Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa newsletter inizia dicendo delle cose sul public speaking e poi, al solito, va da altre parti perché stare fermo non è esattamente la mia specialità.
Una delle poche cose che riesco a fare bene è schematizzare tutto. Non intendo dire che sono dogmatico o che tutto deve stare al proprio posto, anche perché sono un disordinato cronico nonché un procrastinatore. Riesco però a vedere se c’è uno schema dietro quello che sto vedendo o vivendo. In generale, diciamo che riesco ad analizzare bene le situazioni e i comportamenti.
Anche questo ovviamente ha dei pro e dei contro. La parte buona è che riesco sempre a capire dove mi trovo, la parte cattiva è che ci metto un sacco di tempo a controllare e analizzare. Essere dei maniaci del controllo può rendere la vita un inferno, a volte.
Quando preparo la scaletta per uno spettacolo, cerco sempre di mantenere un certo ritmo, una direzione. Alternare pezzi più divertenti a pezzi più riflessivi, pezzi serrati e pezzi che fanno rilassare il pubblico. Serve per fare in modo che non si perda qualcosa di interessante ma tutto abbia un senso all’interno della rappresentazione.
Oggi vediamo come organizzare lo schema di una presentazione e come dare ritmo. Mi sa che dovrò farci più di una newsletter su questo, perché l’argomento è particolarmente succoso. Succoso, che bella parola. Succoso.
Senso, ritmo, direzione
Non c’è niente di peggio che ascoltare qualcuno che non si capisce dove voglia andare a parare. Oratori che si parlano addosso, slide fatte avanzare velocemente o saltate (e mi chiedo sempre cosa le abbiano messe a fare nella presentazione se poi non servivano), dimenticanze, paragoni senza costrutto. Sarà capitato sicuramente anche a te di assistere a qualche riunione o a qualche discorso pubblico e a un certo punto chiederti: “Ma il senso di tutto questo, qual è?”.
Può darsi semplicemente che il relatore non sappia di cosa stia parlando, molto più spesso non ha preparato bene il discorso e non ha in testa lo schema da seguire. Per preparare bene un discorso serve una struttura che consenta di non perdere di vista cosa si sta dicendo e dove si sta andando. Visto che sono sicuro tu non voglia che i tuoi ascoltatori si debbano mai chiedere “Ma dove starà mai andando a parare?”, ecco 3 suggerimenti che spero ti siano utili.
1) Uno schema
Per non perdere di vista il punto della situazione, è necessario uno schema di riferimento. Prima di mettere mano alla nuova presentazione in Powerpoint che stai per creare, siediti e prendi un foglio. Crea uno schema con una matita e un foglio e metti bene in evidenza quello che vuoi dire e in che maniera svilupperai il discorso. Sarà molto più facile avere davanti agli occhi eventuali incongruenze.
2) Tieni dei punti fissi
Troppe volte ci facciamo prendere dall’ansia del dire tutto. Considera che non sarà possibile esporre ogni cosa che hai in testa, quindi analizza bene da dove parti, dove vuoi andare a parare e che cosa ci sarà in mezzo. E togli tutto quello che può distrarre il pubblico e che non è fondamentale.
3) Mantieni il ritmo
Hai presente quelli che sono sempre entusiasti? Tutto per loro è sempre bellissimo, fantastico, magico, meraviglioso. Ecco, dopo un po’ stufano. Cerca di mantenere un ritmo variegato, sfrutta le pause, e quando è ora di concludere fallo in crescendo. Usa la massima accuratezza all’inizio per far capire di cosa si parla, non perdere di vista il concetto centrale e, come dico sempre, non sforare con i tempi. Mai sforare con i tempi.
Il TED della settimana
Dopo aver parlato così tanto di schemi, posso esimermi dal presentarti un TED talk che parli proprio di questo?
La speaker è Nancy Duarte, per me una specie di eroina delle presentazioni. Ho letto il suo libro Slide:ology qualche anno fa e ho radicalmente trasformato il mio modo di creare le slide.
In questo talk parla dello schema che sta dietro i grandi discorsi e cita due esempi così, giusto per stare bassi: Martin Kuther King e Steve Jobs. Diciamo che come ispirazione dovrebbero andare bene, mi sembrano abbastanza conosciuti e bravini a parlare.
Ti suggerisco di notare come ha creato le slide, come le usa di supporto, e anche come chiude il discorso riprendendo una citazione che aveva fatto all’inizio. Sono piccoli trucchi che funzionano, da rubare.
La struttura segreta dei grandi discorsi
Sport inutili e dove trovarli
Questa settimana è ricominciato il calcio giocato, ma ammetto che non mi dà più lo stesso brivido dopo aver scoperto il “Royal Shrovetide Football”.
Partiamo dalle regole: la partita dura due giorni, tutta la città è coinvolta e si scontrano due fazioni della città di Ashbourne: la parte sotto il fiume e quella sopra il fiume. Che è un po’ se a Bergamo si scontrassero quelli della città alta e città bassa, diciamo.
Il campo è lungo 4,8 chilometri, e le regole sono semplici:
1. È proibito nascondere la palla sotto il maglione o in uno zaino
2. È proibito caricarla su un mezzo motorizzato
3. È proibito attraversare spazi sacri
4. È proibito giocare dopo le 22
5. È proibito uccidere
Molto interessante che abbiano dovuto specificare il punto 5. Molto interessante.
Immagina una specie di mischia da rugby che coinvolge 600 persone. Ecco, più o meno è quello.
Qui trovi un interessante articolo di Ultimo uomo sulla specialità. In caso volessi approfondire, ecco.
E anche per questa settimana è tutto. Ultimo suggerimento: ogni tanto, fai saltare gli schemi. Lo so, ho parlato per tutto il tempo di come sono belli e di come siano utili, ma ogni tanto bisogna anche mandarla in vacca, no?
Ti abbraccio, ci sentiamo settimana prossima!
Ciccio