Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è nonproprio, la newsletter che si occupa di public speaking basandosi sulle tecniche poetiche ma che oggi invece di parlare di Powerpoint (che personalmente non uso MAI) parla di numerelli e quindi di sfuggita anche di Excel. Lo so, lo odiano quasi tuttə, ma solo perché non lo conoscono bene. Excel in fondo è un burbero dal cuore d’oro.
Stai seguendo le statistiche? Stai facendo il pieno di calcoli e di numeri e positivi e negativi e tamponi e Rt e R0 e tutto ‘sto casino indefinibile di numeri e parole e percentuali? C’è da perderci la testa, no? Ho visto gente al bar discettare di statistica e algebra come neanche al liceo quando dovevano interrogarci sui polinomi e sui logaritmi. Concetti che peraltro ho dimenticato negli anni.
Negli anni però ho imparato a lavorare con i numerelli. Lo so, non sarà altamente professionale ma li ho sempre chiamati numerelli anche quando mi trovavo a calcolare budget e trend e altre brutte parole che prometto di non usare mai più almeno in questa newsletter. Ammettiamolo, numerelli è più divertente di “curva di crescita” oppure di “margine operativo lordo”. O quantomeno, mette molta meno ansia.
Numerelli, numerelli everywhere
La matematica piace a poche persone. Ricordo un’interrogazione al liceo in cui tutta la classe, chiamata in ordine alfabetico, risultò impreparata, tranne una mia compagna. Era l’unica a cui piacesse.
Poi un po’ mi sono ricreduto, e ho imparato a usarli questi numeri. Mi sono serviti per fare piani, mi sono serviti per spiegare meglio i concetti, mi sono serviti per fare delle presentazioni. Ho anche capito che i numeri dicono la verità se li sai interrogare bene, ma sono cattivissimi se li usi male. Perché in una gara puoi anche esultare perché hai preso il terzo posto, ma se poi in gara eravate solo in 3, diciamo che l’effetto finale cambia parecchio.
Vediamo quindi come usare bene i numeri senza farci schiacciare da loro.
1) Il contesto, sempre
Hai presente i sondaggi televisivi? Quando dicono “Il 30% ha detto questo, il 43% quest’altro…” senza mai indicare il 30% di che cosa? Ecco, non fare mai questo errore. Se usi un numero, una percentuale, un dato di qualsiasi tipo, assicurati che dopo nessuno possa chiederti “Sì, ma il 30% di cosa?” cogliendoti impreparatə. Se usi un numero, devi sapere da dove viene e cosa significa altrimenti è FUFFA. Fuffa supportata dai dati, ma pur sempre fuffa. Direi FUFFA al 100%.
2) Le chiare fonti
Allo stesso modo, quando citi un dato, cita anche da dove l’hai preso, altrimenti sembra la famosa frase “Mi ha detto mio cugggino che…”.
Se usi dati Istat per parlare della popolazione italiana, va bene. Se invece usi una tua personale ricerca tra i vicini di casa magari va bene lo stesso, ma solo se stai parlando del tuo pianerottolo. Poi oh, magari devi tenere una conferenza in cui parli del tuo pianerottolo, ma fino a oggi non mi è mai capitato di sentirne parlare. Se succede, avvisami che ci vengo volentieri.
3) Non piegare i numeri ai tuoi voleri
Lo so, è sempre molto difficile non utilizzare i numeri esclusivamente a proprio vantaggio, e in alcuni casi va anche bene. Ma ricordati che se in una riunione dici che qualcosa vale 2 milioni, e poi subito dopo qualcuno ribatte che secondo altre fonti vale invece 200 mila, sei tu a doverti difendere. Non vale la presunzione di innocenza, e la legge non ammette ignoranza. E meno che meno la ammettono i numeri.
Hai visto, alla fine di Excel non ne ho proprio parlato. Ma in caso posso fare degli approfondimenti, sono cintura marrone e ormai senza Excel non faccio più niente, neanche la lista della spesa.
Visto che abbiamo parlato di numeri, e oltre che di public speaking qui parliamo anche di poesia, ti lascio il video di un duo, “Poesia Potente e Chitarra Tonante”, che oltre ad unire musica e poesia in questo caso unisce anche dei numeri che sembrano sempre così astratti, e invece hanno un loro romanticismo e un loro impegno civile.
