Su le mani per le startup!
Come sono riuscito a creare un evento per startup che faceva anche ridere
Questa newsletter esce con un giorno di ritardo perché mercoledì sera c’è stata la prima di un evento a cui ho lavorato ultimamente e da cui sono stato completamente assorbito. E poi volevo raccontarti com’è andata e darti uno spoiler: è andata bene.
Di cosa parleremo, in breve
L’evento e l’idea – Cos’è, com’è nato lo Startup Slam e il parallelo con il poetry slam.
Le regole del gioco – Struttura, giuria e obiettivo dell’evento.
Perché partecipare? – Il valore del test, della comunicazione chiara e dell’adrenalina.
I risultati – Il successo della serata e il lavoro di preparazione con le startup.
Feedback e futuro – Reazioni del pubblico e possibilità di ripetere l’evento.
Extra – Il documentario su George Carlin, skill richieste su LinkedIn e info sul corso di poesia.
Partiamo dal pregresso. A Ottobre 2024 mi chiedo: “Ma questo meccanismo del poetry slam, in cui si votano le performance poetiche attraverso una giuria di 5 persone scelte a caso tra il pubblico, è possibile trasferirlo anche ad altre situazioni?”. Chi usa parole fighe direbbe che si tratta di una gamification, io che preferisco parole più semplici mi sono chiesto se è possibile creare anche in ambiti diversi dalla poesia una gara che poi alla fine dei conti non è una gara ma un gioco.
Oh, esistono i campionati mondiali di Excel, vuoi che non si possa fare la stessa cosa con, che ne so, le startup? Ebbene, si può.
Quindi propongo questo format di startup slam a Egidio Alagia, il miglior brianzolo che conosca (con tutto il rispetto per i miei due soci Paolo e Davide. Forse conosco troppi brianzoli, effettivamente) che con la sua società Divergens organizza eventi niente male. Seguiteli, sono sempre molto interessanti e partecipati.
Egidio dice “Mi piace, facciamolo”. Stabiliamo la data del 26 Marzo, ed eccoci qua a raccontare come è andata.
Ma prima, di cosa si tratta?
Le regole dello startup slam
Nel poetry slam le regole sono semplici: 3 minuti di tempo, nessun costume, oggetto o musica di scena, testi originali. Ogni performance è votata da una giuria di 5 persone scelte a caso tra il pubblico, con voti da 0 a 10.
Nello startup slam ci sono 5 minuti per ogni giro. Nel primo giro si presenta la startup, nel secondo giro si risponde a 3 domande estratte a caso. Anche qui una giuria di 5 persone, con voti da 0 a 10.
L’idea è di creare un modo diverso di presentare le aziende. Come nel poetry slam i poeti e le poete scendono dal piedistallo del poeta e si mettono in gara, ben sapendo che il verdetto del pubblico potrebbe essere implacabile, allo stesso modo ogni startupper sale sul palco sapendo che la propria idea potrebbe non passare, oppure potrebbe non essere così forte da impressionare il pubblico. Un pubblico eterogeneo, non solo di persone addette ai lavori ma anche semplicemente curiose. E bisogna farsi capire, convincere il pubblico, stare nei tempi e farsi apprezzare.
Perché bisognerebbe partecipare?
La gara serve a dare l’adrenalina, anche se poi anche qua non si vince nulla. Qualcuno una volta aveva detto che nel poetry slam “il punto non sono i punti, il punto è la poesia”. Nello startup slam l’ho declinato dicendo “Il punto non sono i punti, il punto è l’idea”.
Soprattutto quando si lancia un’idea nuova, un momento fondamentale è il test. L’idea funziona? Sarà facile da capire e da mettere in pratica? Riesco a comunicare quello che so e che voglio si percepisca? Il prodotto o il servizio che ho inventato, servirà a qualcuno o a qualcuna?
Se ci si rinchiude nell’idea che non possono essere delle persone senza esperienza a capire cosa facciamo, abbiamo già perso in partenza. Così come la poesia può essere a volte incomprensibile e ostica da capire, anche l’idea alla base di una startup può essere complessa e quindi avere poche possibilità di successo. Se non riesco a spiegarla a chiunque, come potrò fare a venderla?
Allo stesso tempo, si tratta di un ambiente controllato, di spettacolo, che non vuole giudicare o dare giudizi di merito ma far scoprire delle novità a chiunque si trovi davanti. E questo credo sia stato uno dei risultati più importanti di mercoledì sera: abbiamo ascoltato 4 persone che hanno un sogno, un’idea concreta, e vogliono che quest’idea diventi realtà e si espanda.
