Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che parla di public speaking, scrittura creativa e a volte si concede delle parentesi, delle virgolette, dei punti e a capo, un po’ tutta la sintassi insomma. Questa settimana, qualcosa di completamente diverso.
La scorsa settimana la newsletter non è partita. Ci hai fatto caso? Non ci hai fatto caso? Pensavi fossi nello spam? O pensavi me ne fossi dimenticato? Comunque, c’è stata una settimana di pausa.
In realtà la newsletter era pronta. Ho un piano editoriale, ho degli argomenti già pronti, insomma, non è che mi faccia trovare impreparato, anzi, seguo le regole del buon creatore di contenuti. Solo che mercoledì scorso non ce l’ho fatta. Ho preparato tutto e mi sono detto: “Ma io ho voglia di mandare questa newsletter che parla di come strutturare un PowerPoint? A chi interessa? Cioè, se non interessa a me, perché dovrebbe interessare a qualcuno?”. E quindi non l’ho mandata.
Non che io creda che quello che faccio sia inutile: se c’è chi la legge, vuol dire che c’è dell’interesse. Anzi, devo ammettere che la newsletter settimanale è una delle cose che faccio con più piacere. Però a volte devo avere anche il coraggio di dire no a me stesso, senza sensi di colpa, senza isterie. Semplicemente dire “Per questa settimana, niente”. E l’ho fatto, anche se ammetto che un po’ di senso di colpa ce l’avevo. Ma sono sopravvissuto, mi sembra.
E mi è servito fermarmi, non farmi prendere dalla mia solita frenesia. Ho capito che a volte faccio le cose perché ho dentro un impeto calvinista che mi obbliga, mi costringe a fare qualcosa solo perché penso sia giusto farlo. Giusto non so per quale obbligo morale, visto che poi tanto tutto va avanti lo stesso.
Stiamo lì a credere che senza di noi non si possa fare niente, poi per qualche motivo ci fermiamo e vediamo che comunque il mondo gira. E allora, cosa lo facciamo a fare?
Ho deciso che non ho più voglia di fare qualcosa per obbligo, ma perché mi piace. No, non è edonismo, è che non voglio più fare le cose tanto per fare, o per occupare il tempo. O per allontanare i pensieri.
Per anni ho letto quegli articoli tipo “I 5 consigli per…”, “Le 10 cose imperdibili…”, articoli che sembrano la copertina di quei giornali che su scritto “Dimagrisci in 10 minuti” oppure “Addominali scolpiti mentre dormi”. Inutili, a volte pure dannosi. In alcuni casi li ho anche scritti, quegli articoli. E mi sono reso conto che non servono a niente, che ti danno un’illusione di controllo, una parvenza di sapere cosa stai facendo. Poi in realtà hai solo perso tempo leggendo consigli inutili che non applicherai mai.
E forse stavo scivolando verso quella china orrenda da life coach da quattro soldi. Non me lo sarei mai perdonato.
Questa newsletter continuerà a parlare di public speaking, di scrittura, di metodi creativi e simpatiche amenità. Ma non perché “fa parte del mio personal branding”, non perché “mi consente di vivere” e neanche perché leggendomi ti cambierà la vita. Voglio farla perché mi va di farla, perché penso anche di essere bravo a farla, perché magari può aiutare chi la riceve a riflettere, ad avere spunti. Senza soluzioni miracolose, senza ricette magiche. Solo perché magari ti fa risuonare qualcosa a cui prima non avevi fatto caso.
Spero di tenere fede a questo proposito. Intanto, già averci riflettuto è per me un bel passo avanti.
Dalla prossima settimana ricomincio con le rubriche, con i suggerimenti, con i racconti, con tutto il solito bailamme che tante soddisfazioni mi ha regalato. Se ti va di accompagnarmi, mi fa piacere.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
PS: Se ti va, puoi recuperare tutte le altre newsletter che ho già mandato. Penso che ancora ci sia qualcosa di buono, dentro.
a me piace, e parecchio, quel che scrivi e come lo scrivi. per quel che conta il mio parere, continua!
Ciao Ciccio, anche io ho cominciato l’anno con il proposito di fare solo quello che mi fa stare bene, per dirla alla Caparezza … e mi sembra di essere sulla strada giusta. Un abbraccio