Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che parla di public speaking, scrittura professionale e comunicazione spiegati bene (come direbbero quelli de “Il Post”). Se te l’hanno inoltrata, ti puoi iscrivere col pratico pulsantone qui sotto.
Paolo Bonolis da piccolo era balbuziente. Oggi invece detiene il record mondiale di parole di senso compiuto dette in un minuto (332, per la precisione). Lo so, non è che ci sia così tanto da vantarsi di sapere dire tutte queste parole in un minuto e sentir parlare qualcuno come un vocale velocizzato a 2X, ma il punto è un altro.
Da piccolo non ea balbuziente per dei difetti fisici. Era balbuziente perché nel momento in cui doveva parlare gli arrivavano troppe parole contemporaneamente dal cervello alla bocca e si formava una specie di imbuto che bloccava tutto. Confesso che succede anche a me, a volte ho troppe cose da dire e allora mi ammutolisco, ed è questo il motivo per cui preferisco preparare bene quello che devo dire altrimenti è un casino.
Quindi dobbiamo diventare Bonolis? Per il tuo bene, mi auguro di no, ma in generale possiamo evitare di dire troppa roba senza costrutto e senza centrare il punto. Oggi, qualche consiglio sia per quando scrivi sia per quando parli in pubblico. La chiarezza, questo ci vuole.
Non cincischi!
Tuttə noi sappiamo benissimo qualcosa, o siamo espertə in un determinato argomento. Bisogna però considerare che, rispetto a tutto quello che abbiamo in testa, le parole che possiamo utilizzare sono veramente poche e lo spazio e il tempo che abbiamo per scriverle o dirle è sempre limitato. Sì, ovvio, dice Einstein che spazio e tempo sono relativi, ma a meno che tu non riesca e raggiungere la velocità della luce, se ti danno venti minuti di tempo per parlare o 4.000 battute spazi inclusi per scrivere, a velocità normale credo sia abbastanza lo stesso per ogni persona sulla Terra. Su Plutone non lo so, ammetto.
Scegli le parole
Prima di iniziare a scrivere, scegli alcune (poche) parole esatte che vorresti passassero al pubblico. Quindi, per ognuna di queste parole scrivi un paragrafo evitando troppe parentesi non richieste (tipo questa) o aggiungendo particolari poco interessanti.
Quando si ascolta o si legge, alla fine sono poche le parole che rimangono in mente. Ecco, cerca di fare in modo che siano le stesse che pensavi all’inizio, altrimenti rischi di mandare fuori strada chi ti ascolta o legge.
Leggi quello che scrivi
Dopo aver scritto, leggi a voce alta quello che hai scritto. Scorre bene? Tutto è al posto giusto? Pensa che se ti annoi tu a rileggerlo, figurati chi lo legge o sente per la prima volta! Anche se non devi dirlo davanti a un pubblico, se funziona bene quando lo leggi, funzionerà bene anche quando lo leggerà qualcun altro.
(Mi sono accorto che tra l’altro questo consiglio l’ho già dato poche settimane fa. Ecco, non fa male ripeterlo.)
Non affaticare
L’ansia di voler dire tutte le cose che sai potrebbe portarti a scrivere tantissimo senza pause e senza dividere bene il testo in paragrafi. Ecco, no. Se scrivi un muro di testo senza respiro, senza dividerlo, sarà troppo difficile da leggere. Del resto, pure la Divina Commedia era scritta in terzine, vogliamo contraddire Dante? Quindi vuolsi così colà dove si puote eccetera eccetera…
Il TED Talk della settimana
Lo spreco di cibo è un problema gigantesco. Soprattutto le nazioni ricche sperperano una quantità di alimenti che basterebbero a sfamare molte più persone.
Tristram Stuart ha condotto un’indagine intorno al mondo scoprendo quante banane, pomodori, pane e molto altro viene buttato ogni giorno solo perché non risponde a dei canoni estetici. E anche quanto poco efficiente sia l’allevamento.
