Ciao, sono Ciccio Rigoli e questa è Public Poetry Speaking, la newsletter settimanale che parla di public speaking, business writing, poetry slam e oggi pure di musica anche se non esattamente in maniera ortodossa.
Da piccolo ho imparato a suonare la chitarra, abbandonando poi abbastanza rapidamente ogni velleità da chitarrista perché, devo ammetterlo, non ero poi molto bravo e non avevo una grande dedizione per lo strumento.
Però ho continuato a suonare, anche se maluccio. A 16 anni è arrivata la svolta: nella band di alcuni miei amici era andato via il bassista, lasciando però il basso. Volevo provare a fare il bassista? Certo, proviamoci, pur di entrare nella band proverò a suonare il basso.
Da allora mi sono sempre considerato un bassista: non sono bravissimo neanche qui ma, esattamente come succede con il portiere a calcetto, da adolescente nessuno vuole suonare il basso e quindi un bassista serve sempre.
Crescendo, ho capito sempre di più che il basso era il ruolo adatto a me: meno corde, meno protagonismo, ma un ruolo fondamentale nella band. Non protagonista narcisista come il cantante o il chitarrista, ma nemmeno completamente avulso e con un sacco di roba da montare e smontare prima e dopo ogni concerto come il batterista. Per non parlare del tastierista, che è un ruolo che veramente non auguro mai a nessuno. Scusate, amici e amiche della pianola.
Dal basso ho imparato molte cose, e alcune di queste possono essere utili anche quando si tratta di scrivere per lavoro oppure presentare su un palco.
Utilizzerò 3 modi di dire propri di chi suona il basso per tirarne fuori dei consigli.
“E intanto ci siamo levati due problemi”
Giusto per chi non ne sapesse nulla, il basso è quello strumento a quattro corde con un suono, come dice il nome stesso, basso e che solitamente fa “Bum Bum Bum Ba Ba Bum Bum Bum”. Il basso è più grande della chitarra e solitamente il bassista non è molto in vista sul palco, a meno che non si chiami Sting o Max Gazzè. Anche Paul McCartney era il bassista della band, ma c’era quel rompica**o di John Lennon a fargli ombra.
Avrai già capito per chi ho sempre tifato nei Beatles.
Bassi e Nokia
“Il basso è quello strumento che impedisce che tutte le canzoni sembrino suonerie polifoniche del Nokia”
Fai un esperimento: se hai la possibilità di sistemare l’equalizzazione, ovvero bassi e alti, togli tutti i bassi e aumenta al massimo gli alti. Quanto fa schifo il suono?
Ecco, se togli il basso dalla band il risultato è quello. Quindi direi che è importante avere uno strumento che dia dei toni bassi, no?
A volte non ci curiamo di alcune finezze che ci sembrano poco importanti, come ad esempio la punteggiatura, i refusi, la formattazione del testo oppure delle slide, o ancora le pause e il tono di voce quando parliamo sul palco. Ci sembrano tutte attività minori, ma fanno davvero la differenza e vanno curate.
Sii come unǝ bassista, cura i dettagli anche se non sono immediatamente visibili.
Esserci o non esserci
“Il basso quando c’è non si sente, e invece quando non c’è, si sente”
Non bisogna sempre essere al centro della scena. O lamentarci perché abbiamo poco spazio. Oppure pensare che se fossimo in un altro ruolo, da un’altra parte o con altre mansioni tutto cambierebbe.
Quando ci sembra che il nostro contributo sia poco importante o che non siamo le persone adatte, pensiamo invece che se siamo lì, ci sarà un motivo. Certo, ogni tanto è bello avere delle soddisfazioni, ma arriverà anche il momento dell’assolo di basso, non temere.
Se poi davvero ti sottovalutano puoi sempre dare un pugno in faccia al chitarrista, che di solito non si sa difendere. That’s fuckin’ rock’n’roll.
Sii come unǝ bassista: anche se ti trovi nelle seconde linee, fai bene quello che devi fare perché senza di te chi suona la chitarra non saprebbe dove andare.
Abbraccia unǝ bassista
Il 12 Ottobre è la Giornata internazionale in cui bisogna abbracciare unǝ bassista. Esiste davvero ma non c’è da stupirsi, ormai lo sappiamo che esistono giornate internazionali per ogni cosa.
Anche se non è il 12 Ottobre, fallo ugualmente anche oggi stesso: se incontri unǝ bassista, abbraccialǝ e scoprirai un abbraccio bellissimo, totale, senza invidia e senza paura, perché chi suona il basso è più abituatǝ a dare che a ricevere.
