Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, una newsletter settimanale che parla di come alla fine dei conti a parlare in pubblico non sia mai morto nessuno, almeno stando alle statistiche. Anche se data la salivazione azzerata sul palco si potrebbe pensare alla disidratazione, ma comunque ci vorrebbero dei tempi più lunghi.
Questa settimana mi sono accadute due cose all’apparenza molto slegate tra di loro ma, in qualche modo, le ho messe in correlazione e ho capito che da entrambe avrei potuto trarre un insegnamento.
In breve, ieri mattina mi hanno finalmente sgorgato il lavandino, che adesso fluisce meravigliosamente bene. Allo stesso tempo, lunedì ho cominciato a leggere un libro di Marco Malvaldi intitolato La misura dell’uomo, un giallo storico con protagonista Leonardo Da Vinci. Cosa avranno in comune un lavandino e un giallo storico ambientato nel Rinascimento?
Il lavandino lo sai bene come funziona, ovvero lascia che l’acqua scorra e vada via. Il romanzo in questione invece ha una particolarità narrativa, ovvero ogni frase finale di un paragrafo si lega al paragrafo successivo, anche se cambia l’ambientazione. In questo modo è come se ci fossero diversi stacchi legati tra di loro e il libro fluisce e scorre nonostante i cambi di scena e i diversi personaggi.
“Ammazza Ciccio, che pensieri profondi che fai quando ti sistemano i lavandini! Ma con questo cosa vorresti dirmi?”. Ottima domanda.
Quello che voglio dire è che, quando si parla di fronte ad altre persone, bisogna usare delle accortezze per legare i diversi argomenti ed evitare rallentamenti nel discorso. Come succedeva a me che perdevo un sacco di tempo a togliere l’acqua quando lavavo i piatti e avrei potuto fare altre cose più divertenti nel frattempo.
Togliere il tappo e far andare
Quando si parla di qualcosa è molto importante raccontare una storia, ma allo stesso tempo non si può raccontare sempre lo stesso avvenimento altrimenti si ammorba chi ci ascolta e vedere le persone crollare al suolo per la noia credo sia abbastanza controproducente. Bisogna diversificare, ma bisogna mantenere un filo logico. Facile a dirsi, ovviamente, ma come si può fare? Io ho un suggerimento, anzi, due.
Crea collegamenti, metafore e immagini
Spiegare alcune cose complicate rischia di far perdere il senso del discorso a chi ascolta. Soprattutto quando si parla a un pubblico che non conosce bene l’argomento diventa fondamentale renderlo più semplice possibile, altrimenti si perderà davanti a ragionamenti ostici e non immediatamente comprensibili perché continuerà a pensarci mentre il discorso va avanti. C’è uno strumento magico da usare e che i poeti solitamente padroneggiano molto bene: la metafora.
La metafora fa ragionare il pubblico per immagini, fa muovere attivamente il cervello e consente di ricordare meglio di cosa si parla. E, soprattutto, diventa un’arma potentissima per tenere sveglio il pubblico che è costretto a immaginarsi la metafora che stiamo dicendo. Certo, deve essere una metafora plausibile, eh.
C’è un altro consiglio per legare le cose? Certo che c’è!
Non fermarti
Quando si prende l’avvio, non c’è cosa peggiore che fermarsi. I momenti di silenzio non voluti sono interminabili, a volte.
Un metodo per non fermarsi è usare delle frasi di collegamento come ad esempio “Bene, detto questo, passiamo a…” che non lascia vuoti e consente di far capire bene che stiamo cambiando argomento. Oppure, se si tratta di una conferenza più lunga o di una lezione, chiedere “Ci sono domande?” che consente di rifiatare e andare avanti in maniera indolore.
Oppure, uno dei miei strumenti preferiti: le domande retoriche. Basta dire “Ma cosa succede se invece…” oppure “Avete mai pensato a…” e il pubblico capisce che stiamo cambiando argomento ed è pronto a passare a quello che viene dopo senza smarrirsi.
Alla fine dei conti, il suggerimento è uno: trova uno schema e seguilo. Se riesci a seguire lo schema del discorso non ti perdi tu, non si perde il pubblico e tutto fluisce naturalmente. Come lo scarico del mio lavandino, non so se te ne ho già parlato.
