Ciao, io sono Ciccio Rigoli, mi occupo di cultura, spettacoli, public speaking e altre cose che non sto qui a raccontare. Quando mi chiedono come faccio a fare tutto quanto dico che ho un segreto: faccio tutto male.
Questa è nonproprio, una newsletter che parla di public speaking ma poi in realtà mi invento sempre qualcos’altro perché, come dicevo prima, faccio molte cose. Tutte male, ça va sans dire.
Settimana scorsa ho dovuto dare un annuncio piuttosto doloroso. A fine Agosto chiuderò la sede di SLAM, il coworking dedicato alla cultura e allo spettacolo che ho fondato e fatto crescere negli ultimi 3 anni. Purtroppo, con le nuove disposizioni è diventato insostenibile mantenerlo, e allora abbiamo preso questa decisione.
Non è una sconfitta, si tratta semplicemente di ammettere quando non è possibile andare avanti ed è necessario cambiare strada. Mi spiace, ovviamente, e sarà difficile cambiare ancora una volta, ma bisognava farlo. Chiudere con qualcosa non è mai facile, lo saprai anche tu, ma a volte è l’unico modo.
Visto che però da tutto impariamo qualcosa, questo avvenimento mi ha dato uno spunto per la newsletter di oggi, ovvero come si fa a chiudere un discorso pubblico. Visto che in ogni cosa si può trovare del buono?
Basta, è finita!
Io sono un grande appassionato di “4 Ristoranti” con Alessandro Borghese. Se non lo conosci, è un programma in cui 4 ristoratori si sfidano e si danno dei voti a vicenda. Ogni pasto consta di 3 portate, e si chiude sempre con il dolce.
Perché dico questo? Semplice: spesso ho visto punteggi abbassarsi perché era tutto buonissimo, tranne il dolce. Azzeccare il dolce è fondamentale, è l’ultima cosa che mangiamo in un ristorante e quindi quello che ci darà l’ultimo ricordo.
Allo stesso modo, quando parliamo di fronte a un pubblico è fondamentale azzeccare la chiusura, perché è il ricordo che lasceremo. Almeno il 50% della buona riuscita di un discorso in pubblico è dato dall’apertura e dalla chiusura. Se azzecchi quelle, sei a posto.
Gli Antichi Greci per indicare il Tutto dicevano “L’Alfa e l’Omega”, che è un po’ come quando noi diciamo “Dalla A alla Z”. Non indichiamo tutte le altre lettere, ma solo la prima e l’ultima. Per dire quanto sono importanti apertura e chiusura.
Quindi, ecco alcuni consigli per chiudere bene un’esibizione, una riunione, uno speech.
1) Ricollegati all’inizio
Se all’inizio hai detto qualcosa di importante, riprendilo per il finale. Se hai raccontato di quella volta in cui nell’infanzia volevi tanto diventare qualcuno, alla fine riprendi il racconto e dimostra alla persona che eri come hai fatto. Riprendere il discorso iniziale servirà anche al pubblico per mantenere in memoria quello che hai raccontato.
2) Chiudi col botto
Molto spesso le presentazioni si chiudono in maniera stanca, mandando avanti veloce le slide, giusto per finire tutto e andarsene a casa. Come se a un certo punto di Romeo e Giulietta gli attori dicessero: “Vabbè, adesso c’è tutto un pezzo di loro due che vogliono stare insieme e non possono e poi alla fine muoiono. Buonanotte!”. Sarebbe quantomeno bizzarro, no? E allora cerchiamo di mantenere un finale memorabile per chiudere in crescendo.
Magari senza morire come Rome e Giulietta, ma questo spero sia superfluo anche specificarlo.
3) Ringrazia e lascia i contatti
Se usi delle slide, nell’ultima slide lascia sempre i tuoi contatti email, telefono e social in caso qualcuno volesse ricontattarti dopo l’incontro. E ringrazia, come quando i genitori dicono ai bambini: “Cosa si dice al signore?”. Ecco, quello è l’insegnamento da seguire. Non vorrai mica contraddire mamma e papà?
Il TED della settimana
Oggi un TED breve ma incisivo che parla di… TED talks!
Sebastian Wernicke ha preso i dati di tutti i TED talk, li ha uniti, analizzati, e ha tirato fuori il TED talk perfetto. E anche quello peggiore di tutti. Più o meno, ecco.
Un buon modo per ripassare alcuni concetti ma anche per capire meglio che non esistono formule miracolose per parlare in pubblico, e non saranno i Big Data a migliorare la tua capacità di stare sul palco.
Da tenere a mente: dura poco più di 5 minuti. Segno che per fare una buona impressione non bisogna stare sul palco un sacco di tempo
Bugie, dannate bugie e statistiche
Sport inutili e dove trovarli
Oggi ho deciso di puntare tutto sulla tenerezza, lo ammetto. Cercavo sport ridicoli e ho trovato uno sport che potrebbe riempire di un dolce sentire anche gli animi più insensibili. Si tratta del Kaninhoppning, ovvero la gara a ostacoli per coniglietti. Percorsi in cui saltano come dei disgraziati, questi buffi e pucciosissimi animaletti.
Ora però basta, sennò mi commuovo. Purtroppo non ho trovato una GIF animata, ma se ti interessa qui trovi una dimostrazione di una gara.
Il Santo del Giorno
La rubrica per conoscere nuovi santi da nominare quando ormai tutti gli altri sono finiti e siamo a corto di personaggi a cui rivolgere le nostre preghiere. O anche invocazioni o altro che non sto qua a dire perché sono pur sempre un gentiluomo.
Oggi si venera nientemeno che un Imperatore, ovvero Costantino. Anche se è un po’ una storia complessa, perché alla sua morte venne fatto ascendere al cielo dalla religione pagana di Stato tramite il rito dell’apoteosi, ma nel frattempo era diventato cristiano, però la Chiesa Cattolica Romana non lo venera come Santo (ma venera sua madre), però la Chiesa Ortodossa lo considera Santo a tutti gli effetti. E anche se non è considerato santo in Occidente, nonostante questo in Sardegna è consentito il suo culto. Sarà che la Sardegna è a statuto speciale anche in questo, vai a capire.
Comunque, oggi ti presento San Costantino, l’Imperatore pigliatutto della Santità.
E anche in questa devastante settimana di caldo africano o, come direbbe ilmeteo.it, di ASSURDO rialzo delle TEMPERATURE (a ilmeteo.it ci vanno sempre leggeri con le maiuscole e i proclami roboanti), siamo arrivati alla conclusione. Adesso dovrei fare un finale spettacolare, per dare forza a tutto quello che ho detto sopra, ma temo che la pressione bassa avrà la meglio e chiuderò così, sottovoce, come piace a noi.
Sto meditando di mandare settimana prossima l’ultima newsletter e poi riprendere a Settembre, che ne dici? Lo faccio? Me ne vado in vacanza? Magari ci penso su mentre bevo un Polase ghiacciato, dai.
Intanto, mandiamoci un rinfrescante “Ciao” agitando la manina in modo da smuovere questa caldazza appiccicosa.
Un ciao con la manina agitata, non mescolata
Ciccio
Questa newsletter è stata scritta ascoltando questo live dei Green day. Che già mi ricordano tanto l’adolescenza, poi a metà concerto rifanno TUTTO “Dookie”, il loro primo disco del 1994 dalla prima all’ultima canzone e allora è stato un attimo ricordarsi l’acne, i primi baci, l’apparecchio ai denti e le gite con il pullman in cui si limonava seduti nell’ultima fila.