Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che si occupa di public speaking, business writing, poetry slam e, incidentalmente, cerca di migliorare il mondo un passo alla volta. Sennò cosa le mandiamo a fare le newsletter?
Se te l’hanno inoltrata, ecco qua un comodo pulsante per iscriverti. Se la ricevi perché mi hai già lasciato la tua mail, cosa dirti se non grazie?
In giro c’è tutta una pletora di social media manager ed è una categoria a cui io voglio un bene della Madonna perché è un lavoro difficile ed è complesso spiegare a chi li vede che stanno lavorando e non mettendo like a casaccio su Instagram come facciamo invece noi abitualmente mentre perdiamo tempo sui social.
Comunque, prima che qualche social media manager si risenta, sappia ancora che il mio rispetto per la categoria è enorme, e se c’è una cosa che ho imparato dai social media manager è che senza un piano non vai da nessuna parte. Devi sapere cosa pubblicare, quando, perché. Soprattutto il perché è sottovalutato. Cosa la mettiamo a fare quella foto se non serve a nessuno?
Avere un piano editoriale ci libera tempo ed energie mentali, ci rende chiaro e vittorioso il futuro, e ci accompagna verso il Sol dell’avvenire come se davvero ci fosse una luce in fondo al tunnel illuminata dall’algoritmo.
Oggi parliamo di piani editoriali. Magari non sarò il miglior organizzatore di piani editoriali al mondo, ma devo dire che da quando ho il mio bel foglio Excel con su scritto cosa scrivere per un po’ di tempo mi sento meglio. E vivo anche meglio. Quindi, parliamo di piani editoriali, di cosa pubblicare e anche di come mandare all’aria un piano quando è il caso. Del resto, ogni strategia è vincente finché non si scontra con il campo di battaglia. Non mi ricordo dove l’ho letta questa frase, ma sarà una di quelle robe da Sun Tzu e l’arte della guerra. Bella frase, per carità, però Sun Tzu non aveva Tik Tok. Neanche io, a dirla tutta.
Tanto a me il piano editoriale non mi serve
Non è detto che a ogni persona serva un piano editoriale, magari si riesce a fare senza. Ma se viene utilizzato da parecchia gente, un motivo ci sarà.
Perché serve un piano editoriale? Ecco I TRE MOTIVI PER FARE UN PIAN… Sto scherzando, sono solo tre spunti che magari ti daranno delle idee. Per i tre migliori e definitivi e inoppugnabili motivi, vedi su qualche altra newsletter che non è questa di certo.
Organizzare il pensiero
Che siano newsletter, Instagram, Twitter o, Dio non voglia, Facebook (hai notato come Facebook è collassato in brevissimo tempo?), bisogna sapere cosa scrivere. Soprattutto quando si tratta di argomenti e articoli lunghi come quelli di un blog o di una newsletter. Sono finiti i tempi in cui scrivevi quello che volevi così, d’acchitto, e pubblicavi. Bisogna sapere cosa si sta facendo.
Quindi, datti un tempo da coprire e metti assieme quello che vuoi dire. Ti occupi di finanza domestica? Prendi un calendario, decidi quando pubblicare, e riempi le caselline. Una settimana parlerai di fondi pensione, la settimana dopo di investimenti sicuri, quella dopo di… non so, non mi occupo di finanza domestica. Non so neanche se si chiami così, del resto.
Così avrai una grande tranquillità e non starai con il panico dell’ultimo momento che, solitamente, porta a non pubblicare nulla o a procrastinare a tempo indeterminato. Fidati, conosco bene quella sensazione.
Regolarità, questo è il problema
Legata a questa sensazione di infinita procrastinazione è proprio la totale libertà. E la totale libertà non ha nulla a che fare con la creazione, anzi, la ostacola. Se non sai da dove partire e cosa utilizzare, il risultato sarà soltanto un completo casino. Invece, devi darti alcuni punti fermi e partire da quelli.
Hai presente la scansione metrica delle poesie, le rime incatenate, le strutture definite che obbligano a fare delle scelte e a usare alcune parole invece che altre? E secondo te i poeti (quelli bravi, che conoscono la metrica) perché usano delle strutture, forse perché a loro piace soffrire? No, lo fanno perché avere dei confini entro cui muoversi e delle direzioni è fondamentale. Controintuitivo, ma avere dei limiti stimola la creatività. E poi un po’ sì, ai poeti e alle poetesse piace soffrire, ammettiamolo.
