Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che parla di public speaking e poesia, come dice il nome stesso. Poi parla anche di scrittura professionale, ma chiamarla “Public Poetry Writing Speaking” sembrava una specie di lunghissimo e confuso elenco senza senso. So che mi capirai.
Non so se hai notato che la scorsa settimana c’è stato il Festival di Sanremo. Del resto, se n’è parlato così poco.
Comunque, si è parlato di qualsiasi cosa accaduta a Sanremo: del Ferilligate, di Drusilla Foer, del monologo di Checco Zalone, insomma, tutto il contorno, ma c’è stato un momento che mi ha colpito particolarmente: Jovanotti che recita una poesia di fronte a milioni di telespettatori. Che coraggio! Che svolta! Una poesia in prima serata, e che peraltro stranamente non sia stata scritta da Alda Merini (ciao Alda Merini, hai scritto cose belle però forse ne hai scritte un po’ troppe e non tutte all’altezza. Poi un’altra volta devo raccontare un aneddoto su Alda Merini, se mi ricordo).
Dicevamo, Jovanotti recita una poesia di Mariangela Gualtieri, o come dice lui “del poeta Mariangela Gualtieri” pigliando peraltro una delle cantonate più clamorose nella storia della concordanza maschile/femminile cercando di fare l’inclusivo o peggio ancora pensando di darle maggiore dignità chiamandola al maschile.
Recita questa poesia e la recita, perdona il francesismo, di me*da.
Ma non è colpa sua. Il problema è che proprio ci insegnano che la poesia è quella mazzata sui denti noiosissima e che quindi ci devi mettere pathos sennò non sei credibile. E in questo errore cadono attori, attrici e persone di spettacolo di ogni tipo.
Ma perché? Perché dobbiamo sopportare tutto questo e ammazzare le poesie? Perché raramente si trova qualcunə che le dica bene?
Dai su, sali sulla sedia
Il momento della poesia di Natale è stato un trauma per buona parte di noi. Salire sulla sedia e recitare rime baciate davanti a tutta la famiglia, anche se hai la sicurezza che poi ti applaudano e ti paghino pure. Che per unə poeta, essere pagatə per recitare le poesie in pubblico non è poi così scontato.
La performance solitamente non è un granché: c’è la tipica cantilena da bambinə, i testi sono semplici, e non ci si aspetta chissà che cosa. Ma è l’inizio del declino e mi sono chiesto: “Ma quand’è che arriva esattamente il momento in cui si crede che la poesia sia una palla e quindi così vada trattata?”.
Succede a scuola, quando devi studiare le poesie a memoria. Sempre le stesse, spesso noiose e incomprensibili, e quasi nessuno che te le faccia leggere capendole e soprattutto facendo suonare le parole, rendendole vive. L’importante è che tu le sappia a memoria e che tu percepisca la poesia come qualcosa di insopportabile scritta solitamente da gente morta o comunque in là con gli anni.
Ed è qua che viene ammazzata la poesia la prima volta.
Poi, tranne alcuni rari casi di persone che amano la poesia e la leggono, i momenti di contatto con la poesia per il grande pubblico avvengono quando per qualche motivo viene letta in televisione. E viene letta troppo spesso male.
Un atteggiamento sempre troppo lirico, sempre di altissima ispirazione, sempre di grandissima finzione. Eddai, ma non riuscite a trovare un altro modo per interpretarle? Non riuscite a farvi suonare le parole in bocca? Non riuscite a dare il giusto peso alle parole?
L’effetto che fanno attori e attrici quando leggono poesia solitamente è quello di Vittorio Gassman che legge il menu: dizione affettata, grande pathos, ma sembra sempre tutto uguale e privo di senso. Che si legga Dante o il menu, il risultato è quello. E in più solitamente non ci troviamo di fronte a Gassman.
Per carità, amici e amiche attori e attrici, cominciate a leggere in maniera diversa. Divertitevi, commuovetevi, ascoltatevi. Tutto questo trasporto finto, francamente, avrebbe anche rotto le rime.
