Stiamo venendo tutti un po' mossi, ultimamente
Ma non muoviamoci troppo almeno per un'altra settimana
Se tutto va bene, settimana prossima si passa alla Fase 2. Che poi, come dice qualcuno, sarebbe uguale alla Fase 1 ma siamo costretti ad andare a trovare i parenti. Dici che ci conviene? Boh, non so.
Intanto, nel frattempo, vediamo di prepararci per questo colpo di reni finale prima di uscire fuori di casa. Teniamoci stretti a distanza, continuiamo a fare le lunghe lievitazioni al pane, facciamo i brasati che devono stare 24 ore a fuoco basso e aspettiamo di tornare a una vita più o meno normale. Nel frattempo, per prepararci ad affrontare di nuovo i nostri simili, andiamo con il consiglio di public speaking della settimana. Lo so che ci vorrà un po’ prima di affrontare di nuovo il pubblico, ma meglio arrivare preparati, no?
Tieni la posizione
Uno dei miei cartoni preferiti è Cars. In pratica c’è questa macchina da corsa che si trova in mezzo al nulla con delle macchine sfigatissime e poi scopre che non è così male e, insomma, ci piango sempre un sacco. Ma non è di questo che voglio parlarti.
All’ultima gara, la più importante, si trova in svantaggio di parecchi giri e il suo allenatore gli dice una roba del tipo: “Trova il passo che ti è più comodo e valli a riprendere”. L’ho sempre trovato un consiglio utilissimo.
Altra simpatica metafora (eh, lo so, io ho una fissazione per le metafore, che ci vuoi fare): a me piace il ciclismo. Aspetta, non te ne andare, lo so che il ciclismo per molti è una noia, ma vado subito al punto. A volte, nelle salite dure e impegnative, a un certo punto qualcuno smette praticamente di pedalare e va alla metà degli altri. Che a te verrebbe da dire: “Ma cosa rallenti ora, fai un altro sforzo e stai con gli altri, no?”. In realtà staccano perché semplicemente sarebbe inutile. Non puoi fare più fatica di quanto sia umanamente possibile, quindi inutile insistere e meglio provare a portare a casa la gara e la pelle in qualche modo. Se provi a strafare, rischi di farti male e perdere ancora più tempo.
Questi due esempi sportivi servono a introdurre un concetto: quando parli davanti a qualcuno, non strafare. Mai. Ma non nel senso che devi mantenere la mediocrità, al contrario, ma che non devi provare a fare qualcosa di troppo rispetto a quello che sai fare.
Non provare a essere epico se ti viene meglio il registro comico. Non provare a essere comico se non riesci a raccontare le barzellette.
Trova il tuo registro, e tieni quello. Che sia professionale, serio, comico, insomma, ragiona su quello che sai fare meglio e che ti fa stare più a tuo agio e mantienilo. Trova il tuo passo e vedrai che tutto andrà bene.
Ah, mi raccomando, c’è solo un registro che non viene contemplato: il registro noioso. Modula la voce e sii interessante. Ma magari di come modulare la voce e tenere desto l’uditorio parliamo un’altra volta, eh.
Ti lascio un esempio di un poeta che ha il suo stile inconfondibile e da questo deriva buona parte della sua bravura: Gianmarco Tricarico, detto Gimmi. Fermo, coi piedi ben piantati sul palco, addirittura sale sul palco col cappotto (pensa che d’estate sale sul palco con delle improbabili camicie hawaiane, quindi forse il cappotto è meglio). Se io provassi a imitare il suo stile andrei malissimo, lui invece ci calza a pennello. Ecco, ha trovato il suo stile, e così dovresti fare anche tu quando parli in pubblico.
Gianmarco Tricarico - Commesso per vocazione (Pollo 13)
Il TED della settimana
Visto che parliamo di tenere i nostri ritmi, senza strafare, un TED che parla di come si fa a non farsi rovinare la vita dal continuo pensiero del lavoro. Bisogna saper staccare, avere i propri ritmi, e sapere come conciliarli.
Lo speaker non è un mostro di bravura, lo ammetto, ma ha il suo stile e riesce a spiegare bene i suoi pensieri. Quindi, lascia stare i consigli sulla postura: quando si ha qualcosa di interessante da dire, si riesce a trasmettere bene ugualmente. I trucchi vengono dopo, solo quando si conosce bene l’argomento di cui si parla e si ha voglia di raccontarlo.
Guy Winch - Come staccare dal lavoro durante il tempo libero
Sport inutili e dove trovarli
Visto che abbiamo parlato di ciclismo prima, perché non reiterare l’argomento? Ma non parliamo di semplice ciclismo, bensì di ciclismo subacqueo. Che poi, dico io, perché uno dovrebbe andare in bici sott’acqua? Magari gli danno fastidio il caldo, il sudore, boh, vallo a capire.
Comunque esiste, si chiama Underwater cycling. Se ti interessa, il record mondiale è di poco più di 3 chilometri sott’acqua. Roba proprio da vantarsi con gli amici, proprio.
C’è di buono che nel ciclismo subacqueo hai un problema in meno: non ti devi portare appresso la borraccia con l’acqua. Comodo, davvero.
Lo status facebook della settimana
Questa settimana non metto lo screenshot. Ho scritto una poesia sulla Resistenza che pare sia piaciuta molto, in questo video l’ho letta. Spero ti piaccia, e oggi e sempre Viva il 25 Aprile, Viva la Liberazione!
Il mio 25 Aprile
Bon, per quest’ultima settimana di Fase 1 abbiamo finito. Ci sentiamo settimana prossima, magari ti scrivo la prossima newsletter da casa di un congiunto , qualsiasi cosa questa parola voglia dire.
Intanto, se ti va di far sentire la tua presenza a qualcuno o pensi che potrebbero interessargli il public speaking, la poesia o anche il ciclismo, giragli questa newsletter cliccando sul tastino verde sotto. Potrebbe ringraziarti oppure no, ma nel dubbio tanto non può venire a casa a menarti, almeno per un’altra settimana.
Abbracci congiunti da Fase 1
Ciccio