Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è nonproprio, la newsletter che per parlare di public speaking la prende alla larga e si lascia ispirare da tutt’altro. Poi vediamo cosa farcene di questa ispirazione che, ricordiamo, è solo una minima parte del processo creativo. Tutto il resto è traspirazione.
Stanotte sono stato sveglio a guardare una partita di tennis. In questi giorni si sta giocando il Roland Garros, che se non lo sapessi è il più importante torneo del mondo sulla terra rossa, e ieri hanno giocato Rafa Nadal, probabilmente il più grande giocatore di tutti i tempi su questa superficie, e Jannick Sinner, la giovane promessa del tennis italiano.
Il risultato era abbastanza scontato, e ha vinto Nadal. Ma non sempre succede così. Sono andato a vedere le statistiche di Rafa, e ho scoperto che ha vinto 19 finali di un torneo del grande slam. Però ne ha perse 8. E molte altre volte non è neanche arrivato in finale.
Lo so, può sembrare uno di quei discorsi da grande motivatore e venditore di fuffa, sull’importanza del fallimento, su quante volte si cade altrettante bisogna rialzarsi, ecc. Ecco, no. O meglio, non proprio.
Oggi voglio riflettere su 3 analogie tra tennis e parlare in pubblico. Sconfitte comprese.
Match point, palle break, punti persi
Ci sono diversi aspetti del tennis che mi affascinano. Uno è l’assoluta solitudine del tennista durante la partita. L’altro l’incertezza del risultato fino alla fine. L’ultimo, la quantità incredibile di tornei che vengono disputati. Cosa c’entra tutto questo con il public speaking? Fidati, qualcosa c’entra.
Triste, solitario y final
I tennisti hanno degli allenatori, ma non ci possono parlare. Solitamente l’allenatore si siede in tribuna, ed è assolutamente vietato parlarci durante la partita o anche solo fare dei segni, se lo si fa si rischia di essere penalizzati. Sembra incredibile ma è così, ogni tennista è solə durante la partita e può fare affidamento solo sulle proprie forze. Che è un po’ come stare sul palco o durante una riunione a parlare. Certo, puoi avere i tuoi appunti, la tua bella presentazione, ma tocca a te fare praticamente tutto. Gli altri possono aiutarti nella preparazione, ma a parlare ci sei tu e ci vogliono tempo ed esperienza per imparare a gestire il tono di voce, la posizione del corpo, il ritmo da tenere. L’unico modo per arrivarci preparatə è allenarsi, prepararsi bene e soprattutto giocare, pardon, parlare in pubblico il più possibile.
L’incertezza è il peggior tormento
Nel basket c’è quello che viene definito “Garbage time”, ovvero quando una squadra ha così tanti punti di vantaggio che bisogna solo aspettare che finisca il tempo, perché il recupero è impossibile. Nel tennis questo non esiste, perché non ci sono limiti di tempo quindi anche se si sta vincendo non si è mai sicuri del risultato finale. Ogni situazione può essere ribaltata in ogni momento.
Tante volte chi sale sul palco non prepara adeguatamente l’uscita e l’entrata, la gestione del tempo, il funzionamento di tutto. E invece anche l’argomento più interessante può essere messo in secondo piano dagli errori che si fanno quando si è troppo supponenti, si sbaglia la chiusura, non si è chiari, insomma, non si può mai essere sicuri del risultato finale finché non si scende dal palco. L’incertezza però è fondamentale per avere quel brivido adrenalinico che rende piacevole parlare di fronte agli altri, e che stimola a dare il meglio.
C’è sempre un altro torneo
Dicevo all’inizio che è vero che Nadal ha vinto 19 tornei ma ne ha persi 8. Anche se è tra i più forti del mondo, può capitare anche a lui una giornata storta oppure un avversario che quel giorno è in stato di grazia e diventa imbattibile. Sicuramente anche lui sarà uscito frustrato dal campo, avrà analizzato gli errori, avrà avuto dei dubbi sul suo essere un gigante. L’unica soluzione quando le cose vanno male è concentrarsi sulla prossima partita. Come diciamo anche nel poetry slam, c’è sempre un’altra occasione per esibirsi dopo che una serata va storta. Stare a pensare solo agli errori o a quello che è andato male non serve a niente. Meglio concentrarsi sul proprio miglioramento.
