Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale gratuita che parla di public speaking. In caso non lo sapessi, public speaking è quando parli davanti a più di una persona. Sì, anche solo due persone, quello è parlare in pubblico.
Quando mi sono iscritto all’università mi hanno chiesto, tra i vari documenti, la media dei voti degli ultimi 3 anni di liceo. Sono andato al mio liceo, ho chiesto in segreteria di guardare le pagelle degli ultimi 3 anni, e ho fatto la media dei voti.
La media era 7. Un 7 preciso, senza neanche un decimale. Ai tempi ho pensato che non fosse male, oggi se ci ripenso mi vergogno quasi.
Nei poetry slam ogni poesia viene giudicata alla fine di ogni esibizione da una giuria scelta a caso tra il pubblico. Quando scendo dal palco e vengono fuori i voti, se mi danno un 7 mi incazzo moltissimo. Lo odio, il 7. Preferisco prendere 4, lo dico davvero.
Perché il 7 non vuol dire niente, non è neanche un buon voto. Cioè, lo è, ma andare avanti a forza di 7 non serve a niente, è solo un modo di illudersi di essere in gamba, e in realtà si resta così in mezzo all’inutilità della banalità.
Mi è tornata in mente questa cosa dei 7 al liceo quando recentemente mi hanno chiesto un consiglio per esibirsi sul palco per una conferenza importante. Ho risposto: “Spingi al limite”. Sarà anche che avevo appena guardato le qualifiche del Gran Premio di Formula Uno e quindi il mio lessico era legato a quello, ma spingere al limite mi sembrava l’unico consiglio da dare. Tenersi sotto il proprio livello massimo non serve a niente se non a vivere una vita senza guizzi, senza voglia, e alla fine dei conti risultare abbastanza dimenticabili.
Spero di non suonare troppo con un tono da life coach, ma vale davvero la pena vivere sempre sotto il livello di guardia?
Quindi che faccio? Esplodo?
La questione non è tanto esagerare, o vivere sempre al massimo. Però quando serve è necessario spingere, altrimenti si fa anche una bella figura, ma di sicuro non indimenticabile.
Visto che prima parlavo di Formula Uno, ti faccio un esempio: uno dei piloti più amati di tutti i tempi è Gilles Villeneuve. Sai quanti titoli mondiali ha conquistato? Zero. Gare vinte? Sei, soltanto sei. Eppure lo ricordano tuttз, perché spingeva al limite, si faceva ricordare, era un personaggio.
Ci sono campioni del mondo di Formula Uno che nessuno ricorda, semplicemente perché magari erano regolari, anche bravi, ma niente di più. Ed è quello che fa la differenza tra un bravo pilota e un campione.
Ovvio, non possiamo pensare di essere sempre imbattibili, vivere una vita al limite, spingere dove non siamo mai arrivatз, e non possiamo essere tuttз dei campioni o delle campionesse. Ma se vogliamo lasciare un minimo segno, o semplicemente fare in modo che il pubblico si ricordi di noi, dobbiamo mettere da parte le paure e tirare fuori tutto quello che possiamo nel momento in cui è necessario. Altrimenti si finisce come me, a prendere inutilmente 7 per tre anni consecutivi.
Uno dei complimenti peggiori che mi vengano fatti è quando mi dicono che qualcosa che ho scritto o performato è “carino”. Anni fa sono andato a una presentazione di Stefano Benni e mi ricordo che disse che viviamo nella dittatura del carino. Non c’è più niente di bello o brutto, ma tutto è soltanto carino. Mediocre, insomma.
Ecco,spero di non fare mai più nulla di carino nella mia vita. E spero neanche tu.
Il talk della settimana
Oggi non voglio proporti un TED Talk, ma un’intervista, o meglio, un intervento a un festival in cui si parla di creatività. A parlare è Rocco Tanica, pianista degli Elio e le Storie Tese, che racconta di come nasce la creatività, come si lavora in gruppo, di come bisogna essere bravi come Morricone per scrivere una canzone immortale usando solo 4 note, di quella volta in cui fu licenziato da Mina e molto altro.
Un intervento illuminante, direi, dal titolo Great work is 80% idea and 80% execution. E no, non c’è un refuso nelle percentuali.
Maledettə poetə
Ogni settimana, unə poeta diversə dal variegato panorama del poetry slam italiano.
Nel mondo del poetry slam italiano ci conosciamo un po’ tuttз, alla fine dei conti. Ogni tanto, però, avvengono delle sorprese piacevoli e inaspettate.
Alla finale nazionale del 2018 apparve sul palco Luca Bernardini. Poco conosciuto nell’ambiente, ma da subito apparso come quasi imbattibile.
Attore, autore, poeta e psicologo, riesce a portare in scena poesie di grandissima potenza, che magari partono da dettagli quasi banali, e poi allargano e raccontano molto del suo mondo.
In questo periodo porta in giro uno spettacolo di spoken word con il duo “Proxima Parada”, sta di base a Firenze e anima le serate della capitale toscana. Se ti capita, vai a vederlo.
Qui ti metto la sua poesia che preferisco, e parla della Fanta. Esattamente, la bevanda.
Ah, sia chiaro: Luca non ha quell’accento siciliano ma è un attore della Madonna, quindi risulta credibile anche in questo caso. Quando uno è bravo, è bravo.
Frasi da giocarsi agli aperitivi
“Non so gli altri, ma io preferisco avere una paga bassa, così quando mi saltano gli spettacoli ci rimango meno male.”
(Mr. Forest)
Grazie per aver letto qui. Ci risentiamo mercoledì prossimo, con alcuni nuovi annunci. Giusto per tenere alta l’aspettativa.
Se hai bisogno di me, sai dove trovarmi.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, content strategy, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Ho scritto la mia autobiografia a fascicoli, ed è appena partito un nuovo progetto che comprende la scrittura a puntate di un romanzo, le bozze di due spettacoli e nuove poesie, se ti va di sostenermi puoi farlo qui: Il mio Patreon.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Come Content Strategist, curo la comunicazione e i testi di aziende di ogni tipo.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” su Zelig TV. Adesso la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho scritto 5 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie, un manuale tecnico sul libraio digitale e un manuale sul poetry slam. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter potresti trovare delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo e anche perché se c’è da fare qualcosa che fa incazzare Adinolfi o Cacciari sono in prima linea.