Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter gratuita dedicata al public speaking che parte ogni mercoledì mattina perché poi solitamente il pomeriggio ho da fare. Magari pomeriggio avrai da fare anche tu, quindi meglio se la mando la mattina. Dimmi tu cosa preferisci, comunque.
Ci sono delle parole oppure delle frasi che ci fanno ridere, ma spesso fanno ridere solo noi e pochi altri. Ad esempio c’è una mia amica a cui se io dico “pietra d’inciampo” di sicuro ride, un’altra che ride quando dico "corriera”. Se io provassi a dire queste parole a un’altra persona pensando di farla ridere, passerei probabilmente per cretino.
Sono parole o frasi che in inglese sono conosciute come inside joke, ovvero battute interne a un gruppo. Dobbiamo però evitarle assolutamente quando parliamo di fronte a una platea o anche di fronte a qualcuno che semplicemente non conosciamo o fa parte di un gruppo diverso, perché cadrebbero nel vuoto. Oggi andiamo a vedere come calibrare il discorso in base a chi ci troviamo davanti.
(Che poi ad esempio a me fa molto ridere la parola “pannocchia”, ma non posso certo pretendere faccia ridere tutti. Però è divertente come parola, “pannocchia”. Cioè, io sto ridendo anche adesso mentre la scrivo.)
Madonne pazze e altre amenità
In una chat di Whatsapp particolarmente attiva in cui mi trovo l’esclamazione principale per indicare stupore è “Madonnapazza!”. Spesso capita però che qualcuno scriva “Ho usato Madonnapazza in un’altra chat ed è caduta nel vuoto”. Ecco, questo è esattamente il motivo per cui bisogna stare attenti a cosa si dice o si scrive in base ai diversi contesti.
Quindi ecco 3 sobri consigli per capire cosa dire, dove dirlo e come dirlo, senza far rotolare le balle di paglia per strada come nei film western subito dopo.
1) Analizza il contesto
Sembra banale, ma non lo è. Bisogna sempre stare attenti a dove ci troviamo, per evitare figure imbarazzanti. Ad esempio nessuno si rivolgerebbe a un cliente allo stesso modo in cui si rivolgerebbe al proprio miglior amico. Nel caso più fortunato, e se il cliente è in buona, la conversazione banalmente cade. Nel caso peggiore, abbiamo perso un cliente.
Quindi, quando si parla di fronte a persone che non conosciamo bene, evitiamo di essere troppo diretti o di lasciarci andare e sondiamo il terreno come prima cosa. Un minimo di contegno, e che cavolo!
2) Occhio alle sigle e ai termini sconosciuti
Qualche giorno fa, all’inizio di un corso in cui c’erano molte persone della stessa azienda, durante le presentazioni alcunə si sono presentatə usando delle sigle che sicuramente chi lavorava assieme a loro avrebbe capito, ma di certo non io o le altre persone presenti. Risultato: di tutta la presentazione ricordavo solo la sigla senza sapere a cosa si riferisse.
Quando vi capita di parlare con persone che non lavorano con voi o non fanno parte della stessa azienda, non date mai per scontato che sappiano di cosa state parlando. Usate termini comprensibili, altrimenti si perde tutto il resto del discorso.
Succede spesso anche a me quando parlo di poetry slam convinto che chi ho di fronte sappia di cosa si tratta, per poi accorgermi che mi guarda con l’espressione di chi sta ascoltando un discorso in una lingua che non conosce.
3) Martoriate chi ha la sventura di conoscervi
Se dovete parlare di fronte a persone che non conoscete e non sapete se il discorso è sufficientemente comprensibile, prendete prima una persona cara ma distante dal vostro ambito e obbligatela ad ascoltare in anteprima quello che direte. Fatevi interrompere durante il discorso quando non capisce qualcosa oppure alla fine chiedete se ha capito tutto. Sarà faticoso, ma sarà anche molto utile.
Ah, e non dimenticate di fare un regalo a chi vi ha ascoltato con tanta pazienza, mi raccomando.
Il TED Talk della settimana
Il 2 Aprile sarà la Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo. Abbiamo spesso immagini stereotipate di chi si trova nello spettro autistico, e potremmo pensare abbia una malattia. Ecco, intanto iniziamo dicendo che non è una malattia, magari.
