Parto subito da un’ammissione: a me Sanremo piace, e credo di aver visto praticamente ogni edizione dal 1990 in poi, forse anche prima. Di alcune avevo anche la videocassetta registrata, e questo fa innegabilmente di me una persona che ormai ne ha viste troppe.
Ciao amiche e amici della GenZ all’ascolto, ricordatevi che sono stato Fantasanremo prima di voi. E con questo chiudiamo il momento “Elder Millennial”.
Che poi fa ridere che i telegiornali quando dicono “Millennial” pensano a chi ha 20 anni, e invece ormai chi è Millennial ne ha 40.
Forse sto facendo troppi incisi. Ok, riprendiamo il discorso.
Dicevo, Sanremo a me piace, anche perché riesce a tirarmi fuori quell’animo nazionalpopolare di contraddizione da “Che palle, ancora Sanremo” e poi figurati se mi perdo la prima puntata. La prima puntata e la finale sono sacre, perdersele sarebbe come non andare a pranzo dai parenti a Natale. Non a caso la chiamano “La settimana santa”, che poi la settimana santa sarebbe Pasqua, ma vabbè, ci siamo capiti. Tutto molto italiano, direbbe Stanis.
Cosa è stata la prima serata di Sanremo? Il solito ritratto dell’Italia esattamente come ce la aspettiamo. Le persone anziane contente perché ci sono Carlo Conti, Antonella Clerici e Gerry Scotti (per non parlare di Massimo Ranieri), le persone adulte contente perché possono fare il loro sport preferito ovvero parlare male di chiunque restando comunque ben integrate all’interno del sistema e ascoltare Brunori, le persone giovani contente perché possono commentare il cringe degli altri due gruppi e ricevere qualche regalo tipo, chessò, Bresh o Olly.
Sanremo unisce molto più dei Mondiali di calcio, anche perché arriva ogni anno mentre per noi i Mondiali di calcio non arrivano da un sacco di tempo che non voglio neanche controllare perché sennò mi metto a piangere.
C’è stato qualcosa di particolare nella prima serata di Sanremo? No, e meno male perché altrimenti che gusto ci sarebbe? Non è finita neanche troppo tardi, considerato che c’è una quantità di cantanti che al confronto il concerto del Primo Maggio è un falò attorno alla spiaggia.
Ha cantato Jovanotti, il cantante che meglio di chiunque altro riesce a unire i tre gruppi di cui sopra. Certo, magari avrei fatto un minutino in meno, Lorenzo, ma vabbé, ti voglio bene uguale.
(Non accetto contestazioni su Jovanotti. Non gli puoi voler male, a Jovanotti, e ho ascoltato troppe canzoni sue nell’adolescenza per rinnegarlo)
Visto che siamo in una newsletter che parla di public speaking e di come stare sul palco, qual è l’insegnamento che possiamo portarci a casa da Sanremo? Facile: la mediocrità premia, se vuoi arrivare a un pubblico vasto. Di sicuro non vince, ma altrettanto di sicuro non perde.
Nonostante la pomposità, le scenografie, il grande rito collettivo che unisce una Nazione, Sanremo è l’incredibile trionfo della mediocrità. Non scontenta nessuno, e infatti quando ci sono polemiche e momenti da ricordare si tratta di deviazioni dalla normalità che disturbano l’attenzione. Dei 29 artisti in gara, quanti ci ricordiamo già solo stamattina? Quanti ci hanno fatto sobbalzare sulla sedia? Dubito ci sia riuscito qualcuno o qualcuna.
Sanremo sta lì, meravigliosamente nel mezzo, con due conduttori e una conduttrice che grazie al loro essere “brave persone” hanno costruito una carriera lunghissima e duratura. Con canzoncine che scopriremo solo con il tempo se hanno qualcosa da dire e resteranno. Con il messaggio del Papa, l’entrata di Gimbo Tamberi per ricordarci quanto ci sia orgoglio quando vinciamo medaglie, Raf che canta Self Control per ricordarci che la canzone ha 41 anni ma senti ancora come fa ballare.
