Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter che parla di public speaking e anche altre cose, però la parte centrale è quella, non siamo come la Gazzetta dello sport che si fa chiamare Gazzetta dello sport ma per trovare sport diversi dal calcio devi arrivare a pagina 27. Prima ti devi sorbire pure i risultati del Campionato Nazionale Dilettanti. Dilettanti di calcio, ovviamente.
A meno che tu non abbia vissuto su Marte nell’ultima settimana, avrai notato che si è parlato parecchio di due cose: il monologo di Pio & Amedeo in cui contestano che “non si può più dire niente” perché siamo schiavi del politicamente corretto, e il leggero casino sollevato da Fedez in favore del DDL Zan. In modi diversi, due episodi che fanno vedere quanto le parole siano importanti e quanto sia necessario ragionarci sopra.
Sia chiaro, per me quello che è stato detto da Pio e Amedeo è inaccettabile, e lo stesso fatto che si possa dire in televisione in prima serata su Canale 5 qualcosa di questo tipo vuol dire che la retorica del “non si può più dire niente” e una stronzata. Ma la domanda che mi sono posto e che continuo a pormi è: servirà a qualcosa modificare il linguaggio per modificare la società? SPOILER: per me sì, serve.
Parlare e scrivere a tuttə
Se segui da un po’ questa newsletter, avrai notato che uso lo schwa, ovvero questo segno: ə. Negli ultimi tempi c’è un grande dibattito se usarlo oppure no, se serve a qualcosa, se è davvero neutrə, se non è fastidiosə da vedere. E poi, come si pronuncia? Dobbiamo parlare tuttə in napoletano eliminando l’ultima vocale in nome del fantomatico “politicamente corretto”? Una cosa alla volta.
Perché uso lə schwa
C’è chi dice che, in italiano, non esistendo il neutro bisogna usare il maschile sovraesteso. Te lo insegnano a scuola che si fa così, si è sempre fatto così e allora si fa così punto e basta. Chi dice questo dimentica di considerare che la lingua cambia, si evolve, si modifica. Basta pensare che negli anni Settanta si usava spesso “Ella” come forma di cortesia, mentre oggi se dicessi a qualcuno “Come Ella ben sa…” probabilmente verrei visto quantomeno con sospetto.
Obiezione: “Ma non esiste nella lingua italiana!”
Se è per questo fino a qualche anno fa il segno # significava cancelletto o al limite diesis, ultimamente è diventato hashtag. Quindi non è che se non esiste fino a ora non si può usare. L’alfabeto italiano contiene 21 lettere, quello inglese 27, quello greco antico 24 e non aveva neanche la “V”. Cos’è, vogliamo impedire agli Antichi Greci di dire “Vavavoooma”?
Obiezione: “Ma è impronunciabile!”
Per il momento viene usato nello scritto, nella lingua parlata anche io continuo a usare il maschile sovraesteso perché non ho una soluzione migliore, ma intanto è un primo passo. Non è detto che si imporrà lo schwa nell’uso corrente, magari arriverà qualcos’altro, magari tra qualche anno non ne parleremo più, magari parleremo solo al femminile. Anzi, a proposito…
Obiezione: “Ma che problema c’è a parlare al maschile? Che disagio ti dà?”
Una volta ho ricevuto una newsletter che era tutta scritta al femminile, e confesso che mi sono sentito a disagio perché non mi ci sono riconosciuto. Ecco, ora pensa a chi è donna, transessuale, binariə, gender fluid, agender e insomma a chiunque non si riconosca in tutto o in parte nel sesso maschile, quando legge qualcosa completamente declinato in una forma nella quale non si riconosce. Mi sembra almeno un primo passo per cominciare a pensare che non ci deve essere una predominanza totale del genere maschile usato come se fosse neutro, perché neutro non lo è ma implica una presa di posizione chiara. E bisogna farci i conti.
Obiezione: “Ma questa non era una newsletter che parlava di public speaking?”
Sì, e lo è ancora. Anche quando prova a far riflettere sull’uso che facciamo della lingua, che alla fine dei conti è lo strumento che usiamo più spesso e bisogna trattarlo con cura.
Obiezione: “Le priorità sono altre!”
Questa è un’obiezione così scema che non mi perito neanche di rispondere.
Infine, un consiglio
Se vuoi approfondire, se ti interessa l’argomento o semplicemente chiarire qualcosa, ti consiglio di leggere un libro di Vera Gheno, sociolinguista che di sicuro ne sa più di me sull’argomento. Si intitola Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole e chiarisce anche perché dire Sindaca, Architetta o Avvocata non sia quell’obbrobrio che in moltə pensano ma denota un pensiero profondo dietro. Ah, anche dire “Direttrice d’orchestra” non sminuisce nessuno.
