Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è nonproprio, una newsletter che parla di public speaking ma senza mai usare quei toni da guru che dicono “Tu sei il più forte!”, “Tu sei lo spettacolo!”, “Tu puoi vincere!”, “Tu potrai vivere tutta la vita a Dubai e non pagare mai più le tasse in Italia!”. Anche perché se sapessi come si fa me ne starei a Dubai, invece che a Milano in zona Sempione a squagliarmi per il caldo che è arrivato. Che poi sarà così bello abitare a Dubai? Me lo chiedo sempre.
Pare che nelle presentazioni aziendali e nei convegni si registri il più alto numero di elenchi puntati e numerati al mondo. Pare che chiunque debba fare una presentazione non abbia altro modo di rivolgersi al pubblico che buttandogli addosso infinite liste di nomi, cose, animali e città. Pare non ci si renda conto che l’elenco è utile, ma distrae moltissimo da quello che stiamo dicendo.
Ammettiamolo, ne abbiamo viste di ogni. Slide con 15 voci per elenco, che solo per leggerle tutte ci vuole mezz’ora, scritte in carattere 8 e illeggibili dalla terza fila in poi, elenchi con formattazioni diverse e non centrati nella pagina in modo da far saltare i nervi a chiunque abbia un minimo sintomo di disturbo ossessivo compulsivo.
Quindi, oggi, andiamo a vedere come sia possibile usare bene gli elenchi, per noi e per il cortese pubblico che ci sta osservando e ascoltando. Quindi 1, 2, 3, cominciamo!
Ti faccio l’elenco così sai cosa prendere
Ogni tanto quando vai a fare la spesa vedi qualcuno che si aggira per il supermercato senza sapere bene dove andare, tenendo in mano un bigliettino sgualcito dal sudore. Di solito si tratta di qualcuno che deve fare la spesa e ha una lista compilata da qualcun altro, e quindi si deve raccapezzare tra gli scaffali e capire cosa deve prendere senza dimenticare niente e soprattutto attenendosi alle istruzioni.
Senza contare la complicazione che solitamente la lista non viene scritta avendo in mente la mappa del supermercato, quindi magari prima ci sono scritti i detersivi (che solitamente stanno in fondo) e alla fine la frutta, che invece di solito sta all’inizio. Ecco, scrivere un elenco da usare in una presentazione è più o meno la stessa cosa: se non abbiamo in mente la mappa di quello che dobbiamo dire e in che ordine, rischiamo di perderci e andare in confusione noi, il pubblico e anche qualcuno che si trova casualmente ad ascoltarci.
Quindi, ecco 3 consigli che potrebbero esserti utili. Ovviamente elencati e numerati.
1) Scrivi poche cose
Se fai un elenco lunghissimo e lo metti in una slide, sicuramente le persone leggeranno la slide e non ascolteranno te. E a questo punto conveniva inviare loro le slide senza salire sul palco, così se le leggevano comodamente a casa. Quindi, non mettere troppi punti nell’elenco. Anche perché poi le scritte sono troppo piccole e non si legge niente.
Esempio di slide con elenco fatto male:
Spero tu possa ammirare anche l’eleganza del colore di sfondo, scelto appositamente per annoiare la vista. Quante volta hai visto delle slide così? Ecco, riduci le voci. Te ne saremo grati tutti.
2) Usa tutto il Powerpoint
Ci sono tante persone che sembra non sappiano che Powerpoint potenzialmente è infinito. Cioè, nessuno ti chiede di usare 5 slide invece di 50. Volendo ne puoi usare quante vuoi, anche se devi farlo responsabilmente.
Suggerimento: non mettere tutto l’elenco in un’unica slide, ma fai apparire magicamente un punto alla volta usando più slide. Un effetto speciale che costa niente e rende tanto, riassunto in questa comoda GIF animata:
3) Scrivi grande
Ma perché ci ostiniamo a scrivere in corpo 8? Scrivi grande, bello leggibile e comprensibile. E che diamine, mi sembra assurdo doverlo ancora specificare. Eddai, su.
Il TED Talk della settimana
Passare dalla povertà estrema a essere la prima donna candidata a Governatrice di uno Stato per il Partito Democratico. Una bella storia, no? Ma come si arriva a questo? Stacey Abrams ci ha provato, ha fallito ma ha imparato molto. E condivide le 3 cose che bisogna chiedersi in ogni cosa che si fa.
SPOILER: Alcune allusioni che fa non riusciamo a coglierle perché sono legate al contesto americano, ma il TED è bello ugualmente.
SPOILER 2: Si ride.
3 domande da porsi in ogni cosa che facciamo
Sport inutili e dove trovarli
Con questo caldo fa sempre piacere un bel tuffo. Solo che in una piscina o al mare sarebbe troppo banale, e allora negli Stati Uniti hanno inventato il “Mud Pit Belly Flop Contest”. Ovvero una gara di tuffi nella melma, in una bella acqua marroncina che ti fa subito venire voglia di buttartici dentro. Mmmhhhh, che delizia.
Una giuria vota il tuffo più bello, quello che ha fatto più schizzi, quello più rumoroso. Il tutto nella splendida cornice dei “Redneck Games”, una specie di Olimpiade di sport scemi che purtroppo non si tiene più dal 2012. Peccato, perché stavo già prenotando il biglietto per la prossima edizione.
Il Santo del giorno
Inauguriamo una nuova rubrica, ovvero quella del Santo del giorno. In caso vi servissero dei nuovi santi da invocare, nel bene e nel male, quando tutti i vari padrepii e sanfranceschi sono occupati e oberati di richieste.
La Santa di oggi, 23 Giugno, è Santa Eteldreda di Ely.
Badessa del monastero di Ely, la sua particolarità è che era sorella di altre 4 Sante: Santa Etelburga di Faremoutiers, Santa Vitburga, Santa Sexburga e Santa Setrida. Diciamo che diventare Santi era un po’ una tradizione di famiglia. Si vede che ci erano portati.
Una curiosità: Santa Setrida è l’unica senza pagina wikipedia. Non ci si spiega come mai.
Altra cosa: ma non fa ridere anche te il nome Sexburga? Magari una volta era più diffuso.
Per questa settimana è tutto, se sei a Milano il 29 Giugno e vuoi fare un salto ci sarà la prima serata del Poetry Slam estivo a BASE Milano. Lo organizzo insieme ai miei soci Paolo Agrati e Davide Passoni, e finalmente si torna sul palco. Era ora, dannazione!
Abbracci a lunga percorrenza
Ciccio
PS: un regalo prima di andare via: un’interpretazione poetica delle liste, fatta da Paolo Agrati nella sua poesia 600 Euro. Qui trovi il video.
Questa newsletter è stata scritta ascoltando questo live degli Specials. Tipo i boss della musica ska inglese. Prova ad ascoltarlo senza muovere la testa e il piedino, prova!
Oggi e sempre “Rude boy, rube boy!”.