L’altro ieri ho visto un’intervista a Giovanni Floris in cui diceva che la proprietaria di un’azienda di Cuneo invitava i ragazzi e le ragazze a non studiare le materie umanistiche che non servivano a niente, ma a concentrarsi sulle materie e sulle scuole che servivano per le fabbriche e le aziende del territorio. E per Floris era sbagliato far pensare ai ragazzi che non avrebbero mai potuto andare via da Cuneo, che avrebbero trascorso lì tutta la vita.
Ho pensato che aveva ragione Floris, non augurerei a nessuno di dover passare a Cuneo tutta la vita. Con tutto il rispetto per i cuneesi e le cuneesse.
Negli anni Ottanta e Novanta erano molto famosi gli Harlem Globe Trotters. Erano giocatori di pallacanestro incredibili, facevano dei numeri acrobatici che non si erano mai visti, roteavano il pallone sul dito per un tempo infinito, facevano passare la palla tra le gambe fino a ubriacarti. Ti saresti aspettato che giocassero almeno in qualche squadra NBA, e invece niente. Eppure erano straordinari.
Girando su Instagram tante volte vedo gente che fa i numeri: calciatori che palleggiano per ore senza fermarsi mai, roteando, saltando su una gamba, oppure ciclisti che impennano e salgono gli scalini senza mai scendere dalla bicicletta. Quanti di questi sono professionisti? Bah, quasi nessuno praticamente.
E allora perché non vengono presi in qualche squadra importante, oppure non sono ai massimi livelli?
Con le cose che sanno fare, sarebbero di sicuro dei campioni! E invece no. Semplicemente perché fare i numeri non serve a niente, se sai fare solo quello. Ci vuole altro per giocare da professionista. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia, diceva uno bravo. E anche da altre cose, aggiungo io.
Saper fare i numeri è solo impiattamento, volendo fare un paragone con la cucina. Però pure se la impiatti bene, quando una cosa fa schifo fa schifo, non è che ci puoi girare molto attorno. Bella la sferificazione fatta con l'azoto, però non è che l'azoto aggiunga tutto questo sapore.
Io ho sofferto per molti anni della sindrome del Beta. E qui ci sta una breve digressione su Eratostene di Cirene, detto "Il Beta":
Eratostene di Cirene fu storico, filosofo, matematico, astronomo, poeta. Misurò il meridiano terrestre, scrisse una storia della Commedia antica in dodici volumi e mise a punto una dettagliata cronologia delle Olimpiadi antiche, tra le altre cose. Un genio, praticamente, ma veniva chiamato "Beta" perché arrivava sempre secondo.
Insomma, era bravo a fare tanto, ma non era bravissimo a fare niente. Chissà se ci soffriva di questa cosa, Eratostene di Cirene.Fine della digressione.
Quindi, cos'è la "Sindrome del Beta"? Si tratta di una sindrome (non cercarla su Google, l'ho inventata io, o almeno io l'ho chiamata così) per cui conosci e sai fare tanta roba diversa, ma non sei mai il primo o la prima in niente. Per tanto tempo ho pensato fosse un limite, e invece poi a guardare bene potrebbe essere un vantaggio.
Cosa sanno fare bene le macchine? Una cosa sola. La macchina che gioca bene a scacchi sa giocare bene a scacchi, quella che avvita bulloni sa avvitare i bulloni. Difficile trovare una macchina che sappia avvitare i bulloni e giocare a scacchi. Non dico contemporaneamente, ma almeno in sequenza.
Anche l’Intelligenza Artificiale, di solito sa fare bene una cosa soltanto. Quello che le sfugge sono i collegamenti.
Noi siamo stati cresciuti con il mito dell'iperspecializzazione. Diventa un esperto in quel campo e vedrai che troverai subito lavoro. Poi magari arriva una macchina che rimpiazza esattamente quello in cui ti sei specializzato, e allora basta, hai finito. Non hai nient'altro da fare, e non sai fare nient'altro.
Ora, non dico che bisognerebbe imparare a giocare a scacchi, saper fare i bilanci in partita doppia, ballare il tango e creare una presentazione in PowerPoint con lo stesso livello di specializzazione, però forse sta qua il segreto. Saper variare, girare, aggiungere alla propria storia e alla propria conoscenza anche altri ambiti, sempre nuovi. Che è quello che, per il momento, le macchine non sanno fare.
Che non sia questa la soluzione per sfuggire al predominio della macchina? Non lo so, ma comunque per adesso ChatGPT fa bene tante cose ma scrive delle poesie banalissime. Almeno di questo mi consolo.
Il TED Talk della settimana
Il talk di questa settimana sembra una storia stupida o semplicemente buffa e assurda. Ma credo possa insegnare qualcosa non solo su come le masse possono essere influenzate, ma anche su come funziona l’America. E magari riusciamo a capirne anche un po' di più su come sia possibile che molte persone credano ancora a Trump e rischino di farlo diventare di nuovo il presidente della nazione più potente al mondo.
La storia, in breve: gli uccelli non sono reali. Sono stati rimpiazzati dal Governo con droni di sorveglianza e ci controllano. O almeno, questa è la storia che ha raccontato Peter, lo speaker di oggi, che ha girato gli Stati Uniti con un furgoncino per diffondere il suo messaggio complottista.
