Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che parla di public speaking e scrittura professionale come solo noi calabresi laureati in Scienze della comunicazione a Perugia, emigrati a Milano e residenti in Zona Sempione sappiamo fare.
Se vuoi condividerla sui social o inoltrarla ad altre persone sappi che non ho nulla in contrario, anzi!
Immagina di essere a casa tua, ti suonano al citofono, arriva qualcunə, apri la porta, e si siede sul tuo divano, apre il frigorifero, fa quello che vuole e neanche ti dice come si chiama. Fastidioso, vero? Bene, è la sensazione che ho io quando qualcuno sale sul palco e non dice neanche come si chiama, e mi verrebbe da dirgli: “Ma che vuoi? Ma chi sei? Togli le mani dal mio frigorifero (che peraltro è semivuoto)!”.
Ovviamente questo non accade se sono io ad andare di mia spontanea volontà a vedere qualcunə, ma poniamo sia una serata in cui si esibiscono diverse persone. O mettiamo che mi chiamino al telefono per propormi un’offerta imperdibile ma non mi dicano neanche il loro nome o quello della società.
Ecco, questo è quello che accade quando vai sul palco oppure da un cliente e cominci a parlare senza presentarti. Si parte davvero col piede sbagliato, quindi vediamo come fare per iniziare col piede giusto. Ci guadagni tu, ci guadagna il pubblico, ci guadagna anche la cortesia che è una parola troppo sottovalutata. Che bella cosa, la cortesia.
Cortesie per gli ospiti
Se nessunə sa chi siamo, i primi minuti del nostro discorso non verranno neanche ascoltati perché chi ci sta davanti penserà: “Ma questə, chi è? Che vuole?”.
Vediamo come fare per tranquillizzare il pubblico e farlo rilassare, che male non fa mai. Ma proprio mai.
E quindi tu saresti…
“Ciao, sono Ciccio Rigoli, mi occupo di public speaking e sto sul palco da vent’anni”. Solitamente questa è la mia introduzione quando devo parlare di public speaking in qualche occasione. Se devo parlare di poetry slam, è più o meno uguale ma dico che mi occupo di poetry slam invece che di public speaking. Sembra niente, e invece dire la cosa giusta al momento giusto può fare la differenza.
Dicendo questa semplicissima frase chi mi sta davanti sa il mio nome, cosa faccio e perché sono titolato a parlarne. Che poi io sia quello che sono, è un altro discorso. Ma intanto la prima buona impressione l’ho data, ed è già un vantaggio.
Quando devi parlare di fronte ad altre persone e non sei sicurə che sappiano chi tu sia, utilizza una frase molto breve per dire (quasi tutto) di te. Eviterai che si chiedano qual è il motivo per cui stai parlando, oppure di andare su Google a cercare chi sei dimenticandosi al contempo che sei di fronte a loro. Il peggior nemico dell’attenzione è la connessione dati.
Mi diceva mia nonna…
Iniziare una presentazione con un aneddoto è sempre una buona idea. Ma subito dopo l’aneddoto, devi dire chi sei. Pensa all’inizio del film Robin Hood della Disney: c’è una voce fuori campo che introduce la storia, e poi si presenta Cantagallo, che sarà il narratore. Cantagallo è un personaggio marginale della storia, ma se non si presentasse penseresti fosse Robin Hood a parlare, oppure qualcun altro. E invece, ecco chi sta parlando. Visto che alti riferimenti culturali ci metto in queste newsletter?
Sì, ma stai calmə
Ovviamente non esagerare e non stare a declinare tutti i tuoi titoli accademici. Basta una frase sola, a nessunə interessa sapere il tuo titolo di studio. Altrimenti sembri quel Tenente Colonnello delle previsioni del tempo che dicendo “Grazie alle mie due lauree in ingegneria e scienze della comunicazione, conseguite entrambe con la lode, che mi permettono di avere un’ottima comunicazione, anche senza il touch screen” diventò il più grande pirla italiano nell’immaginario collettivo. Se non lo conosci, basta cercare su Google “Tenente colonnello due lauree”.
