Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è nonproprio, una newsletter che parla di public speaking e altre varie amenità. Insomma, rappresenta perfettamente l’anima del titolare che un giorno sta così un giorno sta in un altro modo e in generale ha la capacità di concentrazione di un pesce ross… Uh, guarda, uno scoiattolo!
Qualche giorno fa su Facebook è riapparsa una foto di parecchi anni fa in cui ci sono io. La tipica foto di classe, quando veniva un fotografo professionista a scuola, ci metteva tutti assieme, scattava, sviluppava e faceva pagare la foto un sacco di soldi ma non potevi fare a meno di averla. La mia copia originale chissà se c’è ancora, chissà dove sta, per fortuna una mia compagna di classe dei tempi ne ha fatto una copia digitale e l’ha messa online. Mi è venuto da pensare che una foto suscita un sacco di emozioni e la puoi descrivere in mille modi diversi e, come si suol dire, una foto vale più di mille parole. Oggi voglio proprio partire da questa foto per farti vedere come si possono usare le immagini in una presentazione.
La foto è questa qua. Indovina quale sono io, dovrebbe essere facile.
Sono quello vestito da metalmeccanico
Visto che bella classe? Eravamo in pochi, e questa dovrebbe essere la seconda elementare, se non vado errato.
Come ben saprai, se riesci a far vedere agli altri qualcosa che prima non vedevano, oppure se fai nascere collegamenti inaspettati tra immagini e parole, li aiuti a tenere in buona salute i neuroni e soprattutto stimoli la loro attenzione e la loro capacità di ricordare quello che dici. Ecco, oggi vorrei farti nascere qualche connessione neuronale in più facendoti vedere come usare la stessa foto in 5 modi diversi.
1) Didascalico
Il più semplice di tutti. Devi parlare di quando andavi a scuola, raccontare il tuo percorso di studi, e fai vedere questa foto di te a scuola. Insomma, non aggiungi molto al discorso che stai facendo. Però hai una bella foto, questo di sicuro.
Solitamente, le foto didascaliche sono le più utilizzate nei discorsi pubblici. Quanta poca fantasia, quanta. Possiamo usarla meglio? Credo di sì
2) Generalizzato
Devi parlare del sistema scolastico italiano. Però invece di utilizzare una foto magari scaricata da internet, ne utilizzi una tua e parli della tua esperienza a scuola. In questo modo fai vedere qualcosa di te al pubblico, crei empatia, magari strappi anche una risata. Io ad esempio inizierei dicendo: “Vedete quello vestito da metalmeccanico che sta staccato dagli altri facendo già capire il suo basso grado di socialità? Ecco, quello sono io!”.
3) Cambio di prospettiva
Devi parlare delle nuove prospettive della fotografia. Quindi fai vedere questa foto, ma parli di come nel 1988 le foto si facessero in analogico, con un rullino, aspettando che venissero sviluppate e tutto il resto. Insomma, mostri una foto tua ma non parli del contenuto, bensì del supporto. Pensavano avresti parlato di te, e invece stai parlando di un mondo tecnologico intero.
4) Dal particolare al generale
Mostri una tua foto di quando andavi a scuola, e dici che si tratta di una foto del 1988. Nel 1988 io andavo in seconda elementare, Massimo Ranieri vinceva il Festival di Sanremo con Perdere l’amore, si teneva la prima edizione del Salone del libro di Torino e Michail Gorbačëv assumeva la carica di capo del Soviet Supremo. E partendo dalla foto della tua scuola elementare, eccoti servito un bel discorso sulla Guerra Fredda. Bella connessione, no?
5) Non c’entra niente
Mostri questa foto. Tutti si concentrano su quanto siano carini i bambini, e invece gli fai notare che ci sono 6 maschi e 6 femmine (Maestra inclusa). E inizi a parlare del fatto che invece nel mondo su 193 Paesi solo 10 hanno una donna come Capo di Stato, quindi siamo ben lontani dalla parità. Parti dalla foto delle elementari, e arrivi a parlare della parità di genere in politica. Pubblico in delirio, penderanno tutti dalle tue labbra.
