Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che parla di public speaking, business writing e poetry slam. Oggi con un sacco di poetry slam che poi diventa public speaking che, vabbè, ora lo vedrai da te.
Se è la prima volta che ti trovi qui e vuoi iscriverti, mi sembra davvero una buona idea. Davvero buona.
Ieri mattina leggevo che, oltre ai Premi Nobel, in questi giorni sono stati assegnati i premi Ig Nobel. Sono dei premi dati a chi si è distintǝ per delle ricerche che, a prima vista, non servono a niente. C’è chi l’ha vinto per le sue ricerche sull’utilizzo dei pomelli di una porta, oppure chi ha studiato come mai gli anatroccoli nuotano in fila (SPOILER: lo fanno per risparmiare energia sfruttando la scia di chi sta davanti. Esattamente come fanno i ciclisti o le macchine di Formula Uno).
Mi ha colpito il premio Ig Nobel per l’economia. L’hanno dato a dei ricercatori italiani che si sono chiesti: “Quanto conta la botta di c**o per avere successo?”.
In realtà loro l’hanno chiamato Talent Versus Luck: The Role of Randomness in Success and Failure ma ci siamo capiti, il succo è quello.
Indovina? Hanno scoperto in maniera scientifica e seguendo dei complessi modelli statistici che il talento da solo non basta, ma bisogna anche avere una certa fortuna.
”E c’era bisogno di farci un paper scientifico? Lo sapevamo già!”. Mah, non ne sarei così sicuro.
Siamo così tanto impregnatз della retorica del “Se vuoi, puoi” che quando sbagliamo sembra sempre un disastro, un problema gigantesco, e ci addossiamo tutte le colpe del mondo. E invece non è che vada sempre bene.
C’è un aneddoto di Carlo Verdone in cui dice che una sera, al suo primo spettacolo, non c’era letteralmente nessuno. Mentre stava per andare via arrivò uno spettatore soltanto, e Verdone recitò per quello spettatore sicuro che sarebbe stato il suo ultimo spettacolo. Solo che quell’unico spettatore era un critico teatrale, e il giorno dopo scrisse un’ottima recensione. Da quella sera il teatro fu sempre pieno.
Se quella sera non avesse fatto spettacolo, Verdone ce l’avrebbe fatta lo stesso? Magari sì, o magari avrebbe mollato. Non lo sapremo mai. Intanto è successo.
Mi è capitato spesso di fare spettacoli andati male, per quanto li avessi preparati in maniera corretta e fossi sicuro del risultato.
A volte capita che la sala sia troppo fredda, intendo proprio nel senso della temperatura, e quindi il pubblico sia a disagio. Altre volte capita che in un locale ci sia una tavolata di persone che proprio non ne vuole sapere di abbassare la voce. Altre volte, in una serata con diverse persone che si esibiscono, ti trovi nel punto sbagliato della scaletta. Capita, che ci vuoi fare.
Andrà meglio la prossima volta, lo dice la scienza. E arriverà un’occasione più fortunata.
(In caso non lo sapessi, Martellone è un personaggio di Boris reso famoso da un’unica battuta che sintetizza bene il tema della newsletter. La battuta sta qui sotto)
Il TED Talk della settimana
Dicevo prima che oggi dal poetry slam si scivola nel public speaking e viceversa. Ed è colpa, o merito, del talk di oggi.
Phil Kaye è un giovane poeta americano attivo soprattutto nell’ambito della spoken word, ovvero delle poesie scritte appositamente per essere lette o recitate in pubblico. Oltre a questo, si è occupato anche di volontariato in carcere, e qui racconta proprio la sua esperienza in un corso di poesia tenuto dentro un penintenziario di massima sicurezza in America. All’inizio e alla fine recita anche due poesie che ho trovato molto commoventi, ma in generale tutto il discorso è molto emozionante.
Tra parentesi, una delle esperienze più forti che ho vissuto grazie al poetry slam è stato quando siamo andati a fare uno slam nel carcere di Opera, che meritoriamente da anni ha attivo un corso settimanale di poesia. Un poetry slam con alcuni detenuti come partecipanti, davvero un’esperienza incredibile.
Ancora qualche posto…
Il 5 Novembre terrò a Milano un corso di public speaking, in cui utilizzeremo delle tecniche del poetry slam per imparare a gestire l’ansia, organizzare un discorso e stare meglio sul palco.
Altri motivi per cui dovresti venire:
Si ride parecchio;
Poca teoria, si va sul pratico;
Vediamo i video di altrз poetз e rubiamo i trucchi senza che se ne accorgano;
A pranzo andiamo a mangiare gli involtini primavera a Chinatown;
Il caffè è gratis. E porto pure una torta.
Se segui la newsletter ti costa €120 invece che €150.
Trovi tutte le informazioni in questa pagina.
Poetry slam, poetry slammers
Il poetry slammer di questa settimana è un agitatore culturale, protagonista delle serate torinesi, utilizzatore spavaldo delle negazioni e Gran Profeta del Negroni: Arsenio Bravuomo.
Nome storico del poetry slam italiano anche con il torneo Attimpuri, il più longevo torneo italiano, Arsenio l’ho conosciuto prima di fama e poi anni dopo di fatto e ho scoperto che sia di fama sia di fatto è una gran bella persona, un gran bravo poeta e, come dice lui stesso, ha anche delle bellissime mani.
Ha scritto un libro di racconti intitolato Piccolo bastardo racconta e tre libri di poesia nomàti (come dice lui) son sempre solo, sia ringraziata la notte e L’amore non apprezzo.
La mia poesia preferita fa così:
io non ci ho mai capito un cazzo
qui mi sa che io,
mi sa che io,
io ci ho i bisogni emozionali speciali
io ci ho i disturbi specifici dell’ammore
lo stato dovrebbe assegnarmi un’amante di sostegno(la trovi sul suo sito: Disturbi specifici dell’ammore)
(ciao Arsenio, lo so che mi leggi sempre e ti ringrazio pubblicamente)
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Volevo sequestrarti al mondo intero
E alla felicità
Agli amici, ai diversivi
Ai dischi tristi e ai locali punkVolevo sequestrarti anche a Dio
Perché tu fossi solamente mio
Mio, mio.(Alla felicità e ai locali punk - Maria Antonietta)
Anche per questa settimana è tutto. Ti aspetto per mangiare gli involtini primavera oppure i ravioli o quello che ti va al corso del 5 Novembre.
In ogni caso, ci sentiamo giovedì prossimo o anche prima se ti va di scrivermi. O di condividere questa newsletter, ovviamente.
Tante care cose e a presto
Ciccio
La biografia del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, business writing e poetry slam.
Collaboro con alcune aziende per elaborare strategie di comunicazione e scrivere testi che funzionano, piacevoli da leggere.
Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Organizzo poetry slam e insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni abbiamo un’agenzia che si chiama Slam Factory. La nostra trasmissione “Poetry Slam!” la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho scritto 5 libri, l’ultimo è un manuale sul poetry slam.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter trovi delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo. Se non ti dovesse piacere il linguaggio inclusivo, mi farei qualche domanda, francamente.