Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter gratuita settimanale che esce ogni giovedì e che parla di public speaking, business writing, poetry slam e altre amenità. Ah, che si dicesse business writing l’ho scoperto ieri, detto per inciso.
Nella seconda metà degli anni Duemila c’è stata questa invasione dei blogger. Chiunque apriva un blog, un diario virtuale in cui raccontava di tutto. C’era chi ci sapeva fare, chi meno, ma in ogni caso era interessante vedere come altre persone mettessero per iscritto i propri pensieri e parlassero di se, del mondo, insomma, si entrava in quello che avrebbero chiamato “Web 2.0”. Che oggi suona irresistibilmente vintage, come espressione.
Poi sono arrivati i social network: MySpace, Netlog, tutti quei siti oggi scomparsi che ancora albergano nei nostri cuori. Ma consentivano di condividere rapidamente e in poche parole , e i blog cominciarono a calare. Finché non è arrivato Facebook, e per i blog è arrivato il declino definitivo, o almeno il declino per come li conoscevamo. Che nostalgia, i blogroll con i siti consigliati.
M siccome la vita riserva sempre delle sorprese, i blog sono tornati negli anni, non più per raccontare i fatti propri (per quello c’erano e ci sono i social) ma per parlare di argomenti che si conoscono bene. Li hanno scoperti le aziende, e messi assieme alla comunicazione via social sono diventati importanti e stanno vivendo, per usare un’espressione abusata, una seconda giovinezza. O forse una terza, vai a capire.
Oggi andiamo a vedere perché aprire un blog potrebbe essere una buona idea anche nel 2022.
Addurre delle motivazioni plausibili
Dicevo, a cosa può servire un blog oggi? A raccontare cosa si è mangiato a pranzo? Ad avviare la discussione? Diciamo che non è esattamente quello il motivo.
Serve più che altro perché, se prima il blog era un modo immediato per comunicare, oggi ha perso quell’immediatezza e ha assunto una dimensione temporale diversa, più persistente. E ti chiederei di apprezzare la proprietà di linguaggio che ho espresso in questa frase, sono quasi ammirato da me stesso.
Mi ha cercato qualcuno?
Come dice chi ne sa, scrivere articoli per un blog permette di posizionarsi meglio a livello SEO. Detto facilmente, è più probabile venire trovati su Google e sugli altri motori di ricerca (ma poi c’è veramente qualcuno che usa altri motori di ricerca tipo Bing?).
Soprattutto se si tratta di blog verticali, ovvero dedicati a un argomento specifico, pubblicare articoli vari su qualcosa che si conosce bene fa dire a Google: “Ma dai, evidentemente qui c’è una persona che sa di cosa sta parlando!”. O almeno, questo è come io mi immagino parli l’algoritmo di Google quando scandaglia la rete.
E visto che parliamo di bravura, passiamo al secondo motivo.
Saperne a pacchi
Poniamo tu ti ponga come espertə del tuo settore. Come fai a farlo vedere?
Ci possono essere molti modi, ovviamente, ma scrivere di un determinato argomento, e soprattutto risolvere i problemi di chi ti segue ti qualifica in maniera ancora più forte. Come diceva il proverbio, dai a un uomo un pesce e mangerà un giorno, insegnagli a pescare e mangerà ogni giorno. Che poi questo proverbio lo attribuiscono a volte a Confucio, a volte a Mao Ze Dong, manca solo lo attribuiscano a Jim Morrison e stiamo a posto.
Link in bio
Cosa si pubblica sui social? Foto, video, reel, ovviamente, ma il testo è tornato a essere centrale. E cosa vogliamo scriverci su questi social? Possiamo creare dei testi lunghi da mettere sul blog, poi tagliarli per metterli sui social, poi ridurli ancora per farci una grafica per Instagram, insomma, puoi riutilizzare i testi come vuoi.
E poi i social passano, i blog restano. Sempre per quella roba della dimensione temporale differente, quello che scrivi oggi su Facebook è immediato e condiviso ma domani sarà difficile da recuperare, se lo scrivi sul blog resterà a imperitura memoria anche a distanza di anni. Internet non dimentica.
