non trattiene nulla, è pure energia.
(è sottotitolato. Clicca sulla rotellina dentata e poi su “Sottotitoli” e scegli Italiano. O Hindi, dipende da che lingua preferisci, insomma.)
Il Santo del giorno
Oggi niente Santo di oggi, ma abbiamo il Santo di domani. Si tratta di San Francesco Saverio, quindi sappi che il mio onomastico il 3 Dicembre. E sì, Francesco Saverio è un nome unico, non è composto. Anzi, è il nome Saverio che deriva da San Francesco Saverio. E sì, il mio nome completo è Francesco Saverio. Come mio nonno, quello di cui parlo sopra, ma che tutti chiamavano Saverio. Chissà perché a me Saverio non mi ha chiamato praticamente mai nessuno.
Comunque, San Francesco Saverio fu il primo missionario ad arrivare nel Cipango, ovvero in Giappone, ma gli andò malissimo e lì convertì pochissime persone. Si sa, sfondare in Giappone è difficile. Non ce l’ha fatta neanche la Pausini in Giappone, per dire.
San Francesco Saverio è patrono delle missioni, e anche delle telecomunicazioni. Insomma, ogni volta che parti in vacanza oppure mandi una raccomandata, ti conviene affidarti a lui. Di queste cose, ne sa.
(Nell’immagine, San Francesco Saverio spara dal cuore un laser a forma di Cristo che squarcia le nuvole e bruciacchia un angelo)
Sport inutili e dove trovarli
Oggi a Milano ha nevicato. Io non ho mai imparato a sciare, ma le rare volte in cui sono andato sulla neve anni fa mi sono lanciato dalle discese innevate con una specie di slittino o peggio ancora usando le buste di plastica.
Ho scoperto che esiste però una competizione ancora più pazzesca sulla neve, ovvero lo shovel racing. In pratica al posto dello slittino si usa una pala. Esatto una di quelle che si usano per spalare la terra, la sabbia o la neve. Ci si siede sopra, si usa il manico come volante, ed ecco qua la versione poveraccia dello slittino!
Che poi si ride e si scherza, ma un professionista di questo sport raggiunge anche i 112 chilometri orari seduto su una pala. Io ho paura anche solo a pensarci, però se continua a nevicare magari vado a cercare una pala e mi lancio da qualche cavalcavia innevato.
Frasi da usare agli aperitivi, anche online
Io non sapevo conversare né ballare. Tutti sapevano qualcosa che io non sapevo.
(Charles Bukowski)
E pure questa newsletter l’abbiamo quasi tramortita. Ci risentiamo settimana prossima, quando sarà possibile fare l’albero di Natale, perché lo sappiamo tuttə che l’albero si fa l’8 Dicembre, vero? O l’hai già fatto?
Tante care cose e un abbraccio di quelli che ancora hai il cappotto addosso e devi entrare a casa.
Ciccio
PS: giovedì 3 Dicembre alle 18 sulla pagina Facebook I Sommelier dei libri c’è la mia rubrica in cui assieme a Matteo Galiano abbiniamo vini e libri. Avremo come ospite Lorenzo Tosa, famoso giornalista e scrittore, mi sembra sia un’occasione da non perdere. Ci sarai?
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” Su Zelig TV.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho una trasmissione settimanale su Facebook che si chiama I Sommelier dei libri in cui, assieme al sommelier Matteo Galiano, abbiniamo libri e vino. Ogni giovedì, alle 18 puntuali.
Ho scritto 4 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie e un manuale tecnico. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
Questa settimana non ho ascoltato un live mentre scrivevo la newsletter ma mi sono innamorato di questa famiglia in cui papà e 3 bambini fanno cover meravigliose. E il bassista suona molto meglio di me, maledizione.