Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che esce il giovedì come La Settimana enigmistica e che parla di public speaking, business writing, poetry slam e altre cose, dipende da come mi gira. Se te l’hanno inoltrata oppure l’hai vista da qualche parte, ecco un bel pulsante per iscriverti. Lo ritrovi anche in basso, in caso volessi prima leggere e poi iscriverti. Senza fretta.
Siamo nel pieno della campagna elettorale e, più che i programmi o i comizi (te li ricordi, i comizi? Che fine hanno fatto?) ci ricordiamo le occasioni in cui i nostri politici e le nostre politiche “chi hanno fatto tanto divertire”, per ricordare una frase che ho odiato in quei tempi del lockdown da cui siamo passatз.
Un continuo alternarsi di meme, battute, contraddizioni. Dirette su Tik Tok con i cappelli buffi, autocitazioni e autoronia. Ecco, io, francamente, mi sarei rotto il ca**o.
Non voglio passare per boomer o per anzyano, anche se ormai ho una certa età, ma proprio perché con l’ironia e la comicità ci ho lavorato e ci lavoro da anni, non ne posso più.
La comicità si basa sull’esagerazione. Ma puoi esagerare solo se parti da qualche cosa che esagerata non è. Le imitazioni e gli imitatori negli anni Novanta andavano alla grande perché prendevano un tic, una caratteristica di personaggi solitamente seri e autorevoli, e la esasperavano. Oggi cosa puoi esasperare che non sia già esasperato di per se? Per fare comicità oggi bisogna abbassare i toni o riprodurre quello che avviene così come viene fatto. Cosa si può fare per rendere ancora più comico Berlusconi su Tik Tok di quanto non lo sia già di suo? Se ne può ridere come si ride del nonno che si comporta in maniera buffa a tavola a Natale, con la differenza che qua stiamo parlando di persone che dovrebbero rappresentarci, e io tutto vorrei tranne essere rappresentato da mio nonno che mi fa lo scherzo di tirargli il dito.
La comicità, insomma, io non la sopporto più.
Cosa avremo da ridere, poi?
Una deriva che è iniziata con quello che si chiamava “Instant marketing”, che oggi per fortuna non si usa più tanto per fortuna. Il marketing di Taffo e della Ceres per farti un esempio, con le battute sugli avvenimenti del giorno. Che poi, avrà funzionato veramente? Cioè, avranno venduto più birre o più bare? Ho i miei dubbi.
Dalla pubblicità si è passati alla politica. Ormai non capisci se sei sulla pagina istituzionale del politico oppure sulle varie pagine tipo “Socialisti gaudenti” oppure “Hipster Democratici”. E io non ne posso più.
Quando faccio i corsi di public speaking dico sempre che è importante non prendersi troppo sul serio e ironizzare per creare empatia. Continuo a crederlo, e penso che le battute possano essere importanti per dare più forza al proprio discorso, come anche utilizzare un tono leggero quando si scrive per lavoro. Solo che se tutto diventa una battuta, se si cerca solo l’effetto comico, si diventa come Martellone in Boris (che mi auguro tu abbia visto) quando deve impostare la linea comica di “Gli occhi del cuore”. Non si può sempre e solo scherzare, non tutte le situazioni sono adatte. Mi ricorda un mio amico all’università con cui ho smesso di parlare a un certo punto perché in ogni discorso doveva inserire una cazzata ed era impossibile impostare un discorso serio. Dopo un po’, buttarla in caciara annoia tantissimo.
Quindi, per favore, non cerchiamo sempre la comicità o il sarcasmo a tutti i costi. Abbiate pietà, non ce la faccio più. E mi chiedo se anche per te sia così, mi faresti sentire meno solo.
Il TED Talk della settimana
Possiamo scegliere tra milioni di opzioni diversi quasi per ogni cosa, siamo sicuri che sia un bene? Oppure dover scegliere tra troppe cose ci blocca?
Se anche a te è successa l’esperienza di non saper scegliere tra centinaia di biscotti, libri, case viaggi auto fogli di giornale ecco, sei in buona compagnia. Lo spiega esattamente Barry Schwartz, autore del libro Il paradosso della scelta.
Quante più scelte abbiamo, meno la nostra scelta definitiva riuscirà a soddisfarci.
Il TED Talk è del 2006, ma le idee rimangono le stesse anzi, forse sono diventate ancora più vere.
Oltre al contenuto, quello che mi ha colpito di questo talk è che ha dentro molte delle cose che io stesso dico di evitare quando si parla sul palco: gli elenchi puntati e numerati, citare altri speaker che magari non tuttз hanno visto, sforare i tempi, muoversi troppo, addirittura lo speaker è sul palco vestito male e con i pantaloncini. Eppure, funziona alla grande. Ma bisogna avere una grande bravura sul palco, per potersene sbattere di tutte le regole.
E lui è un grande, davvero.
Consigli letterari non richiesti
Io non ho mai amato i romanzi russi. Sarà che non sopporto le lunghe descrizioni o le trame intricate, ma non sono mai riuscito a finire neanche Anna Karenina.
Però mi piacciono molto le biografie, e uno dei miei scrittori preferiti è Paolo Nori. Quindi, se Paolo Nori scrive una biografia di Dostoevskij, io la devo leggere. E infatti l’ho letta, e mi è venuta voglia di leggere i romanzi russi.
A scuola ti insegnano che gli scrittori sono degli dei scesi in Terra, perfetti e senza macchia. Qui invece vedi come Dostoevskij fosse un truffatore, giocatore d’azzardo piagnone che tornava dalla moglie implorando per farsi prestare i soldi, un truffatore bugiardo, e allo stesso tempo uno scrittore geniale ed eccezionale.
Insomma, una biografia che ti riconcilia con l’umano e con le tue debolezze.
Il libro si intitola Sanguina ancora, e te lo consiglio. Magari viene voglia anche a te di leggere i romanzi russi.
Frasi da giocarsi agli aperitivi
“Ho interessanti prospettive per il futuro”
(Il ragazzo di campagna)
Per questa settimana è tutto. Se la newsletter ti è piaciuta, falla girare e mi farai contento. Se invece te l’hanno girata e vuoi iscriverti, sotto c’è quello che noi tecnici chiamiamo “il pulsantone”.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, business writing e poetry slam.
Collaboro con alcune aziende per elaborare strategie di comunicazione e scrivere testi che funzionano, piacevoli da leggere.
Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Organizzo poetry slam e insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni abbiamo un’agenzia che si chiama Slam Factory. La nostra trasmissione “Poetry Slam!” la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho scritto 5 libri, l’ultimo è un manuale sul poetry slam.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter trovi delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo. Se non ti piace il linguaggio inclusivo, io qualche domanda me la farei, francamente.