Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che parla di public speaking, poetry slam, scrittura (abbastanza) creativa e tante altre cose che talvolta portano le persone a chiederti: “Sì, va bene, ma di lavoro che fai?”.
Una volta ero sul palco e pensavo di svenire. Mi era preso un attacco di panico e non riuscivo ad andare avanti. Non era neanche una situazione troppo particolare, ai tempi ero in un duo di cabaret e ci stavamo esibendo in un locale in Puglia. E allora perché quella sensazione di stare male, terrore negli occhi e voglia di scappare? Eh, vallo a sapere. Non è che gli attacchi arrivano con dei cartelli, con degli avvisi di chiamata o dicendoti prima: “Allora, Venerdì sera alle 22:13, mentre ti stai esibendo, arriviamo a farti stare male. Fatti trovare pronto, ok?”. Arrivano, e basta.
E quindi che facciamo, aspettiamo serenamente che arrivino e ci mettiamo a scappare lasciando la sagoma nella porta come Gatto Silvestro? Direi di no, ci sono dei sistemi per gestire l’ansia o quantomeno non crollare sul palco sotto i colpi devastanti del terrore.
Ah, se ti può interessare, ho fatto un’indagine statistica: dai miei studi, risulta che sul palco la possibilità di morire scenda a zero. E per quanto ne so solitamente si scende illesə, quindi hai un ragionevole margine di tranquillità.
Ansia, vieni qua che dobbiamo parlare
Non ho soluzioni “chiavi in mano” per gestire l’angoscia da palcoscenico. Una volta ho letto i suggerimenti di uno che si occupa di public speaking e diceva che un ottimo metodo per rilassarsi era immaginare il pubblico in mutande e con un cappellino con l’elica in testa, e ho pensato: “Ma sei serio?”. A parte che se io avessi di fronte un pubblico davvero in mutande e con un cappellino con l’elica andrei ancora di più nel panico, ma poi che razza di suggerimento è?
Ecco, sappi che suggerimenti di questo tipo non ne do. E se li dovessi dare, ti chiedo gentilmente di cancellarti subito da questa mailing list perché si vede che sono andato fuori di testa.
Idratati
La prima volta che ho fatto uno spettacolo da solo ho fatto i primi due pezzi praticamente senza saliva. Ero la versione in carne e ossa delle sempre benemerite parole del Maestro Paolo Villaggio quando faceva dire a Fantozzi: “Salivazione azzerata, le mani due spugne”.
Non sono uno scienziato ma credo ci sia una specie di teoria dei vasi comunicanti per cui non abbiamo abbastanza liquidi in corpo per far sudare le mani e allo stesso tempo riuscire a parlare fluentemente, quindi, nel dubbio, portati sempre dietro l’acqua. Davvero. Sembra una roba scema, e invece. Nel dubbio, bevi. Ti servirà anche per schiarirti le idee.
Ripassa la scaletta
Non fidarti mai troppo della tua capacità di parlare “a braccio”. Struttura bene la scaletta, e anche nel dramma riuscirai sempre a mettere insieme le parole. E fai le prove a casa, anche se poi sappiamo bene che gli ambienti di test non sono mai come la realtà, ma nel dubbio sempre meglio arrivare nelle migliori condizioni possibili.
Succede. Vai avanti
Sbagliare fa risvegliare un antico sentimento di empatia. Ti dona maggiore umanità, e molte volte fa anche scattare l’applauso. Certo, va usata con parsimonia, però ogni tanto la frase: “Scusate, l’emozione” regala grandi soddisfazioni. Certo, va usata una volta sola, altrimenti scatta il pensiero: “Ma se non lo sai allora potevi stare a casa”.
Una linea sottilissima tra l’empatia e la figura di vabbé, ci siamo capiti.
Vuoi parlare in pubblico? Chiedimi come!
Lo so, lo so, inutile nascondersi: oggi ho parlato di ansia perché ho appena lanciato le mie nuove consulenze sul public speaking. Visto che fine stratega?
Sono delle sessioni singole e potrai prenotare da una a tre ore in cui ci confronteremo, struttureremo il discorso, sistemeremo i passaggi, lavoreremo sulle slide, insomma, faremo un lavoro di fino. Ovviamente puoi usarle anche soltanto se vuoi migliorare la tua capacità di parlare in pubblico!
ATTENZIONE! C’è anche un’offerta speciale se devi partecipare a un TED Talk.
Prima di ogni consulenza c’è una chiacchierata gratuita di mezz’ora per capire se posso fare al caso tuo, quindi nessun timore: lavoreremo insieme solo se sarà necessario e se sarai convintə della mia utilità.
Volevo scrivere “Alza la cornetta, Ciccio Rigoli ti aspetta!” ma è una battuta che capisci solo se hai una certa età quindi niente, fai come se non avessi detto niente. Attendo le tue richieste, intanto.
Il TED Talk della settimana
Non metto un TED Talk da qualche settimana, ma questo merita davvero. Non fosse altro per il fatto che, invece di usare delle slide, la protagonista utilizza una sega circolare e un avvitatore elettrico.
Sono a favore della parità di genere, e sono contento sia un argomento di cui si parla sempre di più. Ma parlarne è un conto, fare qualcosa di concreto un altro. Se ti dico: “Persone che lavorano nell’edilizia”, a cosa pensi? Uomini o donne? Ecco, in questo talk si parla esattamente di questo.
Emily Pilloton-Lam lavora concretamente da anni per superare gli stereotipi di genere in chi lavora nell’edilizia, e ti assicuro che dopo averla sentita parlare guarderai in maniera diversa a tutti quei ponteggi spuntati in giro per la città grazie ai vari bonus.
Frasi da usare agli aperitivi
“Quello di cui sono sicuro è che, in altre forme e in altri luoghi, continuerò comunque a fare la cosa che più amo: scrivere. E già questo lo considero un privilegio.”
(Gianluca Ferraris)
Per questa settimana è tutto, se ti va di fare una chiacchierata per vedere se le mie consulenze possono fare al caso tuo, sono a disposizione.
Per tutto il resto, ci sentiamo mercoledì prossimo.
Tante care cose, e abbi cura di te
Ciccio
Questa newsletter è dedicata alla memoria di Gianluca Ferraris: giallista, giornalista, soprattutto uomo buono. Mi mancherà molto, spero solo che in questo momento stia chiacchierando con Scerbanenco. Ciao, Gianluca.
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, content strategy, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Ho scritto la mia autobiografia a fascicoli, ed è appena partito un nuovo progetto che comprende la scrittura a puntate di un romanzo, le bozze di due spettacoli e nuove poesie, se ti va di sostenermi puoi farlo qui: Il mio Patreon.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Come Content Strategist, curo la comunicazione e i testi di aziende di ogni tipo.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” su Zelig TV. Adesso la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho scritto 5 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie, un manuale tecnico sul libraio digitale e un manuale sul poetry slam. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter potresti trovare delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo e anche perché se c’è da fare qualcosa che fa incazzare Adinolfi o Cacciari sono in prima linea.