Che fine ha fatto la satira?
Tutto è stato inglobato dal Potere, tutto rimane morbido e ossequioso anche se sembra il contrario
Hey, il 24 Maggio faccio un corso di public speaking a Milano. Più in basso ne parlo meglio, ma intanto comincia a pensarci mentre leggi il resto.
Per aggiornarmi sulla politica e sulla situazione americana (what a time to be alive) guardo spesso il Daily Show di John Stewart e Last Week Tonight di John Oliver. Dirai, saranno delle trasmissioni di approfondimento tipo Report in Italia, giusto?
No, sono programmi di satira. Fanno ridere. Fanno ridere anche molto.
Però non è la risata stupida, fine a se stessa. Si tratta più di una risata che definirei amara, se non fosse che il termine “risata amara” è veramente abusato. Diciamo che “fa ridere ma anche riflettere”, ecco.
Mette sotto gli occhi tutte le contraddizioni della politica, del giornalismo, della società. Fa vedere i video e le dichiarazioni e le commenta, e ti viene sempre da pensare “Ma davvero sta succedendo tutto questo e io non me ne accorgo?”. Il punto però è un altro, ed è il motivo per cui li guardo non soltanto per ridere ma anche per capirci qualcosa: fanno un lavoro di studio, comparazione e verifica dei dati che al confronto alcuni giornali italiani sembrano Novella 2000.
(non entrerò nel merito della qualità dei giornali italiani, non sono Francesco Costa, però dai, non è che ci si possa fidare più di tanto in molti casi.)
Prendiamo come esempio questo monologo sull’esclusione delle ragazze transgender dalle attività sportive in America:
Cita fatti, fonti, dichiarazioni, mette a confronto gli studi e arriva alla conclusione che l’esclusione delle ragazze trans che fanno sport, così come l’obbligo per le donne trans di usare i bagni degli uomini, sono soltanto questioni ideologiche senza alcun riferimento con la realtà. Ed è un attacco durissimo alla politica, a Trump e ai suoi accoliti, non fa sconti, fa nomi e cognomi, prende per il culo duramente non per far ridere e basta, ma per mostrare la piccolezza di chi detiene posti di Potere.
Questa, è la satira.
Pensa invece a come viene vissuta la comicità in Italia. Certo, ci sono tanti luoghi dove fare comicità e la stand up comedy sta ancora crescendo, ma esiste un programma del genere?
No, non esiste. A meno che non vogliamo considerare Striscia la notizia un programma di questo tipo, invece che una delle robe più borghesi e reazionarie che si siano mai viste sulla televisione italiana. E non che sui social vada molto meglio.
L’unico programma che mi viene in mente è Propaganda, ma anche lì a volte il rischio è che renda i personaggi politici più simpatici di quanto siano in realtà. La solita commedia all’italiana, senza contare quel LEGGERISSIMO eccesso di romanità che si spande per tutto il programma.
(la capacità che ha Diego Bianchi di leggere in romanesco i tweet anche quando non sono scritti in romanesco andrebbe studiata nelle facoltà di sociolinguistica)
Anche quando ci sono attacchi al Potere, se mai ci sono, è tutto sterilizzato, democristiano. Anche quando si usa un linguaggio forte, è un linguaggio che fa ridere soltanto per le immagini che evoca e per le parole che usa, non perché ci sia la volontà di colpire. E in più, come beffa finale, chi sta in ruoli di governo ha imparato benissimo a usare la comicità e a farne uso, disinnescando ogni attacco.
Il tormentone “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana” è diventato un remix dance, che Meloni ha addirittura utilizzato a suo vantaggio. La satira che si rivolta contro se stessa e diventa strumento di potere.
Non voglio fare il nostalgico di quando c’erano il Beppe Grillo degli anni d’oro prima che impazzisse o Daniele Luttazzi (con tutti i suoi limiti) e Corrado Guzzanti, però e che cazzo. Scusa il francesismo.
La satira quando c’è sembra soltanto un raccontarsela tra di noi, un gioco a chi fa la battuta più sarcastica, una guerra di meme che, alla fine dei conti, non fa male a nessuno. Anche il PD prova addirittura a controbattere alla retorica di destra usando i meme, e sai che ridere quando forse si accorgeranno che non serve a niente ma diventa quasi cringe.
Sarà che la comicità italiana è abituata in maniera diversa, però davvero possiamo ancora raccontarcela con la storia che noi Italiani siamo fatti così, che la comicità americana è un’altra storia, quando guardiamo continuamente video di stand up comedian dagli Stati Uniti e parecchi esponenti della stand up italiana usano moduli presi pari pari dagli americani?