Il TED Talk della settimana
Un TED talk su cui ho riso moltissimo, e che parla di uno degli argomenti più noiosi del mondo: i microorganismi che vivono in fondo all’Oceano.
Argomento noiosissimo per stessa ammissione della speaker, che però è così sorridente, appassionata, chiara e divertente che ti fa venire voglia di andare in fondo al mare a studiare i microbi. E al minuto 8:03 circa fa una delle metafore più clamorose che abbia mai sentito per spiegare quanta energia serva per alimentare un essere umano.
Il Santo del giorno
L’ho scoperto ieri, ma è già diventato uno dei miei Santi preferiti: San Corrado da Parzham.
Ci sono Santi che hanno fatto proseliti, hanno aiutato gli ultimi, hanno compiuto imprese grandi e fondato monasteri. E San Corrado, cosa ha fatto per meritarsi la beatificazione? Il portinaio.
Davvero, era frate cappuccino e per 40 anni ha fatto il portinaio del convento. Salutava tutti, si fermava a chiacchierare, probabilmente consegnava anche i pacchetti e magari lavava anche gli spazi comuni. Tutto questo per 40 anni, ed è stato santificato. Poi uno crede sia sempre necessario fare grandi cose per raggiungere la beatitudine eterna, e invece bastava solo stare seduti nel gabbiotto.
Chissà se anche lui era logorroico come il mio portinaio che è tanto una brava persona però quando inizia a parlare oh, non si ferma più. Peraltro si chiama Cristiano, vedi come tutto torna?
(San Corrado mentre consegna un pacchetto a un giovane dicendogli “Vedi che è arrivato questo da Amazon per tua mamma, e dille di scendere che c’è una raccomandata da firmare”)
Meglio di LinkedIn
La nuova rubrica che ti fa trovare un nuovo lavoro, che di sicuro non sarà il lavoro dei tuoi sogni.
Tra i lavori che faccio c’è anche quello di copywriter per alcune aziende, e mi occupo di curare la loro strategia comunicativa, scrivere i post per il blog e per i social, i testi per il sito e tutto quello che ha che fare con la parola. Ma c’è un lavoro che aspiro davvero a fare nella vita: quello che scrive le battute per il Cucciolone. Il gelato insomma, il biscotto. Se facessi quel lavoro sarei davvero felice.
Ma c’è un altro mestiere che ho scoperto e che potrebbe essere la svolta: lo scrittore di biglietti della fortuna. Quei biscotti che ti danno al ristorante cinese, con frasi ispirazionali che non si capisce mai cosa vogliano dire. Pensa, c’è gente pagata per scriverli. Fosse per me dovrebbero pagarmi anche per mangiarli, perché li trovo disgustosi.
Frasi da usare agli aperitivi, anche online
Giacomo: “Certo che è veramente una situazione kafkiana”
Aldo: “Ma precisamente, questo Kafkian, chi è?”(Aldo, Giovanni e Giacomo, “Chiedimi se sono felice”)
E la newsletter di questa settimana, per me piena di fiori e di lavandini (E basta con ‘sto lavandino, su!), si conclude qui. Non ti inviterò ai miei corsi perché l’ultimo è stato sabato scorso ed è andato molto bene, e per adesso con i corsi base mi fermo qui. Però pensavo di fare un corso avanzato per chi ha seguito quello base e alcuni specialistici, però ci sto pensando, facciamo che ti faccio sapere, eh? Ti chiamo io.
Un abbraccio fluido e immaginifico
Ciccio
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Sto scrivendo la mia autobiografia a fascicoli. Ogni Sabato esce una nuova puntata, costa un euro al mese e puoi abbonarti qui: Autobiografia di un Ciccio.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” Su Zelig TV.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho una trasmissione quindicinale su Facebook che si chiama I Sommelier dei libri in cui, assieme al sommelier Matteo Galiano, abbiniamo libri e vino. Il prossimo appuntamento è giovedì 29 Aprile, alle 18:30.
Ho scritto 4 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie e un manuale tecnico. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter potresti trovare delle ə invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo.
Playlist
Questa newsletter è stata scritta ascoltando Crocevia dei La Crus, perché comunque non si esce vivi dagli anni Novanta. Questo rimane uno dei migliori dischi di cover che abbia mai ascoltato nella vita, comunque.