In questo talk che riesce a essere coinvolgente anche se è una lettura (quindi si può vedere come si possa essere bravi sul palco anche leggendo un discorso), si parla di come le diagnosi di autismo siano esplose dagli anni Novanta in poi ma non perché siano aumentate le persone nello spettro, ma perché si è raggiunta una maggiore consapevolezza e sono cambiati gli strumenti diagnostici. Per fortuna, direi.
Un bel discorso, che spiega molte cose. Assolutamente consigliato. E in più parla di quanti danni abbia fatto e ancora faccia la falsissima correlazione tra vaccini e autismo, che di questi tempi direi che è calzante come argomento.
Il Santo del giorno
Quando non sai più a che Santo votarti, ecco il mio consiglio: scegli un Beato
Oggi parliamo di San Bonaventura da Forlì che scoprì la fede tardi, ovvero a 37 anni, ma da allora diventò un instancabile predicatore. Fosse nato oggi probabilmente si sarebbe tatuato “It’s never too late” sul braccio mostrandolo orgoglioso su Instagram. Anzi, poteva diventare una specie di Marco Montemagno della cristianità, per fortuna ai tempi non c’era ancora YouTube.
Morì a 80 anni stremato dalla fatica dopo aver predicato ovunque, dopo essere andato in tour per tutta la vita come neanche i Rolling Stones. Forse dalla sua discendenza è nato Keith Richards, vista la lunga carriera e l’insospettabile capacità di rimanere ancora vivo nonostante tutto.
It’s only Rock’n’Roll e penitenza, Beato Bonaventura da Forlì.
(Il Beato Bonaventura da Forlì a Top of the pops dopo l’uscita del suo primo singolo, “Penitenza”)
Passata la festa, gabbatu lu Santu
Visto che ci avviciniamo alla Pasqua, e come si sa durante le feste è bene non badare troppo alla dieta, oggi ti porto in una sagra che è entrata nel mio cuore dalla prima volta in cui ne ho sentito parlare: la Sagra del padellone di Camogli.
Centro della festa è per l’appunto una padella di 28 quintali dal diametro di 4 metri e con un manico di 6 metri, al cui interno 3.000 litri di olio bollente attendono che vengano fritte 3 tonnellate di pesce che poi verranno distribuite agli astanti.
Il sogno di ogni nonna calabrese. E anche il mio, visto che forse tu non lo sai ma io nella frittura raggiungo l’estasi mistica e l’assoluta trascendenza zen. Basta mettermi a friggere qualunque cosa e lì tra i fumi dell’olio arriva la mia beatitudine.
Se vuoi invitarmi, tu porta qualcosa da friggere, io porto l’olio e il mio mestolo per frittura da competizione.
Frasi da usare agli aperitivi, anche online
“La Pasqua è una grandissima rottura di uova”
(Andrea G. Pinketts)
Non mi resta che augurarti una Buona Pasqua e un’ottima Pasquetta, sperando di tornare presto a lamentarci soltanto perché a Pasquetta piove sempre.
Ti ricordo che il 17 Aprile ci sarà il mio prossimo corso online di public speaking a soli €10, se dopo averlo frequentato ti piace puoi versare anche i €39 restanti. Per dire, al primo corso che ho fatto a Marzo erano tuttə contentə e hanno saldato subito dopo. Sono soddisfazioni, bisogna dire!
Dura 3 ore, dalle 10 alle 13, e riceverai un sacco di informazioni da utilizzare subito anche nelle videochiamate.
Trovi tutte le informazioni in questa pagina
Un abbraccio santo
Ciccio
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Sto scrivendo la mia autobiografia a fascicoli. Ogni Sabato esce una nuova puntata, costa un euro al mese e puoi abbonarti qui: Autobiografia di un Ciccio.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online (ad esempio il 17 Aprile), e anche consulenze singole.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” Su Zelig TV.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho una trasmissione quindicinale su Facebook che si chiama I Sommelier dei libri in cui, assieme al sommelier Matteo Galiano, abbiniamo libri e vino. Il prossimo appuntamento è giovedì 1 Aprile, alle 18 puntuali.
Ho scritto 4 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie e un manuale tecnico. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter trovi delle ə invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo.
Playlist
Questa newsletter è stata scritta ascoltando un vecchio live del 1995 di uno dei miei gruppi preferiti, i President of the United States of America. Un live che ha 26 anni ma come suona ancora bene, Signora mia.