Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che in questa nuova stagione si occuperà non solo di public speaking ma anche di scrittura professionale. Quindi non facciamo solo l’orale ma anche lo scritto.
Qualche mese fa mi è arrivata una lettera dall’Agenzia delle Entrate. Non è quasi mai una bella cosa, e infatti c’erano delle tasse arretrate da pagare, ma non è questo il motivo per cui te ne parlo. Te ne parlo perché la richiesta di pagare era scritta in maniera così semplice e comprensibile che per un attimo mi sono chiesto se non fosse successo qualcosa di strano all’Agenzia delle Entrate, visto che di solito usano parole incomprensibili a chiunque, frasi piene di linguaggio da burocrati e nascondono le reali motivazioni dietro fumosissime parole inutilmente complicate.
Insomma, non dico che ho pagato volentieri, ma leggere un documento ufficiale scritto così bene mi ha quasi commosso. Sembra sempre che per darsi un tono sia necessario usare parole difficili e costruzioni sintattiche arzigogolate, e invece a volte basta dire le cose come stanno.
Oggi quindi parliamo di quanto sia importante scrivere in maniera semplice e chiara quando abbiamo la necessità di comunicare con gli altri. Non in maniera banale, ma diciamo senza la necessità di tirarsela solo perché si conoscono le parole difficili.
L’inutile complessità
Quando andavo a scuola c’era un metodo facile facile per prendere dei voti alti nei temi d’italiano: bastava trovare qualche parola difficile e infilarla nel racconto così, con nonchalance, come se di sovente venissero utilizzate ogni giorno delle parole desuete o enfatiche.
La Professoressa restava basita dalla mia capacità di parlare forbito, e allora prendevo un bel voto. Peccato però che i giorni della scuola e dei temi di italiano siano finiti, e quindi non ci sia alcuna necessità di utilizzare parole inutilmente complesse per esprimere un concetto. Anzi, se la parola è eccessivamente difficile, il cervello dimentica tutto il resto del discorso e si concentra su quella parola incomprensibile.
Il nostro cervello è fatto così, non sopporta gli ostacoli e se ne incontra uno ci si blocca sopra e addio, abbiamo perso tutto il resto.
Quindi vediamo 3 consigli facili facili per scrivere (e anche parlare) in maniera più comprensibile per noi ma soprattutto per chi ci legge.
Scrivi semplice
La tentazione di usare i paroloni per fare bella figura è sempre dietro l’angolo. Peccato però che funzionino solo con i Professori del liceo, mentre gli altri giudicheranno uno stile pomposo come fuoriluogo e perderanno interesse a leggere il resto.
A meno che tu non scriva su qualche rivista letteraria, in cui il linguaggio “alto” è consentito e richiesto, non usare delle parole troppo rare o poco usate. Farai un grosso favore a chi ti leggerà.
Rileggi quello che hai scritto
Quando rileggi quello che hai scritto scorre bene oppure no? Ecco, se hai delle difficoltà tu a leggere quello che hai scritto, immagina chi se lo trova davanti per la prima volta!
Non è un verbale
Mente rileggi le frasi che hai scritto ti senti come un Carabiniere che sta leggendo il verbale di un interrogatorio? Succede quando si provano a usare parole strane e complicate, come se il linguaggio scritto dovesse essere completamente diverso da quello parlato perché altrimenti non è elegante.
Con tutto il rispetto per le Forze dell’Ordine, ma evita di far suonare le frasi come se venissero dettate dal Maresciallo all’Appuntato.
Il TED Talk della settimana
Anche io a casa ho Alexa e passo metà del tempo a litigarci perché non mi ascolta come vorrei. In realtà mi ascolta in continuazione, e condivide i miei dati con i server centrali e in base a quello mi profila e capisce meglio i miei gusti. Ma ormai sono sempre di più i dispositivi collegati alla rete che acquisiscono dati e li registrano.
Ne parlano in questo TED Talk Kashmir Hill e Surya Mattu, esperti di dati e privacy. E ci fanno scoprire che anche gli spazzolini, se collegati a internet, possono svelare molto di noi.
Tra l’altro è uno dei rari TED Talk che ho visto condotto in coppia, che è completamente diverso da dover fare una presentazione da solə.
L’almanacco del giorno odierno
Oggi, 6 Ottobre, nel 1966, l’LSD viene dichiarato illegale negli Stati Uniti.
La cosa incredibile è che prima l’LSD era legale e poteva essere comprato in farmacia. Veniva usato per curare tra le altre cose le psicosi, la depressione e anche la cefalea a grappolo. In quest’ultimo caso non ti faceva passare il mal di testa ma lo faceva diventare un drago a 7 teste che volteggiava in una spirale di fuoco verso l’Universo infinito e a quel punto, quando hai davanti un drago così, ma cosa te ne frega della cefalea?
L’LSD fu scoperto nel 1938 dal Dottor Albert Hoffman, che nel 1943 scoprì anche le sue proprietà allucinogene. Per provarle fece quello che passò alla storia come “il giorno della bicicletta”, ovvero si calò 250 microgrammi di LSD (considerando che la dose minima era 25 microgrammi) e tornò in bicicletta a casa dicendo “Ah però, mica male questi draghi verdi che mi accompagnano mentre torno in bici a casa”. Da allora, passò il resto della sua vita a studiare l’LSD. E dagli pure torto!
(- Dottor Hoffman, come mai quel sorriso? - Eh, vedi tu…)
Animali pucciosy
Una guida agli animali sconosciuti ma che pure loro, povere bestie, a qualcosa serviranno.
Sei un pappagallo. Ma non un pappagallo normale. Sei un pappagallo sovrappeso e che non riesce a volare. E in più ti hanno dato un nome orribile come Cacapò.
Il Cacapò vive in Nuova Zelanda ed è l’unico pappagallo notturno e che non vola al mondo. Per secoli è rimasto tranquillo in Nuova Zelanda senza predatori, poi hanno portato gatti e furetti e adesso ne rimangono solo 154 esemplari.
Si accoppia ogni 3/4 anni perché gli serve troppa energia e lui proprio non ne ha voglia. Caro pappagallo obeso e notturno, come ti capisco…
Se potessi ne adotterei uno. Povero Cacapò.
Frasi da usare agli aperitivi, anche online
“Dio per me non è neanche un’ipotesi”
(Giorgio Parisi, neo premio Nobel per la fisica)
Questa newsletter del ritorno finisce qui. Spero ti sia piaciuta nella sua nuova veste e con le nuove rubriche. Se hai qualsiasi opinione da condividere, sarò lieto di ascoltarla, basterà rispondere a questa mail oppure scrivermi su Facebook o Instagram.
Ci risentiamo settimana prossima, se ti va di condividere la newsletter mi fai solo contento.
Tante care cose a casa
Ciccio
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, content strategy, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Sto scrivendo la mia autobiografia a fascicoli. Ogni Sabato esce una nuova puntata, costa un euro al mese e puoi abbonarti qui: Autobiografia di un Ciccio.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Come Content Strategist, curo la comunicazione e i testi di aziende di ogni tipo. Posso scrivere qualsiasi cosa con qualsiasi stile.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” Su Zelig TV.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho scritto 5 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie, un manuale tecnico sul libraio digitale e un manuale sul poetry slam. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter trovi delle ə invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo.
Playlist
Questa newsletter è stata scritta ascoltando un Greatest Hits dei Queen, ma solo perché nel bagno di un locale ho trovato questa illustrazione che mi ha fatto molto ridere anche se subito non si capisce cosa voglia dire. Prova a cercare la frase su Google e capirai.