Ciao, io sono Ciccio Rigoli e questa è nonproprio, la newsletter che parla di public speaking anche quando il pubblico non c’è. Ma in qualche modo bisogna pur tirare avanti, perché l’uomo è un animale sociale e quando si tratta di bere uno spritz non si ferma davanti a nulla, neanche alle videocamere dei computer.
Comprato il lievito? Rimesso le lancette degli orologi qualche mese indietro? Lo so, lo so, non dovrei parlare anche io di queste cose perché ne siamo già bombardati ogni giorno, ma ormai non si può parlare di niente senza tirare in ballo il Covid. Provi a parlare di calcio, e ti ritrovi a parlare di Cristiano Ronaldo che sta in quarantena. Vuoi parlare di ricette, e ti ricordi che non puoi invitare nessuno a casa per dividere un bel brasato con le patate. Incontri qualcunə su Tinder, e devi darti appuntamento per la colazione invece che per l’aperitivo.
Quindi, mettiamoci il cuore in pace, e cerchiamo di uscirne il prima possibile. Resisteremo combattendo ogni giorno una guerra di trincea via Zoom, e oggi parliamo perlappunto di call online. Le indicazioni sono valide anche per i videoaperitivi.
Mi sentite?
La situazione è sicuramente diversa fino a qualche mese fa, quando è iniziata quella che confidenzialmente chiamo “Questa menata della pandemia”. Abbiamo affinato le tecniche, abbiamo imparato a connetterci e a lavorare meglio online o in remoto o in smart working o come volete chiamarlo. Per dire, anche mio figlio ha imparato a fare le call con le maestre, anzi, ammetto che lui è molto più bravo di me.
Oggi voglio darti 3 consigli facili facili che potrebbero migliorare le tue call. Magari li segui già ma non si sa mai, sempre meglio ribadirle, le cose.
1) Hai delle cuffie per favore?
Non si sa perché, spesso mi capita di fare call con persone che non mettono le cuffie. Ed è sempre un casino gigantesco: rientri dell’audio, rumori ambientali, gatti che miagolano, bambini che urlano in sottofondo. Non me ne capacito.
Usa sempre delle cuffie, e a meno che tu non abbia delle cuffie bluetooth costosissime, usa quelle col filo. Ogni volta in cui ho parlato con qualcuno che usava delle cuffie bluetooth ho subito l’effetto acquario, la connessione tra computer e cuffie che saltava, e alla fine ho sempre chiesto di mettere le cuffie col filo. Basta prendere un paio di auricolari da 10 euro su internet, e fidati che i tuoi interlocutori ti ringrazieranno.
Ah, mi raccomando: le cuffione gigantesche solo se sei unə gamer. In una riunione normale danno l’impressione di parlare con un dj e da un momento all’altro ti aspetti che cominci a mettere i dischi.
2) Luci, inquadratura, trucco
Ti svelo un segreto: l’inquadratura dal basso fa venire il doppio mento. E già questo dovrebbe farti passare la voglia di farti inquadrare così. Sposta in alto il computer, magari mettendogli sotto dei libri belli grossi, e cerca di avere la camera all’altezza degli occhi.
La luce, poi. C’è chi si mette con la finestra dietro, facendo un effetto ombra micidiale a causa del controluce, e sembra sempre di parlare con l’Uomo invisibile perché si vede solo il contorno. Usa una lampada, un’abat jour, la torcia del cellulare o meglio ancora se hai una finestra posizionati di fronte per avere l’illuminazione perfetta.
3) Silenzio, per carità
Sai perché i Tedeschi sono molto rispettosi e lasciano finire l’interlocutore prima di parlare? Perché in tedesco il verbo va alla fine della frase e quindi finché non è completa spesso non sanno quasi che cosa si stia dicendo.
Noi Italianə invece figurati, ci parliamo sopra, ribattiamo, non aspettiamo la fine. Ecco, per rispetto degli altri partecipanti, quando non stai parlando, utilizza la tecnica adottata all’ultimo dibattito per le presidenziali americane e metti il microfono in muto. Eviterai anche tutti i ritorni audio, i gatti che miagolano, i bambini che urlano e tutto il circo di cui parlavamo prima.