Il TED Talk della settimana
La risata mi affascina. E capirai, cerco sempre di far ridere gli altri. Ma perché ridiamo? E quali meccanismi si innescano? E perché ci manca l’aria quando ridiamo troppo?
Il TED talk di oggi spiega perché ridiamo e anche qual è la differenza biologicamente tra una risata vera e una falsa.
La neurobiologa Sophie Scott studia esattamente questo. Lo spiega, e fa pure ridere, che mi sembra una combo perfetta.
Maledettə poetə
Una rubrica che parla di poetry slam e ti presenta alcunə poetə. Così magari ti appassioni anche tu.
Io non sono fortunato con le scommesse. Ma qualche mese fa sono andato a vedere uno spettacolo di Lorenzo Maragoni, e alla fine sono andato da lui e gli ho detto: “Guarda che il mio cavallo vincente ai campionati nazionali di poetry slam sei tu”. Incredibile a dirsi, ci ho azzeccato ed è diventato l’attuale campione nazionale.
Che poi incredibile per niente, perché Lorenzo riesce a mischiare poesia, teatro e stand-up comedy. Ha una capacità unica di non farti capire quando finisce l’introduzione e quando inizia la poesia, e ti fa ridere e ti fa piangere e insomma, è davvero un campione nazionale meritato. Se ti capita un suo spettacolo in zona, vallo a vedere e non te ne pentirai.
Qui trovi una delle mie poesie preferite in assoluto: Flashback. La poesia che spiega perché dire “Bravi questi poeti da poetry slam, certo però non sono mica Montale!” è davvero tanto banale che dirti non so.
Consigli non richiesti
La rima si sa, fa rima con ovvietà. Non è sempre un bene, e ti fa passare le pene. Se non la sai usare, è sempre meglio evitare.
Soprattutto se stai scrivendo una mail al tuo capo per chiedere un aumento. O mandando un preventivo. Insomma, evita la rima, potrebbe farti sembrare un alunnə delle elementari che prova a scrivere qualcosa di serio.
Corsi e ricorsi
Hai da fare il 19 Febbraio? La mattina, dalle 10 alle 13? Ecco, sappi che la prossima settimana lancio il mio nuovo corso che sarà, appunto, il 19 Febbraio dalle 10 alle 13.
Se vuoi metterti in lista d’attesa e prenotare un posto, rispondi a questa mail dicendo “Lo voglio!”. Puoi anche aggiungere altro se vuoi, ovviamente.
La prossima settimana, tutte le modalità di partecipazione. Ma intanto, preferivo avvisarti.
Frasi da usare agli aperitivi
Un Paese è veramente un Paese quando ha una compagnia aerea e una birra.
(Frank Zappa)
Per questa settimana è tutto. Ricordarti di presentarti, dire “grazie” e “prego”, buongiorno, buonasera e tutte le altre formule di cortesia. Tranne “Buon appetito”, quello ho scoperto che non si dice mai.
Ci risentiamo mercoledì prossimo, sul presto.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, content strategy, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Sto scrivendo la mia autobiografia a fascicoli. Ogni Sabato esce una nuova puntata, costa un euro al mese e puoi abbonarti qui: Autobiografia di un Ciccio.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Come Content Strategist, curo la comunicazione e i testi di aziende di ogni tipo. Posso scrivere qualsiasi cosa con qualsiasi stile.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” su Zelig TV. Adesso la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho scritto 5 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie, un manuale tecnico sul libraio digitale e un manuale sul poetry slam. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter potresti trovare delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo.
Playlist
Questa newsletter è stata scritta ascoltando Enzo Jannacci, che una volta mi ha messo una mano sulla spalla e mi ha detto “Bravo!”. Ma gli volevo bene già da prima.
In pe’!