Butta via tutto
Infine l’ultimo suggerimento: se non funziona, butta via tutto. Se non riesci a seguire il piano, se ti porta più frustrazione che altro, se gli argomenti non ti piacciono, manda tutto all’aria e ricomincia, senza problemi. Inutile stare a incistarsi su qualcosa che non amiamo, diventerebbe una relazione tossica con i tuoi stessi limiti. Non va? Pazienza. C’è sempre tempo per ricominciare.
Il TED Talk della settimana
I robot fanno lavori che noi non vogliamo più fare. Tipo dipingere dei quadri.
Se parliamo di Intelligenza Artificiale, di sicuro non ci viene in mente come prima cosa l’arte. E invece c’è chi sta esplorando nuovi modi per esprimersi attraverso l’interazione con le macchine. Che poi è il lavoro che fa Sougwen Chung.
Tramite un braccio meccanico prima, e una serie di robot semoventi poi, sta lavorando sul rapporto artista/robot, e ha scoperto nuovi modi per esprimersi non soltanto utilizzando le macchine, ma soprattutto dialogando con loro, istruendole e imparando a sua volta, come spiega in questo breve talk. Arte, Intelligenza Artificiale, macchine, interazione, io non so cosa si possa volere di più.
E se poi pensi che non si possano avere sentimenti verso le macchine, vuol dire che non hai mai avuto un robottino aspirapolvere. Io ne avevo uno e gli volevo molto bene. Si chiamava Fluffy.
Il Santo del Giorno
Ritorna a grande richiesta (grande richiesta mia, più che altro) la storia del Santo del giorno. Santi che non sono mai saliti agli onori delle cronache, e che potrai invocare in maniera anche buffa e creativa, volendo, visto che pure sulla loro reale esistenza rimane qualche dubbio. Lo scopriremo solo morendo, sperando che accada il più tardi possibile.
Sant’Eleuterio fu un Papa. E già così capirai che qui si parla di un pezzo grosso. Governò per tredici anni ma ancora la Chiesa era agli inizi,quindi non è che si sappia poi molto, anzi, le notizie sul suo conto sono confuse e, insomma, sappiamo soltanto che era un Papa molto diplomatico. Ma diplomatico con chi?
Trovandosi proprio al’inizio del Cattolicesimo, si scontrò con tre diverse eresie a cui diede ascolto per non avere derive brutte brutte brutte: il Montanismo, lo Gnosticismo, e soprattutto il Marcionismo. Lo so, l’ultima si chiama così perché deriva da Marcione di Sinope, ma quanto ci piacerebbe definirci “Siamo tutti marcioni”? Dai su, sarebbe meraviglioso.
Non so come sia andata a finire, ma ho scoperto questa cosa dei Marcioni e ci tenevo a condividerla. Che figata, essere eretici e Marcioni. Me li immagino, che pregano con accanto le bottiglie di Peroni da 66 vuote alle 3 del pomeriggio.
Frasi da giocarsi agli aperitivi
“Nelle pitture di Caravaggio ci sono effetti di luce. L'interruttore non so dov'è.”
(Bruno Munari)
E pure per questa settimana è tutto. Ci risentiamo giovedì prossimo.
Stasera inizia il corso di Business Writing, si è liberato un posto all’ultimo quindi se pensavi di averlo perso magari riesci ancora a recuperare. Però devi essere veloce!
Intanto fammi l’in bocca al lupo, ché sto abbastanza emozionato.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
PS: a Giugno, per 4 serate, saremo allo Zelig di Viale Monza a Milano con il Poetry Slam. Sarà bellissimo, i posti sono già disponibili. Ti aspetto!
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, business writing, poetry slam e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Come Content Strategist, curo la comunicazione e i testi di aziende di ogni tipo.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” su Zelig TV. Adesso la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho scritto 5 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie, un manuale tecnico sul libraio digitale e un manuale sul poetry slam. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter potresti trovare delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo e anche perché se c’è da fare qualcosa che fa incazzare Adinolfi o Cacciari sono in prima linea.