Oltre all’importanza dell’argomento, questo talk mi è piaciuto perché, per illustrare il concetto di spreco, invece di ricorrere a una slide vengono utilizzati dei biscotti veri. Molto potente e incisiva, come immagine, anche perché il mondo non è solo PowerPoint.
L’almanacco del giorno odierno
Il 20 Ottobre 1973, alla presenza della Regina Elisabetta II, viene inaugurata la Sidney Opera House, uno dei più importanti teatri del mondo e vero e proprio simbolo della città. L’avrai vista sicuramente, è quella costruzione con diverse curve che sembra quasi un susseguirsi di onde o di conchiglie.
Anche se molto contestato per l’acustica, è un vero capolavoro progettato dall’architetto Jørn Utzon. Purtroppo a metà dei lavori Utzon abbandonò l’opera, perché diceva che non era stato pagato. Anche per questo motivo viene considerato un precursore del famoso “Ti pago a 90 giorni, ti pago a 120 giorni, facciamo sei mesi, facciamo un anno” e quei soldi poi non li vedi mai più.
Non fu invitato all’inaugurazione e durante la stessa il suo nome non venne mai fatto. Hanno provato a recuperare dopo intitolandogli una sala ma ormai era morto, quindi se l’è potuta godere poco. Povero Jørn, protettore di tutte le silenziose e dimenticate Partite IVA.
Animali pucciosy
Una guida agli animali sconosciuti ma che pure loro, povere bestie, a qualcosa serviranno.
Fino a pochi anni fa uno dei più grandi misteri del mondo animale era come mai il Wombat, detto anche Vombato, piccolo marsupiale australiano, facesse la cacca cubica. Miliardi di animali al mondo, e l’unico era lui.
Le ipotesi erano diverse per spiegare questa trafilatura così particolare, ma poco tempo fa si è giunti a una spiegazione: la tiene per troppo tempo.
Esattamente come chi non riesce ad andare in bagno quando si trova fuori di casa, il wombat ha una gestazione della materia, se così si può dire, di 14/18 giorni. Poi ha una particolare conformazione dell’intestino che, unita al lungo tempo di percorrenza pari a quello sulla A14 durante i giorni di traffico col bollino nero, dà alle deiezioni corporee questa forma così particolare.
Ma tu pensa anche a quei poveri disgraziati degli scienziati che passano anni a studiare cosa? Le feci del wombat. Non so se fosse questo il loro sogno quando si sono iscritti a biologia.
(Questo filo d’erba lo mangia ora e lo digerisce non prima di Natale, giusto in tempo per il Cenone)
Frasi da usare agli aperitivi
“Adesso siamo arrivati al punto che se uno vuole tagliare quattro alberi in Aspromonte deve chiedere il permesso agli U2.”
(Maurizio Milani)
La newsletter di questa settimana è completa. Se vuoi inoltrarla a qualcunə puoi farlo, hai la mia benedizione. Se la vuoi tenere per te e stamparla, anche. Se ci tieni a farmi sapere che ti è piaciuta oppure no, fammelo sapere. Son qua apposta.
Tante care cose a casa
Ciccio
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, poetry slam, content strategy, cultura e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Sto scrivendo la mia autobiografia a fascicoli. Ogni Sabato esce una nuova puntata, costa un euro al mese e puoi abbonarti qui: Autobiografia di un Ciccio.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Come Content Strategist, curo la comunicazione e i testi di aziende di ogni tipo. Posso scrivere qualsiasi cosa con qualsiasi stile.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” su Zelig TV. Adesso la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho scritto 5 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie, un manuale tecnico sul libraio digitale e un manuale sul poetry slam. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter potresti trovare delle ə invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo.
Playlist
Questa newsletter è stata scritta ascoltando Psycorsonica dei Ritmo Tribale. Che gran disco, ancora oggi. Da recuperare sicuramente.