Il TED talk della settimana
Questo è un TED talk che considero assolutamente da vedere. Tecnicamente è perfetto, è organizzato benissimo, la presentazione è semplice, aiuta la comprensione ed è strutturata in funzione di quello che viene detto. E l’argomento è quanto mai di attualità, visto che parla della difficoltà di essere nero nel contesto di un’America dominata dai bianchi.
Ah, fa anche ridere. Non pensavi si potesse far ridere parlando di certi argomenti? Ecco, puoi invece vedere come sia assolutamente possibile.
Come destrutturare il razzismo, un titolo alla volta
Il Santo del giorno
Oggi si festeggia la Beata Vergine Maria del Rosario. Il rosario, quella collana che serve per contare le Ave Marie e i Padri Nostri, e che io considero la risposta cattolica alla meditazione orientale. Confesso che a volte ho utilizzato il rosario per addormentarmi, continuando a ripetere Ave Marie. Se soffri di insonnia, provaci, funziona.
Ma il rosario nasconde anche segreti cruenti. Si dice che la Madonna lo consegnò di persona a San Domenico, che in quel periodo predicava contro gli Albigesi, una setta eretica. Il rosario fu una formidabile arma di preghiera per sconfiggerli, senza contare che contro di loro fu ordinata una crociata dal Papa con il loro conseguente massacro.
Ma il rosario fu fondamentale anche nella battaglia contro i Turchi a Lepanto nel 1571. Mentre l’armata cristiana combatteva, tutto il mondo cattolico era chiamato a recitare il rosario per sostenerli. I Cattolici vinsero, massacrando i Turchi a colpi di spada.
Ecco, visto che entrambe le volte il rosario ha aiutato la vittoria dei Cristiani facendo ammazzare un sacco di gente, diciamo che quando qualcuno recita il rosario mi viene sempre un po’ di paura. Non vorrei lanciassero una crociata contro di me.
(Nella foto, la Madonna che dice a San Domenico “Ti ho portato un pensierino” e San Domenico che dice “Ma dai, non ti dovevi disturbare!” e gli altri Santi che dicono “E a noi niente?”)
Sport inutili e dove trovarli
Un gran bello sport di movimento, di azione, coinvolgente e adatto a tutti: il Campionato mondiale di sauna.
Il funzionamento è facile: ti siedi in una sauna a 110 gradi Celsius, e vince chi resta seduto più a lungo. Wow, che azione! Che emozioni! Che coinvolgimento!
Purtroppo non lo fanno più dal 2010, perché uno dei partecipanti è morto. Peccato, stavo pensando di iscrivermi alla prossima edizione.
E pure per questa settimana è tutto. Non prima però di svelarti una grande novità, ovvero che torno a tenere dei corsi di public speaking! Per adesso online, ma bisogna adeguarsi alla realtà che cambia.
Sono 2 corsi, uno da 4 ore intenso e concentrato in una mattina il 15 Ottobre, e uno di 8 ore divise in 4 lezioni serali dal 20 Ottobre in poi. Qui i link per iscriversi:
Se questa newsletter ti piace e vuoi saperne di più su come parlare in pubblico, ecco, questi corsi sono perfetti per approfondire l’argomento. Ti aspetto!
Nella newsletter di settimana scorsa pare non ci fossero refusi. Miracolo! Se ne trovassi in questa, segnalameli e vincerai una birra. E, a proposito di birra, giovedì sera alle 18 consueto appuntamento con “I Sommelier dei libri”, la trasmissione live in cui consiglio 3 libri e Matteo Galiano, stimatissimo sommelier, ci abbina 3 bevande. Leggere e bere, che belle cose.
Ci leggiamo settimana prossima. Se ti va seguimi anche su Facebook, Instagram e Linkedin. E a breve sul mio nuovo sito, che ancora non è pronto ma manca poco.
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Un abbraccio con il rispetto del nuovo DPCM
Ciccio