Qualche sera fa è venuto a trovarmi un mio amico che tiene dei corsi di stand up comedy, e parlavamo di come persone che sono lontanissime dal mondo della stand up perché magari nella vita fanno tutt'altro abbiano comunque voglia di salire sul palco a raccontarsi e far ridere il pubblico.
Soprattutto parlavamo del processo, di come quando arrivano alla prima lezione dicendo di avere già i pezzi vengono invitati a ripartire da zero, a scoprire qualcosa di sé stessi, a raccontare partendo da una loro storia e arrivando solo dopo a far ridere.
Anni fa ho fatto un corso di comicità (ai tempi non si chiamava ancora stand up comedy, miei cari giovani amici e amiche) e l'insegnamento più importante che mi sono portato a casa è stato "Tu non devi salire sul palco per farmi ridere, tu devi salire sul palco innanzitutto per non farmi annoiare".
Insomma, la stand up ti insegna a stare sul palco e raccontare qualcosa di tuo, possibilmente in maniera divertente o quantomeno non patetica. Qualcosa di vero. Ma sarà poi vero per davvero, per usare un gioco di parole?
Cambio scena: c'è una nota influencer e imprenditrice italiana a cui stava andando tutto bene, poi ha deciso di fare dei pandori e da lì è stata una continua discesa agli inferi.
Ora si difende cercando di mostrare il suo lato più vero, più autentico, farci vedere che è una persona “vera”, come noi, e che sbaglia. Ma è poi vero? Considerando la quantità di filtri usati e le agenzie di comunicazione che ci stanno dietro, la vedo difficile.
Quando andavo all'università (ho studiato scienze della comunicazione, che ai tempi era un ottimo modo per non dover fare il militare) in una lezione di Teorie e tecniche della comunicazione di massa si analizzava la differenza tra giornalismo anglosassone e giornalismo continentale. Il giornalismo anglosassone ha il mito dell'obiettività, quelo continentale invece vira spesso verso la faziosità, o meglio difende un punto di vista.
A vedere il dibattito così viene naturale schierarsi con gli anglosassoni e dire: "Eh no, il giornalismo deve raccontare la verità!". Ora, a parte che l’unico giornale che si chiama La Verità stento un po' a definirlo obiettivo ed equidistante, ma davvero possiamo pensare che il giornalismo e la comunicazione in generale raccontino la verità?
La mia idea è che la verità, fondamentalmente, non esista, e quindi è inutile cercare di rincorrerla. Non esiste perché non è comunicabile, perché quello che è vero oggi non è vero domani, quello che è vero per me non lo è per te e spesso anzi la ricerca della verità ha fatto più danni che altro. Basta un avverbio per non essere più veritieri, a volte.
E allora, cosa ricercare? Io dico: il verosimile.
Qualcosa che assomigli alla nostra realtà, che prenda le mosse da quello he abbiamo vissuto, ma senza avere la pretesa che tutto debba essere totalmente vero e che se non è vero allora è falso. Anche il falso, ecco, dipende.
Perché tutte le cose divertenti accadono a chi fa comicità e alle persone normali non succede mai niente? Semplicemente perché chi fa il comico o la comica sta lì in attesa che accada qualcosa di divertente, e trova il lato comico in ciò che accade. Magari cercando di raccontarlo in maniera veritiera l'avvenimento non è poi così straordinario e viene ingigantito, abbellito, modificato, ma noi andiamo a vedere gli spettacoli comici per sentire la verità o per ridere? Leggiamo i giornali (quando li leggiamo, vabbé) per sapere la verità o per farci un'idea? Possiamo scoprire la verità totale attraverso le parole di altra gente?
Se la smettessimo di cercare la verità forse staremmo pure meglio. Basterebbe accontentarsi del verosimile. Chi lo sa che non stia lì quello che chiamiamo verità.
Consigli di lettura non richiesti
Una delle grandi benedizioni che mi ha regalato il poetry slam è conoscere persone incredibili che reputo geniali. Tra queste sicuramente c’è Marko Miladinovic.
Marko fatico a definirlo “poeta” e basta perché per me è un artista totale. Di sicuro il più grande artista “Svizzero italiano ex jugoslavo (non ancora europeo)” che esista. La definizione geografica è sua.
Ultimamente è uscito il suo secondo libro: Libro massimo di poesia. Dopo averlo comprato ho pensato che, se non conoscessi Marko, di sicuro avrei voglia di conoscerlo perché è potentissimo. Marko riesce a vedere dove io non pensavo neanche esistessero parole.
Poesia, grafica, giochi, immagini da ritagliare, parole sovrapposte e contrapposte, slogan, una roba mai vista che mi sta facendo impazzire.
Fatico quasi a descriverlo per quanta roba c'è dentro, per come ogni pagina sia un'esplosione, quindi niente, compratevelo (su Amazon o meglio ancora nella vostra libreria di fiducia) e saranno i 14 euro meglio spesi di quest'anno.
Si perde molto tempo
a fare ciò che si vuole
molto di più si perde
a non farlo
E dove ti trovo in questi giorni?
Le settimane che preparano alla Santa Pasqua saranno direi impegnative:
Venerdì 15 sono a Rimini al Cinema Fulgor (quello di Fellini) per il Lattementa poetry slam
Sabato 16 sono a Milano per il secondo round dell’Ultimo metrò poetry slam all’Ultimo metrò in Via Marco Aurelio 2
Domenica 17 alle 18 sono a Vimercate al LAB - Libri Al Banco con il mio spettacolo Senti e trema
Mercoledì 20 a Ostello Bello Milano Duomo con Limoni poetry slam
Giovedì 21 a Parma a Colonne Ventotto con il Grande poetry slam
Venerdì 21 a Firenze alla Libreria l’Ornitorinco alle 19 per il Kilonova Fight Club.
Potere di Trenitalia e del Flixbus, vieni a me!
Una poesia breve per chi ha poco tempo
C’è da rifare, ad esempio, tutto il mio passato,
rivederlo, correggerlo, arginarlo
perché non copra tutta la mia vita.
C’è da rifare, anche, tutto il tuo futuro
se in qualche modo è vero
che vogliamo un futuro.(Adriano Spatola)
Qui si conclude la newsletter di questa settimana. Ci risentiamo durante la Settimana Santa.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
“Nessuno ci toglierà i balli che abbiamo ballato”
(proverbio argentino)
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking e poetry slam.
Faccio corsi per parlare in pubblico sia dal vivo sia online, e anche consulenze singole.
Organizzo poetry slam e insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni abbiamo un’agenzia che si chiama Slam Factory. La nostra trasmissione “Poetry Slam!” la trovi su Prime Video.
Ho scritto 5 libri e un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione e mezzo di visualizzazioni quasi a mia insaputa.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.