Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è la versione estiva di Public Poetry Speaking.
Da qui e per quattro settimane questa newsletter prende una forma strana e diventa un'opera in quattro atti chiamata "Tattica strategia abnegazione forza" (10 punti se becchi la citazione senza googolare).
Quattro numeri in cui non ci saranno suggerimenti o indicazioni di scrittura e public speaking. Un’edizione speciale “da ombrellone”, come direbbero quelli che scrivono senza fantasia e usano metafore abusate. Tipo i giornalisti della Gazzetta dello sport, per intenderci.
Ogni settimana, una storia personale e un po' di pensieri legati alla parola chiave. Si inizia, ovviamente, con "Tattica". Spero ti piaccia.
Fino al 2013 ho fatto parte del Trio Cantù, un trio di cabaret: io, Vincenzo Albano e Alice Mangione. Per un certo periodo siamo stati considerati quasi la next best thing del cabaret italiano: innovativi ma classici, un gran ritmo, tre personaggi ben assortiti, insomma, tutti gli ingredienti per il successo. E infatti arrivò la catastrofe.
Avevamo fatto il provino per la televisione, ed eravamo praticamente con il contratto firmato per Zelig. Una strada spianata per il successo. Poi siamo riusciti a sbagliare tutto quello che era possibile sbagliare nel secondo provino, e siamo stati rimpiazzati. Non siamo mai andati in televisione insieme.
Ma non è questa la parte che riguarda la tattica. Quella viene qualche giorno dopo, ed è strettamente mia e personale.
Il Trio Cantù in versione molto elegante.
Sono preparatissimo, cosa può andare storto?
Qualche giorno dopo il totale fallimento del provino ci siamo dati appuntamento per parlarne. Ci vediamo in un locale, e capiamo il da farsi.
Ho passato i giorni precedenti a prepararmi. Davvero, fino a qualche tempo fa mi preparavo i discorsi anche se dovevo semplicemente uscire con delle persone a bere qualcosa. Una scaletta mentale, aneddoti divertenti, domande da fare. Che ci vuoi fare, ho sempre avuto problemi di relazione nei rapporti interpersonali e qualcosa pensavo di dovermelo inventare per risultare interessante.
E se lo facevo normalmente, immagina in quel momento. Avevo deciso di lasciare il trio e volevo farlo nella maniera migliore possibile. Quindi mi ero preparato frasi del tipo: “Ragazzi, credo sia ora per me di fare altro”, “Penso che il gruppo sia giunto alla fine”, “Non siete voi sono io” e via così. Se non sbaglio ho fatto tre giorni di prove nella mia testa, per non sbagliare.
Arrivo all’appuntamento, siamo seduti fuori, loro mangiano e bevono con la testa bassa. Comincio a parlare senza sosta e a dire il mio monologhino preparato a casa e quanto mi sento bravo e preparato, quanto mi sento perfettamente a mio agio, quanto sto andando bene anche nel dramma.
Finisco il mio discorso e non succede niente. Silenzio totale. Continuano a mangiare. Dopo qualche secondo dico: “Ma avete sentito cosa ho detto?” e Vincenzo, ancora masticando se non ricordo male, mi risponde: “E secondo te per cosa ci stiamo vedendo stasera?”.
In una frase sola erano stati disintegrati tre giorni di pensieri, di rimuginamenti, di parole provate e una tattica imbattibile per far finire tutto nel miglior modo possibile. Tutti i progetti fatti, crollati in un secondo. Valeva davvero la pena prepararsi così tanto?
Dopo ci siamo sciolti lo stesso, in maniera molto amichevole peraltro. E ognuno dei tre ha trovato la sua luminosa carriera.
Da quel giorno ho smesso di provarmi i discorsi prima di andare agli aperitivi o prima di vedere qualcunə. E devo dire che vivo meglio, perdo meno tempo a costruire scenari immaginari che poi quasi mai si avverano. Certo, magari qualche ipotesi la faccio ugualmente prima, ma non sono mai dei pensieri che mi bloccano.
Penso di non aver mai più utilizzato una tattica “provata in allenamento” nei rapporti con le persone. E non me ne sono mai pentito.
Un avviso, anzi due
Visto che i poetry slam continuano, ci tenevo a invitarti a Zelig venerdì 24 per la terza e ultima serata eliminatoria del torneo Zelig Poetry Slam, e a BASE Milano per il Maledetto Lunedì, con poetry slam e performance. Poi ovvio, se preferisci stare a squagliarti a casa, capirò.
Ci sentiamo giovedì prossimo con il secondo episodio, che parlerà di strategia. Solitamente la strategia viene prima della tattica, ma mi sono adeguato al verso che dà il titolo a questa edizione speciale, e chi sono io per cambiare un verso altrui?
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
Ps: Lo so, avevo detto che la newsletter sarebbe stata ogni quindici giorni e invece poi ho cambiato idea e ho deciso di farla per 4 settimane consecutive prima di fare una pausa fino a Settembre. Però se vuoi puoi leggerla una settimana sì e una no, così ti sembrerà bisettimanale. Mi sembra un buon compromesso.