L’allenamento e i risultati
Se posso essere egoriferito per un momento, devo dire che la parte che mi ha dato più soddisfazione è stata vedere come delle persone con cui avevamo studiato insieme il discorso da fare siano riuscite a portarlo “in scena”. Infatti nei giorni precedenti avevamo fatto con ciascuno un’ora di messa a punto, sistemato la scaletta, l’introduzione ed eliminato alcuni riferimenti che potevano suonare incomprensibili.
Direi che abbiamo fatto un’ora di coaching, se questa parola non fosse così abusata da chiunque e quindi scusami, l’ho usata ma cercherò di non farlo più. Anche se poi di quello si tratta, coaching di public speaking.
Riuscire a mettere assieme 5 minuti fatti bene è stato importante anche per me, perché mi ha fatto conoscere persone nuove e con idee e stili diversi. Con ciascuna abbiamo lavorato sui punti di forza e sulla struttura del discorso. E ha funzionato.
I feedback
Il feedback migliore che ho avuto ieri sera è stato subito dopo l’evento. Un ragazzo si è avvicinato e mi ha detto “Grazie, non mi ero mai divertito così tanto a un evento per startup”. E non era detto in modo da sminuire la cosa, ma anzi mi ha fatto capire che non bisogna metterci sempre tutta quella serietà che pensiamo sia necessaria per farsi prendere sul serio.
Anche le startup che hanno partecipato si sono divertite, e questo è un gran bel risultato.
Lo rifaremo? Penso proprio di sì, anche perché poco dopo la serata mi è arrivato questo messaggio da parte di Egidio
Non mi rimane che ringraziare chi ha partecipato, andate a vedere cosa fanno perché tutte e 4 le idee sono fortissime:
Christian Pulieri - Math Legacy
Serena Tommasini - Zonzers
Beatrice Carolina Iaia - Biotitan
Veronica Crisafulli - iHeel
Un’ultima cosa…
Pensi che l’idea del poetry slam si possa adattare ad altre esperienze oppure vorresti portare lo startup slam da qualche altra parte? Parliamone nei commenti o via mail, sono a disposizione!
Parlare a modo
Chiunque si occupi di stand up comedy non può prescindere da George Carlin. Uno degli stand up comedian piùimportanti della storia, ma anche cantante, attore, un sacco di roba e ha fatto ridere per tutta la vita, contrariamente al consueto adagio per cui si può essere divertenti solo da giovani e poi basta.A volte sì, a volte no. George Carlin è stato un grande sempre e comunque.
C’è un documentario gratuito su di lui su YouTube, ed è quello che ti consiglio oggi. Si intitola George Carlin’s secret weapon e pone l’accento sulla meticolosità con cui Carlin creava le sue routine e i suoi pezzi. Oltre alla musicalità di quello che faceva.
Carlin non solo diceva battute divertenti, ma le potenziava usando la voce, il corpo,ogni cosa. Una masterclass su come far ridere e come stare sul palco, in pratica.
Qualche link che serve sempre
LinkedIn ha raccolto le 15 skil più importanti oggi e che saranno sempre più richieste. C’è un sacco di intelligenza artificiale ma al sesto posto c’è il public speaking. Toh, guarda, io mi occupo giustappunto di quello! E se lo dice LinkedIn che il public speaking serve per trovare lavoro e fare carriera, c’è da fidarsi;
Una simulazione che ti dice, statisticamente, quali sono le tue possibilità di morire ed entro quando. Lo so, può sembrare macabro ma è statistica, baby.
Ho ancora dei posti se vuoi fare uno spettacolo
Il 12 Aprile dalle 14 alle 18 terrò un corso su come si crea uno spettacolo di poesia. Se pensi prima o poi di portare in scena uno spettacolo intero, è la tua occasione per sentire blaterare un anziano che da 24 anni butta il sangue sul palco e qualcosa l’ha imparata.
Qui trovi il form per iscriverti
Il meme della settimana
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Il sole sorride, la luna sorveglia
le faccende umane. Anche se
rivolta non sarà
rivoluzione, tu insisti.
Esisti, come la coreografia di veicoli
alla sirena dell’ambulanza.
Nonostante tutto, una speranza;
il male è solo incoerente
io voglio avere senso.
Nonostante tutto, la speranza.
Ti va di ballare?(Ora e sempre primavera - Francesca Pels)
Per questa settimana, anche se in ritardo, è tutto. Ritorno giovedì, nel frattempo sai dove trovarmi. Basta lasciare un commento o rispondere a questa newsletter.
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Teniamoci stretti che c’è vento forte
Ciccio