Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che parla di public speaking, business writing e poetry slam. Se è la prima volta che sei qua, ti puoi iscrivere dal pulsantone in basso. Se non è la prima volta, uh, grazie! Sono contento di rivederti.
Forse non sai che fino ad alcuni anni fa facevo il cabarettista. Se vogliamo proprio dirla tutta mi sono trasferito a Milano non per le splendide opportunità lavorative e per l’alto costo della vita, ma perché nei primi Anni Duemila Milano era il posto dove stare se volevi fare il comico. C’era lo Zelig, c’erano le produzioni, c’erano i laboratori di cabaret. C’era anche molto sfruttamento gratuito, bullismo ingiustificato e una competizione quasi crudele, ma questo è un altro discorso.
Ma non è per parlarti della mia poco luminosa carriera da cabarettista che oggi sono qui, ma per parlarti di quel periodo in cui ero arrivato a fare la comicità in Excel. Mi spiego meglio.
Oggi il cabaret ha perso quel fulgore che aveva fino a 10 anni fa, ma nel periodo di massimo splendore per poter andare in televisione venivano richieste dalle produzioni due cose: la riproducibilità dello sketch e il tormentone. In pratica dovevi avere un personaggio o una situazione su cui innestare delle battute, e un tormentone che si ficcasse nella testa delle persone e ti rendesse riconoscibile. Una frase da ripetere in continuazione, che fosse facilmente ricordabile e che il pubblico potesse ripetere in coro durante gli spettacoli oppure al bar per far ridere gli altri.
Insomma, per l’unica trasmissione televisiva che ho fatto con il mio socio di allora, avevamo creato un foglio Excel: battuta d’ingresso, prima situazione, tormentone, seconda situazione, tormentone, chiusura. Più o meno era così, e su questo schema avevamo innestato alcuni sketch. Facile, no? Cosa potrebbe mai andare storto?
Il problema è che a un certo punto lo schema ha preso il sopravvento sulla comicità. Anche se i pezzi non facevano ridere, l’importante era riempire gli spazi. Poco importava che al pubblico piacesse, l’ossessione era riempire quel file.
Ecco, trovo che oggi, nella comunicazione soprattutto delle aziende, ci sia esattamente quella ripetitività: “Dobbiamo fare un post ogni due giorni”, “Come posizionarsi bene su Google”, “Per fare un discorso pubblico cammina prima a destra e poi a sisnistra”. E se poi la qualità non c’è, non importa. L’importante è aver riempito le caselle del foglio Excel.
Regole, buoni consigli, best practice, i trucchi per Instagram che nessuno ti dice, come impostare una newsletter che funziona, tutta quella roba di cui l’internet è ormai satura. Solo che poi magari non funziona e ti dici: “Ma come è possibile? Ho seguito tutte le regole!”.
Ora, non dico che le buona pratiche non esistano o non servano, anzi. Le seguo anche io per quanto posso e talvolta le insegno pure (a proposito, sotto trovi il nuovo corso che sta per partire), però da sole non bastano.
Bisogna avere idee, bisogna avere coscienza di ciò che si dice, bisogna avere prima un contenuto interessante, e poi trovare la scatola adatta a contenerlo. Sennò se il nostro pensiero è soltanto riempire le scatole, diventa come quel famoso negozio online che deve avere qualche problema con le dimensioni perché la scatola è quasi sempre sproporzionata rispetto al contenuto. La scatola fa il suo mestiere, ma quanto spazio inutile occupa?
Quindi viva le buone regole, viva i consigli, viva gli schemi, ma magari ogni tanto andrebbero messi in secondo piano per pensare: “Ma io, cosa voglio dire di interessante?”.
Ah, per la cronaca, poi in televisione gli sketch fatti con lo schema Excel andarono abbastanza male. Forse avremmo dovuto focalizzarci più sul far ridere la gente, invece che sul riempire gli spazi.
Dicevamo, il corso di Public Speaking
Dopo una lunga stagione di corsi online, si torna a vederci dal vivo. Terrò un corso di public speaking Sabato 5 Novembre, dalle 10 alle 18, a Milano in Via Signorelli (zona Paolo Sarpi).
Costerebbe 150 euro, ma se segui questa newsletter e ti iscrivi entro il 15 Ottobre pagherai 120 euro. 30 euro in meno, con cui puoi acquistare 300 Goleador. Un bel risparmio, mi pare.
Trovi tutte le informazioni in questa pagina.
Sappi che è un corso di public speaking che si ispira ai principi del poetry slam: 3 minuti di tempo, nessun oggetto di scena, testi propri e giudizio del pubblico. Partendo da qui impareremo a gestire i tempi, trovare le parole giuste e a parlare davanti agli altri come si deve. Senza dimenticare la gestione del pubblico, croce e delizia di chi si deve esibire o parlare su un palco o in una riunione.
I posti sono 12.
Notizie di poetry slam
Oggi, al posto del consueto TED Talk, un poeta che, molto meritatamente, ha vinto le finali nazionali di poetry slam che si sono tenute la scorsa settimana a Firenze.
Si chiama Filippo Capobianco, è di Pavia, studia Fisica ed è straordinario sul palco. Per dire che quando immaginiamo chi scrive poesie come una persona esclusivamente dedita all’arte e al pensiero introspettivo, ecco, non sempre ci azzecchiamo.
Filippo si è imposto alle finali e voglio proporti quella che considero la sua poesia più bella, ovvero “Divergenze. Storia di un cosmologo innamorato”. Fa ridere, fa commuovere, ha le rime, ha il ritmo, oh, è scritta proprio bene devo dire.
Il video è su Facebook e lo trovi a questo link.
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Se è proprio necessario
salterò dalla finestra
pur di soddisfarti sessualmente.
Ma solo se vivi
in un seminterrato.(Cabina telefonica 900 - Pedro Pietri)
Per questa settimana è tutto, se ti va di saperne qualcosa sul corso o addirittura di iscriverti, fallo senza timore.
Ci sentiamo la prossima settimana, che è già Ottobre ma io non so se sono pronto.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
La biografia del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, business writing e poetry slam.
Collaboro con alcune aziende per elaborare strategie di comunicazione e scrivere testi che funzionano, piacevoli da leggere.
Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Organizzo poetry slam e insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni abbiamo un’agenzia che si chiama Slam Factory. La nostra trasmissione “Poetry Slam!” la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho scritto 5 libri, l’ultimo è un manuale sul poetry slam.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter trovi delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo. Se non ti dovesse piacere il linguaggio inclusivo, mi farei qualche domanda, francamente.