In questi giorni sospesi di pandemia la parola che mi viene in mente più spesso è “Disturbo da stress post-traumatico”. Alla fine di tutto sappiamo benissimo che ogni cosa cambierà, che ci metteremo del tempo a ritornare più o meno simili a quello che eravamo prima. Non si tratta di abitudini, si tratta proprio di qualcosa che non pensavamo mai che avremmo vissuto.
Siamo una generazione che non aveva vissuto guerre (o perlomeno non in prima persona) e che non pensava di dover ricostruire completamente la propria vita per un evento catastrofico che, oltre a essere subdolo, è totale. Non è uno tsunami ben localizzato per cui chi non si trova in prossimità può tirare un sospiro di sollievo e aiutare chi ci si trova in mezzo. Ci troviamo in mezzo tutti, e alla fine chi lo sa come ne usciremo? Nel frattempo, troviamo qualcosa di interessante da fare per sfogare anche l’ansia e le frustrazioni. Per esempio, panifichiamo.
Dicono che impastare aiuti molto a scaricare le tensioni, e sarò anche per questo che tutti lo stiamo facendo quasi compulsivamente e finiamo le scorte di lievito e farina al supermercato. Oltre a scaricare le tensioni, fare il pane o la pizza obbliga a fare una cosa: aspettare. Non puoi far lievitare la pasta in 10 minuti ma devi aspettare almeno 2 ore, meglio ancora tutta la notte, meglio ancora 24 ore. Più aspetti, meglio è. Speriamo che questo periodo serva per aspettare che tutto lieviti, finché non sarà ora di infornare e tirarci fuori del pane. Pensare di far passare tutto in tempi brevi è impossibile, come sperare di fare del pane buono facendolo lievitare 15 minuti. Speriamo che tutto questo stress dia dei buoni risultati. Buoni come il pane, per l’appunto.
Nell’attesa che tutto passi, andiamo con la newsletter pazzerellona che parla di public speaking, poesia, sport inutili e altra roba varia che dai, magari un giorno ci sarà utile.
Parlare in pubblico, ma online
In questa valle di smart working, ormai in molti abbiamo scoperto che tante cose che pensavamo di poter fare per forza di persona le possiamo fare anche online. Basta riunioni d’emergenza alle 19 del venerdì, basta riunioni inutili in stanze dall’aria viziata ma soltanto tante tante tante videochiamate. Videochiamate o, come si dice in milanese moderno, call. E cosa possiamo fare per rendere queste call migliori ed essere in grado di utilizzarle al meglio? Ci sono alcuni trucchi da public speaker e anche da poeta che possono tornare utili.
Provare
Banale eh, come consiglio? Ma di’ la verità: hai mai provato prima di una call? Troppo spesso pensiamo di essere già pronti, di sapere tutto il necessario, con il rischio che poi ci si impappina, si perde un sacco di tempo a dire robe inutili, si perdono le cose essenziali, e si fa come quelli che non sanno dire le barzellette: si dimentica il finale e si fa perdere agli altri tutto il gusto di ascoltarci. Quindi: prima di fare una call fai delle prove e ripeti quello che devi dire. Gli altri ti ringrazieranno, dopo.
Nei poetry slam (lo faccio anche io) in molti leggono le loro poesie sul palco, quindi non hanno problemi di memoria. Ebbene, anche noi che leggiamo facciamo le prove prima. Più ripeti, meglio sai esporre le cose.
Un altro ottimo modo per far funzionare bene le riunioni è questo:
La scaletta
O meglio l’ordine del giorno. Basta call in cui si inizia con “Di cosa dovevamo parlare?”. Vuol dire che nessuno vuole farla e nessuno sa cosa dire, quindi si perde tempo. Quindi, chiedi sempre un ordine del giorno, oppure se sei tu ad aver convocato la riunione, mandalo agli altri prima. Semplice, efficace, senza perdite di tempo. Fidati, se te lo dice uno che come motto ha “non proprio”, si vede che funziona.
E infine…
Testa sempre la connessione e verifica che le persone siano online. Sennò diventa un casino.
Il 21 Marzo, giornata mondiale della poesia, il 3 volte campione italiano di poetry slam Simone Savogin ha fatto una 24 ore online di poeti convocati via Skype. Tutto molto bello, davvero, peccato che larga parte del tempo Simone l’abbia passata cercando di connettersi con Skype che non andava, Google Hangouts che andava in crash, e tanti altri sbattimenti tecnologici. Quindi: prova tutto prima e trova il metodo migliore. Ridurrai tempo e frustrazione.
Trovi la 24 ore di poesia sulla pagina Facebook della LIPS - Lega Italiana Poetry Slam, se non hai voglia di vedere tutte le 24 ore di poesia puoi avere un assaggio dei casini avuti da Simone (bravissimo comunque a gestirli) in questo video che dura un minuto e otto secondi. Dopo il quale non vorrai mai più ascoltare la musichetta di Skype.
Il TED della settimana
Altro argomento caldo del periodo è lo smartworking. Gente che lavora da casa e non esce più dal pigiama, che fa orari assurdi, che non stacca mai. C’è chi è abituato allo smartworking, e chi invece preferisce la sua routine da ufficio.
Un TED strepitoso che ho visto qualche tempo fa è tenuto da Ricardo Semler, uno che faceva smart working quando ancora non si usava neanche il termine. Nella sua azienda non ci sono orari e non devi giustificare le assenze. Ancora di più, i capi vengono giudicati dai dipendenti. Guardalo, e capirai che il cambiamento che stiamo vivendo noi adesso è ben poca cosa rispetto a quello che fa lui da, tipo, il 1986. Io avevo 6 anni, lui già faceva smart working. O smart uorchi, come dice il nostro Presidente del Consiglio.
How to run a company with (almost) no rules
Sport inutili e dove trovarli
La convivenza forzata o viceversa l’isolamento forzato di questi giorni possono dare vita a due grandi desideri: avere dieci minuti da soli per concentrarsi, oppure prendere a pugni qualcuno pur di avere un contatto fisico.
Se vuoi unire le due cose, lo sport che ti consiglio questa settimana è il Chess boxing: scacchi e pugilato insieme.
11 round di boxe, intervallati da 11 fasi di scacchi. Si vince sia per Ko sia per scacco matto. Lo sport più completo che esista, altro che il nuoto.
Mazzate e strategia, non credo si possa inventare nulla di meglio.
Se pensi che sia uno sport ridicolo, sappi che l’Italia è stata Argento agli ultimi mondiali. Occhio a parlarne male, potresti trovarti davanti il vicecampione mondiale e non credo che starebbe solo a muovere l’alfiere, se parli male della disciplina.
Se vuoi informazioni, chiedi alla Federazione Italiana ScacchiPugilato.
Lo status Facebook della settimana
Bene, anche per questa settimana è tutto. Che fai stasera? Io mi sa che sto a casa, non ho tanta voglia di uscire. Magari ci vediamo tra 2 o 3 anni, dai.
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Un abbraccio a rigorosa distanza di sicurezza e cosparso di Amuchina
Ciccio Rigoli, profeta del “Non proprio”