Se devi intervenire, alza la manina e prenota il turno. Come si faceva a scuola, esatto.
Ovviamente, se già seguivi questi consigli, hai il mio plauso e quello di tutti gli altri che lavorano con te. Se non li seguivi, è il momento perfetto per iniziare!
Il TED Talk della settimana
E se scompare il lavoro, che facciamo? Come ce li paghiamo il caffè al bar? Chi ci darà i soldi per comprare il mascarpone e i savoiardi per fare il tiramisù?
La domanda non è peregrina, tiramisù a parte, e in parecchi si stanno interrogando su come sostenerci quando molti lavori, anche di alto livello, verranno sostituiti da intelligenze artificiali. Una delle proposte è quello di un reddito di base, che integri o sostituisca il consueto stipendio prodotto dal lavoro. Proprio di questo parla Martin Ford, analista del futuro, in questo TED talk molto interessante.
Avvertenza: no, non parla del reddito di cittadinanza così come lo intendiamo in Italia. Per fortuna.
Il Santo del giorno
Oggi parliamo degli Stanlio e Ollio della cristianità, dei Dolce e Gabbana del Cattolicesimo, dei Luca e Paolo della religione: Santi Simone e Giuda.
Non perché facessero ridere o fossero degli stilisti, ma perché vengono quasi sempre citati in coppia. Erano Apostoli ma di quelli sfigati, e poverini si trovavano a condividere il nome con due Apostoli più famosi di loro per motivi diversi, quindi erano tra i pochi ad avere anche un cognome, ovvero Simone Cananeo e Giuda Taddeo. Una vita già segnata.
Come se non bastasse, sono morti martiri con un martirio devastante entrambi di cui non ti descriverò i particolari perché sono abbastanza splatter, però magari può interessarti sapere che San Giuda è il Patrono delle cause perse, dei casi disperati e senza soluzione. Insomma, non è che gli sia andata benissimo, ammettiamolo.
A proposito di cause perse, puoi notare come ci si affidi a loro in casi disperati come in questa testimonianza che abbiamo raccolto dalla Rete. Chissà com’è andata, alla fine.
(Da notare il tasto “Aggiungi un Amen” che sostituisce il consueto Like)
Sport inutili e dove trovarli
Il polo è visto come uno sport elitario. Servono i cavalli, serve un campo grande, e non che ce li abbiano proprio tutti.
Al contempo, è anche uno sport molto versatile, e si sono viste partite di polo in bicicletta, con la canoa, con gli elefanti. L’ultimo arrivato è il Tuk Tuk Polo.
Il Tuk Tuk è molto diffuso in Asia Meridionale. Nello Sri Lanka hanno preso 4 di queste specie di APE Piaggio, hanno fatto 2 squadre composte da 4 piloti e 4 addetti alla mazza, e ci hanno fatto delle partite di polo.
E pensare che mio nonno l’Ape la usava solo per andare a vendere la frutta, a saperlo prima gli avrei impedito di venderla dopo la pensione per riadattarla e diventare un professionista di questo sport. Le cose si scoprono sempre troppo tardi, sempre.
E per questa settimana che si prospetta quantomeno complicata è tutto. Speriamo di uscirne presto perché veramente stavolta io ho pochissima voglia di mettermi a panificare, impastare, contrattare sottobanco il lievito al mercato nero. Stavolta me lo vado a comprare il pane, altroché.
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Un abbraccio, forte, vigoroso ma a distanza che mannaggia, non si può più fare niente.
Ciccio
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, cultura e un sacco di altre cose di cui se ti va possiamo parlare anche in privato.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole. Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” Su Zelig TV.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho una trasmissione settimanale su Facebook che si chiama I Sommelier dei libri in cui, assieme al sommelier Matteo Galiano, abbiniamo libri e vino. Ogni giovedì, alle 18 puntuali.
Ho scritto 4 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie e un manuale tecnico. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
Questa newsletter stata scritta ascoltando questo concerto del Maestro Paolo Conte. Che poi mi sono ricordato che l’avevo anche visto quando l’avevano fatto su Videomusic. Videomusic, quanti ricordi.