(peraltro solitamente, ai poetry slam, quando qualcunə recita una poesia in maniera troppo lirica ma finta prende voti bassissimi. Meritatamente, direi).
Il (non) TED Talk della settimana
Questa settimana niente TED Talk. Ammetto che comincio ad averne abbastanza, magari ci faccio la prossima newsletter per spiegare come mai. Ma ora ho bisogno di disintossicarmi dai TED Talk, quindi pausa, ritieniti liberə di passare oltre.
Al suo posto metto una GIF di un gatto e di un capriolo tenerissimi, che non fa mai male.
Maledettə poetə
Il poeta della settimana è l’artista chiamato altresì El Niño, ovvero Emanuele Ingrosso.
Campione italiano 2019, ha uno stile che va dal grandemente comico alla poesia delle piccole cose. Utilizza vari stili, vari registri, si tuffa a capofitto nella performance usando in maniera egregia il corpo. Si è fatto notare da subito, e continua a migliorare. E spero davvero che continui a crescere come artista.
Porta in giro spettacoli come Da piccolo odiavo i bambini, che si compone di 10 poesie nei primi 5 minuti e di 10 bis nei successivi 50 minuti. Bisognerebbe andarlo a vedere anche solo per questa descrizione.
La poesia nel video si intitola Nuovo documento di Microsoft Office Word. Giuro, si chiama davvero così. Non è geniale?
Guarda, se ti avessi conosciuto allora
avrei fatto fare un unico giro lunghissimo
al pirulino della mela
l'avrei pirulato di brutto il pirulino
che voglio vedere se non si staccava quando dicevo io
io col pirulino non sono mai andato d'accordo
una volta l'ho staccato coi denti ma non vale
così un'altra volta l'ho mangiato accidentalmente
poi ho vomitato
ma non per il pirulino
per l'interrogazione di scienze
Ultimi posti per il corso di Public Speaking!
Il 19 Febbraio, dalle 10 alle 13, faccio online un corso di Public Speaking. Chi ha già partecipato pare ne abbia avuto grande soddisfazione, e così anche io. Quindi spero che anche tu voglia approfittarne e partecipare, visto anche che sarà l’ultimo con la formula “Paghi €10 subito, e solo dopo il corso, se ti piace, paghi i restanti €39”.
E ricordati: se pensi che non ti occorra il public speaking, sappi che anche quando parli davanti a due persone, stai già parlando in pubblico.
Tutte le informazioni per partecipare o anche solo per capire meglio di cosa si tratta le trovi cliccando qua sotto.
Frasi da usare agli aperitivi
"Avevo altri programmi, ma se c'è bisogno ci sono"
Sergio Mattarella. Povero Sergio.
Giovedì 10 Febbraio, nella splendida cornice della Santeria Toscana a Milano, insieme a Paolo Agrati condurrò un poetry slam con poeti e poete che guarda, se non fosse che devo presentare ci andrei comunque a guardarlo.
Qua trovi l’evento e il numero per prenotare.
(Che poi non presento, faccio il dj con facoltà di parola. Che come ruolo mi piace anche di più.)
Per tutto il resto, ci sentiamo mercoledì prossimo.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
PS: Se vuoi inoltrare questa mail o condividerla cliccando qui sotto, porti grande gioia in questo cuore di sbarbo.
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, content strategy, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Ho scritto la mia autobiografia a fascicoli. Da questa settimana parte un nuovo progetto, puoi sostenermi qui: Il mio Patreon.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Come Content Strategist, curo la comunicazione e i testi di aziende di ogni tipo.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” su Zelig TV. Adesso la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho scritto 5 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie, un manuale tecnico sul libraio digitale e un manuale sul poetry slam. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter potresti trovare delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo e anche perché se c’è da fare qualcosa che fa incazzare Adinolfi o Cacciari sono in prima linea.
Playlist
Questa newsletter è stata scritta ascoltando Tutto l’universo di Giovanni Truppi. Se l’hai scoperto a Sanremo e ti è piaciuto, questo disco è un buon punto di partenza perché è una raccolta.