Ciao, questa è nonproprio, una newsletter di Ciccio Rigoli che parla di public speaking all’inizio per darsi un tono e prendere confidenza, poi vira verso amenità varie che non sto a spoilerare.
Quant’è che non ci sentiamo? Due mesi? L’ultima newsletter è del 14 Luglio. Sembra un’eternità. Oggi, almeno a Milano, piove e fa freddo e si annuncia esattamente una giornata d’autunno come non se ne vedevano dall’autunno scorso. Ma c’è stato davvero un autunno scorso? A pensarci, sembra assurdo.
Comunque, le vacanze sono finite da un pezzo, ma ancora qualcosa mi è rimasto attaccato dai giorni al mare. Ad esempio, quel giorno in cui mio figlio ha imparato a nuotare senza braccioli. Cosa c’entra con una newsletter che parla di public speaking? C’entra, c’entra. Te ne parlo subito.
Togliersi i braccioli e andare sott’acqua
Dicevo, quest’estate mio figlio ha imparato a nuotare. Non era mai entrato senza braccioli, poi un giorno ce li siamo dimenticati a casa e allora, volente o nolente, si è dovuto buttare senza e ha capito che poteva nuotare lo stesso.
Il giorno dopo, ha deciso che già che c’era magari sarebbe stato divertente vedere cosa c’era sotto il livello del mare e ha deciso di andare sott’acqua. Gli è piaciuto moltissimo.
Ho sentito dire un sacco di volte “Oddio, ma come fai a stare sul palco? Io morirei!”. Ti svelo un segreto: ogni tanto penso anche io che morirò sul palco per la vergogna, perché mi dimenticherò qualcosa, perché il pubblico si annoierà. Ebbene, non è mai successo. Cioè, magari mi sono dimenticato qualcosa, magari il pubblico si è annoiato, ma io sono ancora vivo. E non vedo l’ora di tornare sul palco nonostante la paura.
Mio figlio credeva che non avrebbe mai nuotato senza braccioli. E invece l’ha fatto e non è tornato indietro. Poteva stare tutto il giorno sulla spiaggia oppure sguazzare dove si tocca. Sai che noia? Si è fatto coraggio e poi si è spinto oltre.
Finché pensi che sul palco non ci salirai mai, che tutti rideranno di te, che la paura ti trascinerà a fondo, magari vivrai una vita tranquilla, ma sai che noia? Magari, anzi, sicuramente hai qualcosa da dire, e lo stai tenendo per te. Forse la prima volta penserai di annegare e di non respirare, ma poi, una bracciata alla volta, riprenderai a respirare. E capiterà anche di divertirti.
Quindi, il mio augurio quest’anno (perché ammettiamolo, è Settembre il vero inizio dell’anno) è che tu possa togliere gli eventuali braccioli che pensi ancora ti proteggano e affrontare l’acqua alta. O le persone che ti guardano e che pensi ti facciano una paura terribile.
Il TED della settimana
Visto che stiamo parlando di nuotare, con il TED di questa settimana alziamo il livello. Parliamo di nuotare in mare aperto. O magari attraversare a nuoto il Canale della Manica. Oppure nelle acque dell’Oceano Antartico, dove la temperatura si aggira tra zero e un grado. La temperatura ideale per fare un bel tuffo.
Bhakti Sharma è una nuotatrice indiana in mare aperto detentrice di svariati record, tra cui il record di nuoto nell’Oceano Antartico, ed è stata la più giovane nuotatrice ad aver gareggiato in in 4 Oceani diversi.
Eppure partiva dal Rajastan, di certo non la patria del nuoto, e in questa conferenza racconta di tutte le volte in cui non ha avuto voglia di allenarsi ma doveva farlo per “diventare la migliore versione di se stessa”, oppure di quando pensava di non riuscire a finire la nuotata nell’Antartico.
Una frase che mi è rimasta impressa del suo talk è quando dice che “Quando sei in mezzo all’Oceano, non puoi nasconderti da nessuna parte”. Che è la stessa cosa che avviene sul palco, e il motivo per cui bisogna imparare ad affrontare le proprie paure e tuffarsi.
Attenzione: contiene pinguini.
Attenzione 2: purtroppo il titolo contiene la parola “Resilienza” che io depreco oltremodo. Nonostante questo, è un talk molto bello. Mannaggia alla resilienza, mannaggia.
Cosa mi ha insegnato nuotare in mare aperto
Il Santo del giorno
Oggi sarebbe il giorno di San Pio da Pietrelcina, altresì noto come Padre Pio. Solo che Padre Pio è un po’ troppo mainstream per questa newsletter e quindi preferisco andare sui santi più indie. Che poi io immagino sempre il postino del Paradiso che porta tutte le lettere con le richieste e ha un casino di richieste per Padre Pio e a molti altri Santi invece non porta niente se non pubblicità o qualche cartolina brutta dalla Riviera Romagnola.
Oggi parliamo dei Santi Zaccaria ed Elisabetta, genitori di San Giovanni Battista e quindi Santi di diritto. C’è una sorta di nepotismo nella definizione dei Santi a volte, ma non voglio addentrarmi in questo campo per evitare conseguenze legali.
Comunque, Zaccaria ed Elisabetta ebbero Giovanni Battista in tarda età, e la nascita fu annunciata dall’Arcangelo Gabriele. Zaccaria non gli credette, e l’Arcangelo Gabriele lo rese muto fino alla nascita del figlio. Questo ci insegna che, se appare l’Arcangelo Gabriele, meglio evitare contestazioni. Non si scherza con l’Arcangelo Gabriele.
Peraltro la nascita di Giovanni fu annunciata negli stessi giorni dell’annuncio a Maria della nascita di Gesù. Si vede che Gabriele era di strada, tipo una specie di Glovo delle annunciazioni. Arcangelo Gabriele, patrono dei rider e dei postini.
Sport inutili e dove trovarli
Peccato averlo scoperto solo adesso questo sport, perché sarebbe stato perfetto da fare sulla spiaggia. Si tratta dello yağlı güreş, ovvero di una lotta tra uomini cosparsi d’olio. Io ci scherzo sopra, ma in realtà è lo sport nazionale turco.
Dicevo che sarebbe stato perfetto per l’estate, pensa a una bella sfida tutti cosparsi di olio abbronzante in spiaggia a darsi mazzate scivolando tipo anguille. Teniamolo a mente per l’anno prossimo, magari, invece dei soliti racchettoni.
Se ti interessa, nel 2017 ci hanno fatto anche un film: Güreş – Lotta
E anche per questa settimana abbiamo dato, con un ritorno scoppiettante. O almeno spero.
Se ti va, ti ricordo che giovedì alle 18 c’è la live dei “Sommelier dei libri” in cui assieme al sommelier Matteo Galiano abbiniamo 3 libri e 3 bevande. Qui trovi l’evento.
Per ogni domanda, richiesta, complimento, insulto, basta rispondere a questa mail.
Spero tu stia bene.
Un abbraccio autunnale ma non troppo
Ciccio
Questa newsletter è stata scritta ascoltando questo live dei Cake. Molto anni Novanta, erano diventati famosi per aver fatto una cover strepitosa di I will survive. Che bomba, Ragazzi.