Non esiste da noi una satira informata, che quasi sconfina nel giornalismo d’inchiesta. Che lavora per trovare le fonti, che ci ragiona sopra, che non punta solo alla battuta facile facile ma vuole dire qualcosa che dia fastidio davvero, e non pensi di scandalizzare il pubblico usando solo accostamenti e argomenti sessuali che, francamente, hanno anche un po’ stufato.
Non si può avere 13 anni per sempre e mettersi a ridere quando si dice la parola “culo”.
Poi, certo, sono il primo a essere consapevole che la satira non cambia il Mondo, che non sarà una risata a seppellirli anche se mi piacerebbe tanto. Ma almeno provarci, raccontare la realtà facendo valere quel punto di vista obliquo, laterale e senza paura che dovrebbe appartenere a chi fa comicità.
(che poi in realtà esiste il “John Oliver effect”, ho scoperto, per cui in seguito ad alcuni suoi monologhi le persone hanno cominciato a protestare vigorosamente. Quindi non è vero che non serve proprio a niente)
E invece no, restiamo lì a vedere il prossimo stand up comedian che va a Sanremo, i travestimenti, le parodie, i tormentoni innocui. Nessuno che faccia qualcosa di nuovo, e dove dobbiamo andare se ancora le uniche persone rimaste a fare satira sono Littizzetto e Crozza?
Tutto molto democristiano travestito da rivoluzionario. Quant’è deprimente.
Parlare a modo
Oggi non voglio suggerirti né spettacoli né TED Talk. Ti consiglierò invece una newsletter che in qualche modo ha a che fare con le due cose. Visto che abbiamo parlato di satira e comicità, uno degli osservatori che preferisco in Italia è la newsletter di .
Esce una volta al mese e ci trovo sempre degli spunti interessanti. Non sempre sono d’accordo, ovviamente, però scopro sempre qualcosa di nuovo sulle tendenze della comicità in Italia e all’estero.
Nell’ultimo numero parla di comicità e violenza, per una battuta del comico Xhuliano Dule sull’attuale Ministro dei trasporti. Non voglio neanche dire il nome di quel tizio, guarda.
Un altro corso di public speaking
Sabato 24 Maggio a Milano terrò un nuovo corso di public speaking. Parlerò di come stare davanti ad altre persone (ricordo che quando parliamo di fronte a più di una persona, quello è public speaking), come si gestiscono le domande del pubblico, come si fanno le slide bene, un sacco di altre cose.
Ti toglierà l’ansia da parlare in pubblico? No, però imparerai qualcosa su come gestirla.
Il prezzo intero è €169, iscrivendosi entro il 3 Maggio paghi €139. 30 euro di sconto con cui puoi comprare 150 goleador.
Trovi tutte le informazioni e le istruzioni per iscriverti subito in questa pagina.
Senti e trema a Milano
Giovedì 10 Aprile alle 20 torna a Milano il mio spettacolo Senti e trema, in una versione leggermente rivisitata per dare spazio ad alcuni pezzi che non faccio da un po’ e che mi faceva piacere riportare in scena.
Stand up comedy, poetry slam, twerking, canzoni fatte male, tutto per conquistare Elettra Lamborghini. Speriamo sia libera quella sera.
Anche se non sei Elettra Lamborghini, puoi venire ugualmente che mi fa piacere.
Sarà a Ostello Bello Grande (vicino a Stazione Centrale), in via Lepetit 33.
Prenotazione consigliata ché i posti sono pochi e il Fuorisalone fagocita quasi tutto in questi giorni.
Una poesia breve per chi ha poco tempo
Per un attimo fui nel mio villaggio,
nella mia casa. Nulla era mutato
Stanco tornavo, come da un vïaggio;
stanco, al mio padre, ai morti, ero tornato.Sentivo una gran gioia, una gran pena;
una dolcezza ed un’angoscia muta.
– Mamma? -È là che ti scalda un po’ di cena-
Povera mamma! e lei, non l’ho veduta.(Sogno - Giovanni Pascoli)
Per questa settimana è tutto, se hai esempi per smentire la mia tesi sulla morta satira italiana, sarò bel lieto di ascoltarli. Basta che non mi dici Le Iene perché davvero, guarda, finisce male.
Teniamoci stretti che c’è vento forte
PS: il libro sul public speaking è finito, dovrebbe uscire a Maggio. Ma sai già che ne parlerò abbondantemente da queste colonne.
Grazie per la citazione! ❤️
L'algoritmo di instagram ha capito che mi piacciono le umoriste e me ne propone varie molto valide! Giorgia Fumo, Giada Parisi...