La civile ballata dei numeri zero
Il TED Talk della settimana
Lo sapevi che Parigi ha il più alto numero di matematici rispetto alla popolazione? E che gli algoritmi che vengono usati ogni giorno su internet si basano sulle leggi della casualità matematica? Queste e molte altre curiosità le trovi in questo talk di Cedric Villani, matematico francese che contrariamente all’immagine che abbiamo solitamente dei matematici quando parlano dimostra un’ottima capacità di coinvolgimento del pubblico e di spiegazione di concetti anche molto complessi. Per dire come anche i numeri possono essere sexy.
Il Santo del giorno
Oggi parliamo di un santo a cui un po’ sono affezionato, visto che è stato Arcivescovo di Milano: San Carlo Borromeo.
Non è che iniziò la sua vita proprio come uno stinco di santo, ecco. Suonava il liuto e il violoncello, gli piacevano le feste, insomma, si comportava come uno studente in Erasmus qualsiasi. Mettici pure che a vent’anni nominarono Papa suo Zio, che lo portò a Roma per fargli da segretario personale, e di motivi per considerarlo semplicemente un fortunato figlio di papà ce ne sarebbero in abbondanza.
Bisogna dire però che poi si riprese, secondo quanto si racconta, poiché vendette i beni dell’Arcivescovado per aiutare i poveri durante la peste di Milano, e grazie a questo possiamo perdonarlo.
La cosa più divertente però è che gli è stata dedicata una statua ad Arona, sua città natale, alta 23 metri e chiamata amichevolmente IL SANCARLONE. Fatta con un’armatura in cemento su cui sono fissate delle lamine di rame, fu d’ispirazione per la tecnica di costruzione della Statua della libertà. Solo che la Statua della libertà sta a Manhattan e il Sancarlone ad Arona. Vedi come stare in provincia ti rovina, a volte.
(Il famoso quadro “San Carlo chiede il conto al ristorante mentre gli altri fanno finta di niente per non pagare”)
Sport inutili e dove trovarli
Oltre il Circolo polare artico, si sa, è facile che giocando a pallone si lanci la palla troppo lontano e questa finisca in acqua senza possibilità di recuperarla. E allora cosa ti hanno pensato questi abitanti delle fredde terre del Nord? Di legare la palla a una corda e tenerla sospesa da terra. Non contenti, hanno detto: “Ma perché non la alziamo un po’ ogni volta che uno riesce a tirare un calcio?”. E poi hanno deciso che i calci li devi dare con una gamba sola, e che dopo aver dato il calcio devi atterrare sullo stesso piede sennò non vale. Insomma, hanno inventato quello che si chiama One Foot High Kick, cioè calcio alto con un piede solo. Che è una specie di salto in alto ma in avanti. Pratico da giocare anche a casa, basta legare una palla al tetto. E non avere nessuno al piano di sotto che si lamenti per il rumore.
Qui trovi un video del record mondiale femminile.
La frase di oggi
Guardate quest'uomo. Sembra un deficiente e parla come un deficiente, ma non lasciatevi ingannare: è veramente un deficiente!
(Groucho Marx)
E per oggi è tutto. Mentre aspettiamo di sapere chi governerà gli Stati Uniti, in quali zone uscire e in quali no tipo Risiko, cosa possiamo fare oppure no, io mi auguro tu possa stare bene. Che in questo periodo mi sa che ce n’è parecchio bisogno, di stare bene.
Per qualsiasi cosa, sai dove trovarmi.
Un abbraccio bello di quelli che poi dici “Ah, che soddisfazione!”
Ciccio
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, cultura e un sacco di altre cose di cui se ti va possiamo parlare anche in privato.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” Su Zelig TV.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho una trasmissione settimanale su Facebook che si chiama I Sommelier dei libri in cui, assieme al sommelier Matteo Galiano, abbiniamo libri e vino. Ogni giovedì, alle 18 puntuali.
Ho scritto 4 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie e un manuale tecnico. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
Soundtrack
Questa newsletter è stata scritta ascoltando questo concerto di Marcus Miller, Victor Wooten e Stanley Clarke. Che sono tipo 3 tra i bassisti più grandi del mondo. Se ti piace il basso elettrico, è un concerto assolutamente da ascoltare. Se suoni il basso elettrico forse no, perché ti rendi subito conto che questi 3 sono di un altro pianeta e magari il basso lo butti e ti dedichi al liuto come San Carlo Borromeo.