La storia dei miei 4 nomi
C'è una sola persona che ancora oggi mi chiama Francesco e non è mia mamma.
Quando mi sono iscritto a Facebook nel 2008 come nome avevo messo “Francesco Rigoli”. Quando mandavo le richieste di amicizia quasi tutti mi chiedevano: “Chi sei?”. E dovevo specificare che ero Ciccio, il loro amico Ciccio, e quindi mi domandavano come mai non mi chiamassi Ciccio anche su Facebook. Cambiato il nome nel 2008, da allora sono sempre stato Ciccio Rigoli anche su Facebook.
C’è stato un periodo in cui avevo 4 nomi. Al lavoro ero Francesco, per l’anagrafe ero Francesco Saverio (sì, è il mio vero nome), per gli amici ero Ciccio, sul palco ero Ciccio Saverio. E se i nomi hanno un significato, ero 4 persone diverse in 4 diversi ambiti.
Da qualche anno ho deciso di essere solo Ciccio. Sul lavoro, sul palco, con gli amici, sui biglietti da visita. Ancora non per l’anagrafe, ma ci sto lavorando.
Vuol dire che cerco di essere me stesso in tutti gli ambiti, senza mascherarmi o fare finta di essere altro da me. Ci vuole tempo eh, ma alla fine ce la si può fare.
E poi, essere Ciccio semplifica due cose: non devi dire il cognome quando chiami al telefono, perché difficilmente ti risponderanno “Ciccio chi?”, e se una persona è incazzata con te fa fatica a essere incazzata e chiamarti “Ciccio”. Quando lavoravo al customer care ho risolto diversi problemi chiamandomi Ciccio. Non puoi scrivere una mail incazzata a uno chiamandolo “Dottor Ciccio” oppure “Signor Ciccio” senza ridere.
Ah, il trucco del farsi riconoscere al telefono senza dire il cognome perché hai un nome poco comune l’ho imparato dalla mia amica Domitilla quando ancora non eravamo amici. L’aveva messo in una sua newsletter e me lo ricordo a distanza di anni. Ah, la sua newsletter è atomica, seguila.
Essere se stessi funziona?
Una delle regole fondamentali del poetry slam è che i testi devono essere stati scritti da chi li porta sul palco. Per me è una delle regole più affascinanti, e sottintende una cosa: se dici qualcosa scritto e ideato da te non puoi fingere. Puoi essere il miglior attore del mondo, la migliore performer dalla Terra, ma se dici robe che fanno schifo e le hai scritte tu, mi spiace, c’è qualcosa che non va.
Ci sono pessimi performer sul palco che però mettono tutto quello che hanno in quello che scrivono, arrivano alle persone e spaccano. In breve, con i trucchetti non vai da nessuna parte.
Se vuoi dare il massimo, non devi nasconderti. Se ti nascondi, sarai sempre peggio di qualcun altro. Se butti tutto quello che hai sul palco, o nelle riunioni, o nelle call, male che vada troverai un pubblico che non ti apprezza. Ed è il problema minore.
La cosa peggiore che possa capitarti è avere un pubblico che ti apprezza comunque, e allora sappi che l’effetto sarà lo stesso di quando salivi sulla sedia a Natale e dicevi la poesia per ricevere la diecimila lire dal nonno. Te l’avrebbe data comunque quella diecimila lire, anche se avessi pianto tutto il tempo per il terrore. Un mio amico con cui ho cominciato a fare spettacoli odiava quando c’era gente che conosceva in sala, perché sapeva avrebbero applaudito comunque e non avremmo capito se il pezzo era buono o no. L’ho capito solo anni dopo che aveva ragione lui.
Sappi che non puoi controllare tutto, ma puoi almeno sapere se hai dato tutto quello che avevi da dare. Se hai messo l’anima nel progetto che hai presentato, se hai raccontato qualcosa di te quando eri sul palco. L’unica cosa che puoi controllare è la tua onestà. Quindi vai, sii quello che sei e non raccontarti minchiate. E non nasconderti, che non serve a niente a meno che tu non stia giocando a nascondino. Ma questa non è una newsletter che spiega come si diventa campioni a nascondino, vero?
Il TED Talk della settimana
Il TED di questa settimana non fa ridere. Ed è anche un po’ strano come talk, perché in alcune parti c’è un accompagnamento musicale. Ma è molto potente perché parla di una persona che, per un certo periodo della sua vita, aveva due vite separate: Studente di medicina di giorno, Uomo forzuto al circo e wrestler di notte. E grazie a questa esperienza è diventato il medico che ha rivoluzionato il trattamento del dolore nel mondo della medicina contemporanea.
Unire tutto quello che si è fatto nella vita è per me fondamentale, bisogna accumulare tutte le esperienze e portarle nella propria vita. Tutto fa brodo oppure, se voglio far valere il fatto di aver studiato francese alle medie, Tout se tient.
La fantastica storia dell’uomo che ha alleviato il nostro dolore
Sport inutili e dove trovarli
Visto che abbiamo parlato di dolore, questo sport credo sia perfetto. Si tratta del Ferret legging, che potremmo tradurre con “Il furetto nei pantaloni”. In pratica i contendenti si infilano un furetto nei pantaloni, si mettono davanti alla giuria e vince chi tiene questo simpatico animale in mezzo alle gambe per più tempo. Non si possono indossare le mutande, il furetto deve avere tutti i denti e non ci si può drogare o essere ubriachi. Purtroppo come sport non è più tanto praticato, ma se vuoi riprendere la tradizione, puoi farlo. Accertati che il furetto sia consenziente.
Se pensi abbia inventato tutto, qui trovi la pagina wikipedia: Ferret-Legging
Ah, ultima cosa: il record mondiale è di 5 ore e 10 minuti, in caso volessi cimentarti.
Lo status Facebook della settimana
La newsletter di questa settimana è andata. Spero ti venga voglia di essere quello che sei, anche se volessi infilarti furetti nelle gambe.
Io cercherò di fare del mio meglio per rimanere fedele alla linea, anche quando la linea non c’è. E se indovini la citazione e me lo dici ti meriti la mia stima imperitura.
Buona Festa del grazie, e goditi le tue quaglie!
A settimana prossima
Abbracci rapidi come un furetto in libertà
Ciccio
che poi a Zelig nella parte finale della puntata dove hai partecipato ti avevano chiamato Antonio, tutto torna.