Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che parla di public speaking, scrittura creativa, poetry slam e poi vai a sapere dove andiamo a parare.
Qualche sera fa ho tenuto una lezione di scrittura creativa. Non pensare sia la scrittura creativa che insegnano in quelle scuole tipo la Holden dove possono stare due ore a parlare dell’incipit di Moby Dick. Due ore a parlare di “Chiamatemi Ismaele”, che roba che fanno alla Holden.
Comunque no, non è quel tipo di scrittura creativa. Si tratta più di scrivere per lavoro, che poi è una delle mie attività: post per i blog, newsletter, testi, attività per cui ovviamente è necessaria un’ispirazione, ma in cui la maggior parte del lavoro la fa il mestiere, la capacità di mettere in fila le frasi e di organizzare un discorso di senso compiuto piacevole da leggere ma che al tempo stesso serva a qualcosa.
(Piccolo inciso: non credo alla scrittura orientata alla SEO, anche perché penso sia una presa in giro quando trovi quei post che dicono: “Devi preparare gli spaghetti al pomodoro? Ti faccio vedere come si fanno gli spaghetti al pomodoro. Ma prima ti racconto di quando mia nonna mi preparava gli spaghetti al pomodoro e io pensavo: “Ma che buon profumo di spaghetti al pomodoro!” e ci metti tre ore per arrivare alla ricetta, che poi è quello che ti interessa. Ecco, no. Io non scrivo così, magari quel tipo di scrittura funziona anche, ma la reputo contraria alla mia etica professionale e anche un insulto all’intelligenza delle persone.)
La lezione dell’altra sera parlava di come trovare l’ispirazione quando non si ha proprio l’ispirazione. Da dove si tirano fuori le idee? Come si fa a scrivere qualcosa di senso compiuto quando ci troviamo di fronte alla pagina bianca e al cursore che lampeggia aspettando paziente che digitiamo un sostantivo, un verbo, un avverbio perfino?
Ragionando su come strutturare la lezione mi sono venutз in mente 3 persone che scrivono. Abbastanza famose, peraltro.
Oggi quindi, 3 insegnamenti da gente che ne sa, o ne sapeva, a pacchi proprio.
Uno ci ha preso pure il Nobel
L’ispirazione per la newsletter di oggi viene da 3 persone che, insomma, qualcosa di scrittura ne capiscono: Gabriel García Márquez, Stephen King e Phoebe Waller-Bridge. Per dire, stiamo in ottime mani.
Gabriel García Márquez: non smettere esattamente alla fine
In un’intervista García Márquez, l’autore di Cent’anni di solitudine, dice che per sapere già da dove iniziare il giorno dopo di solito non termina mai esattamente un capitolo alla fine della giornata di lavoro. Lo lascia un po’ lì, con il finale ancora indeciso, in modo da avere qualcosa da cui cominciare subito il giorno dopo.
Oppure se termina un testo e si sente ancora caldo, inizia già la pagina del giorno dopo, così sa da dove partire.
Cosa impariamo da Gabriel García Márquez? Che possiamo anche non terminare esattamente quello che iniziamo, in modo da avere una base di partenza in seguito.
Che poi lui dice anche che l’ha rubata a Hemingway questa tecnica, quindi mi sembra che come progressione fili: Hemingway, García Márquez, Ciccio Rigoli. Lo so, ho una grande umiltà, lo so.
Stephen King e la routine
Tutti gli scrittori hanno una routine quotidiana. Il già citato García Márquez, ad esempio, diceva di scrivere ogni giorno mentre i figli erano a scuola, dalle 8 di mattina alle 2 di pomeriggio. Ma chi ha elevato la scrittura continua a metodo è Stephen King, che scrive più di mille parole al giorno e lavora da 4 a 6 ore quotidianamente, festivi inclusi. Come vedi, qua non c’entra solo l’ispirazione. Scrivere porta a scrivere, e la scrittura è una specie di allenamento continuo.
E poi, male che vada, se proprio un giorno non riusciamo a scrivere niente di buono, c’è sempre un altro giorno di scrittura davanti, quindi non vale la pena preoccuparsi.