Consigli per gli acquisti
Se ti interessa l’argomento dei blog, ti consiglio il libro pubblicato da Zandegù dal titolo From the blog e scritto da Valeria Fioretta, titolare del blog Gynepraio. Una guida fatta bene veramente sui blog, su come utilizzarli, insomma, se proprio mi dovessi chiedere da dove iniziare ti direi da qui.
Il TED Talk della settimana
Amazon Prime Video ha analizzato i dati e ha tirato fuori una serie che si chiama “Alpha House”. La conosci? Difficile, non ha avuto esattamente un grandissimo successo.
Anche Netflix ha analizzato dei dati e ha tirato fuori una serie che si chiama “House of Cards”. Questa dovresti conoscerla, visto che è stato un successo mondiale.
Come è possibile che due giganti abbiano analizzato i dati di milioni di utenti, ma una abbia fatto centro e l’altra no? Ecco, si tratta di intuito e voglia di rischiare. Una ha rischiato e l’altra no.
In questo talk che parla di dati vediamo come, nonostante tutte le analisi del mondo, ogni tanto bisogna assumersi le proprie responsabilità e provarci, sperando che tutto vada bene.
Vuoi scrivere con me?
La scorsa settimana ho menzionato di sfuggita il fatto che tengo dei corsi di scrittura creativa o, meglio, dei corsi di scrittura professionale.
Con mia grande sorpresa, ho ricevuto diverse richieste per partecipare a questi corsi, che però non sono aperti al pubblico. E allora ho deciso di farlo io: 3 date, 3 sessioni da 2 ore ciascuna, acquistabili separatamente o insieme. Ovviamente insieme si risparmia, e parecchio.
Per adesso ti dico che saranno il 26 Maggio e il 9 e 16 Giugno, dalle 18 alle 20, online.
Il costo di ognuna è di €50, ma acquistando tutto il pacchetto paghi €99 (ho voluto applicare la politica dei prezzi della LIDL mettendo il 9 alla fine del prezzo, così sembra ancora meno). In pratica prendi 3 lezioni al prezzo di 2, sempre per restare nella metafora del supermercato.
Le 3 lezioni parleranno di:
1 - La struttura: non solo come strutturare un post, una newsletter o una caption su Instagram, ma anche come creare un piano editoriale;
2 - La scrittura: creazione di newsletter, blog e social;
3 - Creare storie: trovare argomenti e avere l’ispirazione.
Se ti interessa, scrivimi rispondendo a questa newsletter. Ci sono solo 12 posti, non uno di più. Chi prima arriva meglio alloggia e poi chiedere non costa nulla, d’altronde.
Frasi da giocarsi agli aperitivi
“Parlo mai di astrofisica io? Parlo mai di biologia io? Io non parlo di cose che non conosco”
(Nanni Moretti - Sogni d’oro)
Anche per questa settimana è tutto, ci risentiamo giovedì prossimo. Nel frattempo, se ti servisse sai dove trovarmi, ad esempio sul nuovissimo profilo Instagram di Public Poetry Speaking. Se ancora non lo segui, secondo me dovresti.
Se ti va anche di condividere questa newsletter, mi fa solo piacere. Basta cliccare qui sotto, dove c’è scritto “Share”.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
PS: Scrivendo questa newsletter mi sono accorto che sul sito non avevo ancora un blog, quindi ho rimediato. Si chiama Public Poetry Blog e raccoglie alcune cose scritte in passato su public speaking e business writing, sempre per quella cosa che dei contenuti non si butta via niente. Dacci un occhio, se ti va.
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, business writing, poetry slam e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Se ti va di sostenermi puoi farlo qui: Il mio Patreon. Ci sto pubblicando un romanzo nuovo a puntate, poesie inedite, ed è anche un bel modo per sostenermi. Costa un euro al mese, neanche troppo a dire il vero. Ogni sabato mattina, un nuovo numero.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Come Content Strategist, curo la comunicazione e i testi di aziende di ogni tipo.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” su Zelig TV. Adesso la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho scritto 5 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie, un manuale tecnico sul libraio digitale e un manuale sul poetry slam. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter potresti trovare delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo e anche perché se c’è da fare qualcosa che fa incazzare Adinolfi o Cacciari sono in prima linea.