Visto? 5 diversi discorsi introdotti dalla stessa foto che, a pensarci bene adesso e visto quanto la stiamo usando, forse alla fine non l’abbiamo pagata poi troppo cara ai tempi.
Quindi, d’ora in poi, quando dovrai usare delle foto nelle tue presentazioni, usa la fantasia. Te ne saranno grati tutti.
Consigli per gli acquisti: Se vuoi saperne di più sulle immagini, ti consiglio di acquistare Figure di Riccardo Falcinelli. Lui è uno dei migliori art director editoriali italiani, e anche un ottimo divulgatore. Scoprirai un sacco di roba sulle immagini, te lo garantisco.
Il TED Talk della settimana
Visto che abbiamo parlato di immagini, lo sai che una delle caratteristiche che distingue gli uomini dalle macchine è proprio quello di saper interpretare le figure? Certo, si stanno facendo passi avanti ma ancora la strada è molto lunga.
Proprio di questo parla il talk di oggi, che ti fa vedere come i computer stanno imparando ad analizzare le foto e quello che vedono in giro.
Ce ne parla Fei Fei Li, studiosa americana di origine cinese. Professoressa a Stanford. Una che ne sa, insomma.
Dopo questo talk interpreterai in maniera diversa diversa anche la frase “Vuoi che ti faccia un disegnino?”.
Il Santo del Giorno
Oggi si venera Santa Caterina d’Alessandria. Di lei si dice che fosse molto bella, molto intelligente e colta, e che si sia convertita al Cristianesimo dopo aver avuto una visione della Madonna in sogno.
L’imperatore, colpito da tanta bellezza e cultura, la chiese in sposa ma lei rifiutò non solo il matrimonio, ma anche di convertirsi al paganesimo.
L’imperatore, allora, la condannò a morte tramite il supplizio delle ruota. Questo arnese di tortura però si ruppe per intervento divino.
Ecco, il 25 Novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Mi piacerebbe molto che a quegli uomini che usano violenza alle donne perché respinti, per volontà di prevaricare o per qualsiasi altro motivo, gli si rompesse un arnese. E penso di sapere anche quale arnese dovrebbe rompersi, nel caso.
(Nella foto, Santa Caterina che dice “Avvicinati e ti buco le ruote. Dico sul serio, fidati”)
Sport inutili e dove trovarli
Ti fa schifo stirare? Non stiri niente ma appendi bene così non ce n’è bisogno? Bene, potrai aggiungere un brivido anche a questa noiosa attività praticando l’extreme ironing.
In pratica si tratta di prendere un ferro e un’asse da stiro e andare in qualche posto in cui l’ultima cosa che ti verrebbe in mente di fare è stirare. Ma tipo in una piscina profonda 42 metri, sull’Everest, in volo con il paracadute. Pensaci, la prossima volta in cui pensi “Che noia, devo stirare!”, ti basterà prendere ferro e asse e andare in contesti molto più pericolosi di casa tua per ravvivare un po’ l’attività.
Frasi da usare agli aperitivi, anche online
“I rigori i sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli”
Diego Armando Maradona
(ciao Diego)
E per questa settimana è tutto. Sono arrivato lunghissimo oggi, ma sono giorni intensi. Per fortuna, in alcuni casi, purtroppo, per altri. Però sono riuscito a mandarla comunque il mercoledì, quindi bene, no?
Se vuoi rispondermi, basta scrivere a cicciorigoli@gmail.com. Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensi di questa newsletter.
Ci sentiamo di nuovo settimana prossima, non so se con la foto o senza. Comunque dovresti riconoscermi.
Un abbraccio da black friday.
Ciccio
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” Su Zelig TV.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho una trasmissione settimanale su Facebook che si chiama I Sommelier dei libri in cui, assieme al sommelier Matteo Galiano, abbiniamo libri e vino. Ogni giovedì, alle 18 puntuali.
Ho scritto 4 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie e un manuale tecnico. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
Questa newsletter è stata scritta ascoltando questa playlist dei Pomplamoose. Sono un duo canadese, e queste sono le canzoni che hanno inciso in Francese. Fanno un sacco di cover bellissime, e io è tutto il giorno che canto e ballicchio Comment te dire adieu.