(NB: il link per comprare il libro non contiene affiliazioni, non ci prendo soldi insomma dalla vendita)
Il TED Talk della settimana
Qui sopra cerco di sottolineare spesso l’importanza di non annoiare, di far ridere per quanto possibile il nostro uditorio anche per far capire meglio i concetti.
Uno che questa capacità ce l’ha sicuramente è Luca Perri, divulgatore e astrofisico italiano che in questo TED parla dei premi Ignobel che ogni anno premiano scoperte quantomeno bizzarre ma di grande importanza. Tipo scoprire che le muffe sono più intelligenti degli ingegneri o perché uno spaghetto non si rompe mai in due pezzi.
Finalmente, la grande soddisfazione di mettere un TED Talk in italiano fatto bene!
Il Santo del giorno
Il Santo di oggi era una specie di precursore dell’Erasmus: Sant’Angelo Da Gerusalemme.
Nato e cresciuto per l’appunto a Gerusalemme, e lì entrato nella comunità del Carmelo, fu mandato a Roma per far accettare al Papa la Regola Carmelitana. Poi andò in Sicilia ma non fu accolto benissimo, visto che la Sicilia era diventata in maggioranza Catara (i Catari erano considerati eretici), e insomma dopo qualche tempo lo uccisero a coltellate.
Si dice che un giorno a Roma abbia incontrato San Francesco d’Assisi e San Domenico. E io mi immagino loro 3 che si incontrano, sanno di essere 3 rockstar del Cattolicesimo e per un momento pensano di fondare un supergruppo, un ordine monastico totale per sbancare le classifiche del Vaticano. Pensa che storia sarebbero stati tipo Tozzi, Morandi e Ruggeri quando vinsero a Sanremo con Si può dare di più.
(Sant’Angelo che dice “Ti avevo detto di fare piano con quella spilla che mi facevi male, e invece ecco qua, mi hai punto. Forse punto pure un po’ troppo”)
Meglio di LinkedIn
Ti piace scrivere ma il tuo talento non viene notato dalle grandi case editrici? Il romanzo che faticosamente hai pubblicato ha venduto solo 8 copie? Non disperare, da oggi puoi riciclarti facendo partire una carriera da romanzierə personale!
C’è chi ha fondato un’agenzia nella quale tu vai, racconti la tua storia d’amore, ti fai seguire per qualche giorno nella tua vita di coppia, e loro scrivono il romanzo tuo e dellə tuə partner, con tanto di copertina personalizzata!
Già mi immagino che storie meravigliose se ne potrebbero trarre fuori: il colpo di scena di quando hai dimenticato di comprare i fagiolini al supermercato nonostante fossero sulla lista della spesa, quella volta che siete andatə a pranzo dai suoi e ti sei addormentatə sul divano, quella volta che non hai risposto a un messaggio whatsapp per due ore ed è partita una scenata. Guarda, sto già correndo a comprare il libro!
Frasi da usare agli aperitivi, anche online
Secondo la maggior parte degli studi, la paura numero uno della gente è parlare in pubblico, il numero due è la morte. Cioè, la morte è solo al numero due! Questo significa che, a un funerale, preferiresti stare nella bara piuttosto che fare l'elogio funebre!
(Jerry Seinfeld)
(Grazie a Giovanni che me l’ha suggerita durante l’ultimo corso online)
E anche per oggi abbiamo finito. Se hai qualche domanda su quello che ho scritto, se hai voglia di chiacchierare o semplicemente se vuoi mandarmi un ciao, basta rispondere a questa mail o trovarmi in giro che tanto di Ciccio Rigoli ce ne sono molto pochi al mondo. Per fortuna, aggiungerei.
Un abbraccio neutro ma appassionato
Ciccio
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Sto scrivendo la mia autobiografia a fascicoli. Ogni Sabato esce una nuova puntata, costa un euro al mese e puoi abbonarti qui: Autobiografia di un Ciccio.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” Su Zelig TV.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho una trasmissione quindicinale su Facebook che si chiama I Sommelier dei libri in cui, assieme al sommelier Matteo Galiano, abbiniamo libri e vino.
Ho scritto 4 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie e un manuale tecnico. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter trovi delle ə invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo. Ma credo di averlo già detto in abbondanza prima.
Playlist
Questa newsletter è stata scritta ascoltando La terra, la guerra, una questione privata, disco live dei C.S.I. dedicato a Beppe Fenoglio. Il 25 Aprile è passato da poco, ma non c’è bisogno di una ricorrenza per far caso ad alcune cose e ricordarle sempre.