Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Non proprio, la newsletter settimanale che parla di public speaking e che oggi è particolarmente felice perché il corso del 6 Marzo è quasi sold out. Manca solo un posto e poi chiudiamo le iscrizioni. Iscriverti costa €10, se poi ti piace paghi anche i €39 restanti. Ti conviene affrettarti.
Quando lavoravo in azienda anni fa uno dei miei compiti era preparare i PowerPoint per le presentazioni alla rete vendita. Volevo cambiarli un po’, erano terribili con tutti quegli elenchi puntati e numerati, un sacco di parole e delle immaginette piccole e sacrificate. Ci ho anche provato, ma mi hanno risposto che i template andavano benissimo così. Contenti loro, contenti tutti.
Poi sono andato a parlare a un barcamp, che in caso non lo sapessi è una specie di conferenza molto libera e democratica in cui chiunque può iscriversi a parlare, e mi sono iscritto con la mia presentazione fatta come volevo io. L’avevo preparata così bene che mi hanno offerto un altro lavoro in un’altra azienda. Pensa se l’avessi fatta con i template della vecchia azienda, sarei ancora a fare elenchi puntati e numerati e immaginette piccole piccole.
Oggi parliamo di presentazioni fatte bene, e ti faccio conoscere la tecnica del 10/20/30. Numeri che puoi giocare anche sulla Ruota di Milano ma non so se vincerai, in ogni caso potrebbero cambiarti la prospettiva sulle presentazioni.
La regola aurea del 10/20/30
La “10/20/30 rule” è stata elaborata da Guy Kawasaki, uno dei primi dipendenti di Apple, oggi investitore della Silicon Valley e soprattutto uno dei migliori speaker al mondo. Soprattutto, oggi ci interessa parlarne perché ha inventato una regola per le presentazioni strutturata così:
10 slide
20 minuti
30 la grandezza del font utilizzato.
Semplice, facile. Vediamo perché seguendo questa regola si può fare una presentazione che spacca veramente.
10 slide
Se mettiamo troppe slide, usandone una per ogni minima parte del discorso, rischiamo che le persone guardino più le slide che noi. E perdiamo anche un sacco di tempo a girarle, rischiamo di incasinarne qualcuna e perdere di vista cosa è importante. Invece, con solo 10 slide, siamo costrettə ad andare dritti al punto. Quindi, poniamoci un limite.
20 minuti
Guy Kawasaki dice che anche se abbiamo un’ora di tempo, dobbiamo preparare 20 minuti. Questo soprattutto perché il computer che troverete probabilmente sarà un PC Windows e ci metterà almeno 40 minuti per collegarsi al proiettore. Soprattutto, se avete un’ora e il vostro discorso dura 20 minuti, ci saranno 40 minuti per il dibattito, che solitamente è la parte più interessante. Male che vada, ci saranno dieci minuti di pausa in più per tuttə, che non fanno mai male.
30 la grandezza del font
Se mettiamo tutto il testo nella slide, e peggio ancora ci mettiamo a leggerla, immediatamente il pubblico comincerà a leggere la slide e a non guardare e ascoltare voi. Questo perché il nostro cervello è pigro e cerca di fare meno fatica possibile, e leggere è più semplice che ascoltare. Quindi se mettete un font molto grande, il testo sarà necessariamente limitato. In più aiuterete chi è in fondo alla sala oppure ha problemi di vista a leggere bene quello che avete scritto.
Lo so benissimo che nelle aziende sono abituati agli elenchi, al tantissimo testo e alle infinite slide. Ma da qualche parte bisognerà pur cominciare a cambiare le cose, no? E il pubblico potrebbe ringraziarvi, alla fine.
Il TED Talk della settimana
Io soffro di grandi problemi di concentrazione, mi distraggo subito e ci metto un sacco a rimettermi in sesto. Questa difficoltà è acuita dalle continue distrazioni dei social, delle mail, delle chat di lavoro e personali. Ho scoperto però che non sono l’unico, anzi, la situazione è piuttosto diffusa.
Il designer Tristan Harris pensa che sia ora di cambiare il nostro approccio alle distrazioni, e che il design debba interrogarsi sulla qualità dei messaggi che riceviamo, piuttosto che sulla quantità. Qui spiega bene la sua idea di rivoluzione, e se avvenisse davvero sarebbe bellissimo. Solo che mentre scrivevo questo pezzo mi è arrivato un whatsapp e mi sono perso per mezz’ora a guardare inutili notifiche, per dire quanto sia difficile stare concentratə.
Il Santo del giorno
Oggi veneriamo un santo che proviene dalla terra dei Rolling Stones: il Santo Etelberto di Kent. Principe pagano, sposò Berta dei Franchi, che invece era di religione cattolica, ma non le chiese di abiurare. Anzi, dai e dai, sentila pregare oggi, sentila pregare domani, alla fine anche lui si convertì al Cristianesimo e fondò una serie di diocesi in Inghilterra, tra cui quella di Londra.
Questo anche per dire come gli uomini pensano di comandare in casa, ma spesso vengono convinti in maniera molto semplice. Come quando, invece di dire “Andiamo all’IKEA?”, le mogli dicono “Non sarebbe male se tu sistemassi qualche mobile in casa, che ne dici?”. E allora proponi tu di andare all’IKEA per non essere costretto a sistemare tutto, convinto sia una tua idea.
Grazie Sant’Etelberto, protettore degli uomini poveri illusi.
(Sant’Etelberto durante una partita di Monopoli, quando dice “Qua ho messo 3 case quindi posso costruire un albergo, giusto?”)
Frasi da usare agli aperitivi, anche online
“Gli uomini sono donne che non ce l'hanno fatta”
(Groucho Marx)
Questa settimana sono arrivato un po’ lungo con l’invio, ma ci ho messo un po’ a registrare le nuove puntate di PS Sofa che trovi nelle storie su Instagram. Tra l’altro mi troverai anche dimagrito, sono abbastanza soddisfatto. Tutti quegli ettolitri di tisane che sto bevendo mi sa che mi fanno bene.
Ho pure comprato una teiera e le ho dato un nome, si chiama Maria Teiera Ruta. Che ne pensi?
Per qualsiasi richiesta, dubbio, suggerimento, scrivimi pure. Mi trovi facilmente un po’ ovunque, di Ciccio Rigoli non dovrebbero essercene tanti mi sa.
Un abbraccio dimagrito ma pur sempre abbondante
Ciccio
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Sto scrivendo la mia autobiografia a fascicoli. Ogni Sabato esce una nuova puntata, costa un euro al mese e puoi abbonarti qui: Autobiografia di un Ciccio.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online (ad esempio il 6 Marzo), e anche consulenze singole.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” Su Zelig TV.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho una trasmissione settimanale su Facebook che si chiama I Sommelier dei libri in cui, assieme al sommelier Matteo Galiano, abbiniamo libri e vino. Ricomincia giovedì, alle 18 puntuali.
Ho scritto 4 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie e un manuale tecnico. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter trovi delle ə invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo.
Playlist
Questa newsletter è stata scritta ascoltando questo live dei Daft Punk. Era possibile fare diversamente, visto che come se non bastasse tutto il resto hanno deciso di sciogliersi? Penso proprio di no.