Abbraccia unǝ bassista, non te ne pentirai.
Il TED Talk della settimana
Qualche giorno fa lo speaker di oggi ha compiuto 70 anni, e se c’è una preghiera che dico spesso è: “Signore, se proprio devo invecchiare, fammi invecchiare figo come David Byrne”.
David Byrne, per chi non lo sapesse, era il cantante dei Talking Heads: Psycho Killer, This must be the place e un sacco di altra roba meravigliosa. Qui però non canta ma racconta di come gli spazi influenzano non solo l’ascolto della musica, ma anche la sua creazione. La musica creata per le grandi cattedrali ad esempio non funziona nei club, e viceversa.
Un punto di vista a cui magari non avevi pensato, ma del resto a cosa serve ascoltare le altre persone che parlano se non per restarne affascinatǝ e imparare qualcosa?
La versione sottotitolata in italiano la trovi qua, nel video in basso invece ci sono i sottotitoli in inglese.
Ultimo posto e poi basta
Questa è l’ultima volta in cui parlo del corso di Business Writing, anche perché è rimasto solo un posto e poi si chiude. Ringrazio infinitamente chi ha già avuto fiducia in me, e spero di ripagarla abbondantemente.
Se vuoi occupare l’ultimo posto, puoi farlo da qui. Trovi tutte le indicazioni, sono 3 lezioni da 2 ore ciascuna, dalle 18 alle 20 il 26 Maggio e poi il 9 e il 16 Giugno.
Lezione singola €50, tutte e 3 assieme €99.
SPOILER: chi si è già iscrittǝ ha preso sempre il pacchetto completo.
Frasi da giocarsi agli aperitivi
- “Lei non ha paura di essere ricordato più come paroliere che come filosofo?”
- “Io più che altro ho paura di essere ricordato”(Manlio Sgalambro)
Per questa settimana è tutto, se ti va di condividere questa mail, magari con chi suona il basso, puoi farlo. E come buon proposito della settimana, abbraccia unǝ bassista, ricordati.
Tante care cose e abbi cura di te
Ciccio
PS: Domenica 22 Maggio alle 11:30 parlo di comunicazione inclusiva al WeWorld Festival a BASE Milano, insieme a Ella Marciello e Francesca Mudanò.
Prenotazione consigliata, ti aspetto!
La Bio del titolare
Sono Ciccio Rigoli e mi occupo di public speaking, business writing, poetry slam e un sacco di altre cose di cui volendo possiamo parlare anche in privato.
Se ti va di sostenermi puoi farlo qui: Il mio Patreon. Ci sto pubblicando un romanzo nuovo a puntate, poesie inedite, ed è anche un bel modo per sostenermi. Costa un euro al mese, neanche troppo a dire il vero. Ogni sabato mattina, un nuovo numero.
Per il public speaking, ho un mio metodo che si chiama Public Poetry Speaking e utilizza tecniche derivate dal poetry slam. Faccio corsi molto divertenti sia dal vivo (quando possibile) sia online, e anche consulenze singole.
Come Content Strategist, curo la comunicazione e i testi di aziende di ogni tipo.
Se ti interessa parlarne, scrivimi a cicciorigoli@gmail.com.
Organizzo poetry slam e ho ideato e condotto insieme a Paolo Agrati e Davide Passoni la trasmissione “Poetry Slam!” su Zelig TV. Adesso la trovi su Prime Video, anche se nella descrizione mi chiamano “Ciccio Regoli”, vai a capire perché.
Ho portato due spettacoli comici a teatro e innumerevoli spettacoli sempre comici in altri posti.
Ho scritto 5 libri: un romanzo, una raccolta di racconti, una di poesie, un manuale tecnico sul libraio digitale e un manuale sul poetry slam. Per dire, sono abbastanza versatile, ecco.
Ho scritto un pezzo che si intitola “Come hanno fo**uto i trenta/quarantenni” che ha fatto oltre un milione di visualizzazioni a mia insaputa.
Ho un Tumblr in cui carico le mie poesie. Anche se non lo aggiorno da un po’ ma dovrei ricominciare. Si chiama Eleganza sgualcita.
Sono soprattutto su Facebook e Instagram. E anche su LinkedIn. Puoi seguirmi, se ti va.
In questa newsletter potresti trovare delle ə e delle з invece del maschile diffuso perché cerco di usare un linguaggio inclusivo e anche perché se c’è da fare qualcosa che fa incazzare Adinolfi o Cacciari sono in prima linea.