Alla fine dei conti, ogni tanto è gradevole ottenere una rassicurazione. Non vorremmo un’edizione del Festival fuori dagli schemi, ci accontentiamo di questo. Teniamoci stretti questa mediocrità, sperando che duri soltanto una settimana.
(La citazione del titolo deriva da una canzone dei Linea 77 di qualche anno fa che per me è tradizione ascoltare durante la settimana di Sanremo)
Carlo Conti è mediocre, forse il migliore (dopo Amadeus)
Ho girato un video per raccontare come mai Carlo Conti è perfetto per Sanremo e in generale come conduttore, nonostante non sappia fare niente.
Parlare a modo
Io sto sempre a parlare delle connessioni tra public speaking e poesia, ed ecco che ho trovato un TED Talk in cui la protagonista recita una poesia. Giusto per farmi capire che forse non ho sbagliato a mettere insieme le due cose.
Elle Cordova è una content creator molto particolare e che fa davvero ridere con i suoi reel in cui interpreta i font tipografici, oppure in cui fa parlare i pianeti. Lo so, detta così sembra strana, ma se la vai a vedere capisci di cosa si tratta.
In questo TED recita una poesia sul Big Bang e canta una canzone dedicata a Carl Sagan, scienziato e filosofo. Giusto per dire quanto sia possibile fare poesia su praticamente ogni cosa.
Corso di public speaking? La vedo difficile
In questo spazio avrei voluto dirti che faccio un corso sabato 15 febbraio di public speaking, ma non serve perché è sold out. Mi spiace, è andata così, ci vediamo la prossima volta. Il prossimo dovrebbe essere ad Aprile, ma chi può dirlo?
Qualche link che può sempre servire
Arrivo buon ultimo ma in questi giorni ho finito di vedere le due stagioni di The bad guy con Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi. Non gli avrei dato una lira a questa serie, e invece mi è piaciuta parecchio. Grottesca, paradossale, inaspettata. Voto 8/10;
Un podcast che parla di calcio ma in maniera completamente diversa, visto dalla parte dei tifosi. Alla fine non sembra neanche che parlino di calcio. Si intitola Prendo la sciarpa e vengo da te, ti consiglio le puntate di Pietro Sermonti e di Paolo Nori per iniziare;
Dove mi trovi questa settimana
Settimana impegnativa quella che arriva, ecco dove puoi trovarmi a fare spettacolo in vario modo:
Domenica 16 alle 21 sono al Don’t Tell Mama di Milano per un open mic di stand up comedy insieme ad altra gente brava parecchio;
Martedì 18, sempre alle 21 faccio l’MC (il Maestro di Cerimonie) in un poetry slam d’arrembaggio al PiratiPoeti in via Lazzaro Palazzi 3 (Zona Porta Venezia), sempre a Milano;
Mercoledì 19 alla stessa ora c’è la terza serata del Limoni Poetry Slam a Ostello Bello Duomo in via Medici. In questo caso però faccio il dj, notaio e disturbatore.
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Questo giorno porta con sé
l’acqua benedetta
che scioglie i dolori
il canto che sale dalla terra.E mi sento sommersa
tra queste pietre
e bevo allo stesso bicchiere di mia madre
tenuto per anni chiuso nella credenzanon posso piangere per sempre.
(Vado a memoria - Laura Maria Gabrielleschi)
Per questa settimana è tutto, ci sentiamo giovedì prossimo una volta finita la buriana di Sanremo. Così non ne dobbiamo parlare più.
Tante care cose e abbi cura di te
Bella la "ammissione di colpa" iniziale 😄
Comunque Elle Cordova è un genio e meno male che su Instagram sono pochi quelli come lei, altrimenti non mi staccherei più dal telefono.