Ovviamente era uno scherzo, ma lo è stato fino a un certo punto. Com'è possibile che tante persone ci abbiano creduto davvero?
C'entrano la narrazione, la voglia di credere in qualcosa, la rabbia e la necessità di rivalsa sul Potere. Una bella storia, di sicuro.
Consigli di lettura non richiesti
Dopo parecchio tempo ho di nuovo letto un romanzo. Anche se poi non è esattamente un romanzo.
Il Cerchio di Dave Eggers racconta la storia di Mae, che si trova a lavorare per una enorme corporation che sta cambiando il mondo. Ha soppiantato Facebook, Instagram, Google e tutti gli altri giganti, e punta a diventare monopolista assoluta nella vita delle persone.
Distopico, ma neanche troppo poi. Per dire, uno dei progetti è di mettere ovunque delle minuscole telecamere per conoscere tutto, e questa settimana ho visto una sponsorizzata di Instagram con delle mini telecamere invisibili. Ho avuto un brivido.
Un consiglio di public speaking veloce veloce
Rassegnati, la tua voce registrata fa schifo. Ma il problema non sei tu, è proprio la voce che è diversa. Tu senti la tua voce attraverso le ossa del cranio, le altre persone attraverso le onde sonore che viaggiano nell'aria. Quindi, quella voce che sembra così strana è in realtà la voce che tutte le altre persone sentono, e non è poi così male alla fine.
Considera anche che tu la senti in quel modo e 8 miliardi di persone in un altro, quindi mi sa che sei in minoranza assoluta. Facci pace con la tua voce al microfono.
Un laboratorio di public speaking a Marzo
Parlare in pubblico serve praticamente a tutt*, e allora perché non farlo mettendoci anche un po’ d’amore?
Con questo corso in 3 lezioni impareremo a stare davanti a un pubblico di qualsiasi dimensione, a togliere un po’ d’ansia, a strutturare meglio un discorso e ad acquisire più sicurezza.
Lo faremo con gentilezza, con cura, senza giudizio. Imparando a esprimere quello che siamo e abbiamo in testa, ma che a volte fatica a venire fuori.
QUANDO?
tre martedì sera: 19 marzo * 2 aprile * 16 aprile dalle 19.30 alle 21
QUANTO?
Il laboratorio costa 150 euro e ha un minimo di 6 partecipanti
DOVE?
libreria LATO D, Via Signorelli 1 a Milano
COME?
Per informazioni e iscrizioni scrivi a info@latod.love
Dove mi trovi nei prossimi giorni?
Non facciamo come al solito che prendi altri impegni, anche perché ci sono 3 poetry slam in 3 posti diversi e quindi almeno una serata libera ce l’avrai, no?
Si inizia il 2 Marzo, Sabato, con l'inaugurazione del nuovo torneo Ultimo metrò poetry slam all'Ultimo metrò di Milano. Con la premiata ditta Francesca Pels - Ciccio Rigoli;
La stessa premiata ditta che il 6 Marzo condurrà invece la terza serata del Limoni poetry slam a Ostello Bello Milano Duomo;
Il 9 invece sono con Paolo Agrati all'Arci Bellezza per il Biutiful poetry slam. Una garanzia.
Due sabati, addirittura. Siamo la controprogrammazione di Tale e quale show, per dire.
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Siamo tutti politici (e animali):
premesso questo, posso dirti che
odio i politici odiosi: (e ti risparmio anche soltanto un parco abbozzo di catalogo
esemplificativo e ragionato): (puoi sceglierti da te cognomi e nomi, e sparare
nel mucchio): (e sceglierti i perché, caso per caso)
ma, per semplificare, ti aggiungo che, se è vero che,
per me (come dico e ridico) è politica tutto,
a questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica: (e questo mi definisce,
sempre per me, i politici odiosi, e il mio perché):
amo, così, quella grande politica
che è viva nei gesti della vita quotidiana, nelle parole quotidiane
(come ciao, pane, fica, grazie mille): (come quelle che ti trovi graffite dentro i cessi,
spraiate sopra i muri, tra uno slogan e un altro, abbasso, viva):
(e poi, lo so che non si dice, ma, alla fine, mi sono odiosi e uomini e animali)(Edoardo Sanguineti - Siamo tutti politici (e animali))
Prima di iniziare a scrivere ho pensato: Mi sa che la farò breve, questa settimana. Profezia errata.
Ci risentiamo tra due settimane, nel mentre sai dove trovarmi e anche dove condividere questa newsletter, casomai ti fosse piaciuta.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
“Nessuno ci toglierà i balli che abbiamo ballato”
(proverbio argentino)
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking e poetry slam.
Faccio corsi per parlare in pubblico sia dal vivo sia online, e anche consulenze singole.
Organizzo poetry slam e insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni abbiamo un’agenzia che si chiama Slam Factory. La nostra trasmissione “Poetry Slam!” la trovi su Prime Video.
Ho scritto 5 libri e un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione e mezzo di visualizzazioni quasi a mia insaputa.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
Rilancio su Dave Eggers con il romanzo successivo al "Cerchio", cioè "The Every", dove tutto ruota attorno a potere, sicurezza, trasparenza.