Phoebe Waller-Bridge e la pagina bianca
Phoebe Waller-Bridge è l’autrice e attrice protagonista di quel capolavoro che è la serie televisiva Fleabag. Brava, parecchio brava.
Una sua citazione che mi è rimasta impressa è: “Probabilmente non scriverai tutti i giorni qualcosa di buono, ma potrai sempre correggere qualcosa di scritto male. L’unica cosa che non puoi correggere è la pagina bianca”.
Ecco, direi che non c’è bisogno di aggiungere altro. Se vogliamo scrivere, bisogna scrivere sempre e al limite correggere.
Poi c’è anche un’altra sua citazione che mi piace tanto, ovvero: “Essere unǝ bravǝ sceneggiatorǝ è per il 3% talento, e per il 97% non essere distratti da internet”. Vale per chi vuole scrivere, ma penso anche che valga per il 90% dei lavori.
Annunciazio’, annunciazio’
In questi giorni ho ragionato su cosa voglio far diventare Public Poetry Speaking, il mio metodo per insegnare a parlare in pubblico utilizzando le tecniche derivate dal poetry slam. Ho pensato che sarebbe stato bello se avesse avuto un suo spazio, un qualcosa che riguarda sempre me, ovviamente, ma che fosse centrato esclusivamente sul parlare in pubblico.
E allora sono partito da un profilo Instagram tutto suo, in cui parlerò esclusivamente di public speaking, consigli, tecniche, video, insomma, mi piacerebbe diventasse qualcosa di bello, grande e utile.
Se ti va di aiutarmi, e se ti interessa il parlare in pubblico, buttaci un like e vedrò di non fartene pentire.
Ci vediamo in giro?
Sono settimane impegnative queste per quanto riguarda i poetry slam, e non solo a Milano. Se ti va di venire a vederne uno, sappi che ti aspetto.
Questi gli appuntamenti:
Venerdì 22: Alle 18:30 alla Biblioteca di Seriate (BG);
Sabato 23: Alle 21, Grande Poetry Slam a Parma;
Giovedì 28: Alle 21, Santeria Grande Slam in Santeria (Milano).
Per gli ultimi due eventi, è consigliata la prenotazione anche se l’ingresso è libero. Per dire, in Santeria a Milano abbiamo già fatto due sold out consecutivi giorni prima dell’evento, e sono soddisfazioni.
Frasi da giocarsi agli aperitivi
Sai, tutto quello che immagino
È che mi racconti un miracolo
Che mi divertirà(Il Codice - Camillas)
(Ciao Mirko, son già due anni. Chissà che fai, di là.)
Per questa settimana è tutto, ci risentiamo settimana prossima. Nel frattempo, seguimi sul profilo Instagram nuovo di pacca di Public Poetry Speaking. Se lo fai mi fa solo piacere.
Tante care cose, e abbi cura di te
Ciccio
PS: da questa settimana la newsletter, come magari avrai notato, cambia giorno ed esce il giovedì. Diciamo che ci sono motivi logistici che mi hanno portato a cambiare giorno, spero per te non sia un problema. In caso preferissi il mercoledì mattina, il mio consiglio è non aprire la prossima newsletter per sei giorni, e fare finta di averla appena ricevuta. Una soluzione intelligente, no?
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, content strategy, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Se ti va di sostenermi puoi farlo qui: Il mio Patreon. Ci sto pubblicando un romanzo nuovo a puntate, poesie inedite, ed è anche un bel modo per sostenermi. Costa un euro al mese, neanche troppo a dire il vero. Ogni sabato mattina, un nuovo numero.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Come Content Strategist, curo la comunicazione e i testi di aziende di ogni tipo.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” su Zelig TV. Adesso la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho scritto 5 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie, un manuale tecnico sul libraio digitale e un manuale sul poetry slam. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter potresti trovare delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo e anche perché se c’è da fare qualcosa che fa incazzare Adinolfi o Cacciari sono in prima linea.