Ci sarebbe anche da ridere, se non fosse che il soggetto siamo noi
Cioè, io ci riderei anche sopra, eh.
Anche questa settimana è passata così, isolati, come se non ci fosse un domani. Io mi chiedo spesso come andrà a finire, cosa succederà dopo. Non mi dò risposta, ma me lo chiedo. Magari saremo “persone meglio” (cit.), magari saremo i soliti vecchi stronzi. In ogni caso, saremo. E non credo a chi dice che non c’è nulla da ridere, perché questa è sempre una scusa di chi non sa ridere. C’è sempre qualcosa da ridere, e forse sarebbe ora di farlo. O già lo facciamo, vista l’incredibile quantità di meme e battute che abbiamo prodotto sul sito dell’INPS che va in down il giorno della richiesta del Bonus da 600 euro. Il sito dell’INPS in down, chi se lo sarebbe aspettato? Un sito così affidabile, comprensibile, funzionante! Che roba pazzesca.
Incredibile che le battute facciano ridere, più che altro, visto che la risata si basa sullo spiazzamento. Invece, qui, eravamo tutti pronti . Avrebbe fatto ridere il contrario, piuttosto.
Oggi parliamo anche di far ridere, quando proprio non te lo aspetteresti.
L’introduzione, che brutta cosa
Una delle cose più difficili da fare sul palco non è stare sul palco: è salirci, sul palco.
Poi magari quando ci stai sopra stai bene, sei a tuo agio, ti diverti. Ma salirci, è davvero terrificante. Io dopo 20 anni di palco ho ancora un groppo allo stomaco che non ne hai idea. Ma sono più tranquillo da quando, anni fa, ho letto un’intervista a Pippo Baudo che diceva che prima di andare davanti alle telecamere era ancora terrorizzato. Quindi se ti stai chiedendo: “Ma passerà mai quest’ansia?” la risposta è semplice: No. Per fortuna, aggiungerei.
Detto questo, come facciamo a non sembrare dei cerbiatti accecati dai fari un attimo prima di essere centrati dalla macchina sulla strada? Semplice: ci prepariamo una bella introduzione.
Le parti più difficili nello scrivere un romanzo sono l’incipit e la fine. L’incipit perché devi conquistare sin da subito il lettore, la fine perché dopo aver letto tutto il libro non puoi trovare un finale brutto. Se incipit e finale funzionano, è già fatta metà del lavoro.
Come può essere un’introduzione che spacca? Ho un consiglio semplice e difficile al contempo: falli ridere. Se li fai ridere, sono tuoi. Anche se l’argomento è difficile o molto serio, all’inizio falli ridere. Il pubblico si scioglie, tu ti rilassi, tutti stiamo meglio. Quindi preparati un aneddoto tuo o di qualcun altro che ragionevolmente ha già fatto ridere in passato e usa quello. Prenditi un po’ in giro, fai sentire che non sei lì per insegnare ma per parlare, che non giudicherai nessuno, e la metà del lavoro è fatto. E non credere che farli ridere all’inizio ti sminuirà, al contrario! Sarà il modo migliore per renderli partecipi.
Un grande innovatore come Guy Kawasaki, che potrebbe tirarsela da qui all’eternità e che di certo non ha bisogno di dimostrare di essere qualcuno, inizia un suo talk dicendo che la notte precedente, a letto con sua moglie, è avvenuto questo dialogo:
- Amore, avresti mai pensato, nei tuoi sogni più sfrenati, che un giorno avrei aperto il TED talk a Berkeley?
- Tesoro, tu non ci sei proprio nei miei sogni più sfrenati.
(Qui trovi il TED completo. In inglese, mi spiace.)
Un altro esempio che faccio spesso è di Lorenzo Bartolini, uno dei migliori poeti italiani. Lorenzo è capace di fare introduzioni da morire dal ridere, e poi colpire preciso e farti commuovere. Nei poetry slam è fondamentale acchiappare il pubblico prima, per poi tenerli fermi e stupirli con la poesia. Lorenzo è innegabilmente uno dei migliori, e qui ne trovi una dimostrazione. Ti dico solo che inizia dicendo “A me i bambini mi hanno rotto i co**oni” e poi va da tutt’altra parte. L’esempio lo trovi qui: Lorenzo Bartolini
Il TED Talk della settimana
Uno dei miei preferiti, anche perché dimostra che si può intrattenere il pubblico in maniera assoluta raccontando qualcosa che avremmo voluto fare da sempre ma non abbiamo mai fatto: replicare a una mail di spam.
Scoprirai anche come si possa spendere tutto quello che si guadagna in hummus. Potrebbe essere una buona mossa, no?
Cosa succede quando rispondi a una mail di spam
Sport inutili e dove trovarli
Visto che tra pochi giorni è Pasqua, mi sembra giusto celebrarla con uno dei suoi simboli tipici: l’agnello. Ma in questo caso più che di un agnello si tratta di una capra. Lo sport di oggi è il Buzkashi, sport nazionale afghano altresì noto come “capra-polo”.
Due squadre di cavalieri si contendono la carcassa di una capra e cercano di prenderla e lanciarla oltre quella che possiamo definire la linea di meta avversaria. Se gli sport con la palla ti annoiano, considera che questa potrebbe essere una valida alternativa. Alla fine, i tipici arrosticini afghani per tutti.
Lo status di facebook della settimana
E anche stavolta è andata. Fammi sapere se ti è piaciuta la newsletter e se ci sono refusi, la volta scorsa sono riuscito a farne solo uno e mezzo. La vedo dura migliorarmi ma speriamo.
Se ti va, Giovedì alle 18 sono in diretta Facebook a fare una roba che si chiama “I Sommelier dei libri”. Io consiglio 3 libri belli e Matteo Galiano, un ottimo sommelier, ci abbina 3 ottimi vini. Qui trovi l’evento Facebook.
Per il resto, penso di restare a casa. Tu che dici?
Ci sentiamo settimana prossima, se ti va condividi la newsletter con altri, te ne saranno grati. O almeno spero.
Abbracci portentosi a distanza,
Ciccio